Qualche giorno fa è comparsa qua e là su giornali e televisione la vicenda del radio-giornalista Visca (se vi aiuta a capire è quello del programma Fabio e Fiamma).
Era stato perseguitato da uno che conosceva a menadito la sua vita. Insomma lo spiava. Escluse le microspie (non trovate) la certezza è che un hacker si fosse intrufolato nella vita di Visca attarverso il computer del giornalista.
E così sono scattate le tirate pseudogiornalistiche del caso, tra strafalcioni tecnologici e leggende metropolitane del tipo : è pericoloso anche un computer spento. Insomma il cervello mandato all’ammasso.
La verità è venuta a galla 48 ore dopo. Altro che intusione telematica con trojan e altro. Il caro Visca aveva ricevuto la telefonata di un ascoltatore un po’ paranoico e incazzato con lui per non so cosa e alla fine della conversazione aveva attaccato male il telefono svelando al suo insolito interlocutore il nome della gatta e altre privatissime cianfrusaglie.