Non conoscevo la storia di Mahar Arar, che confesso mette i brividi.
Preso a New York, deportato in Siria e interrogato per 10 mesi con metodi spicci (eufemismo) solo perchè qualche analista della Cia e i suoi database hanno decretato che avendo il soggetto un cugino da parte di madre schedato come appartenente ai “Fratelli Musulmani” e un amico di un suo amico citato in un presunto documento di Al Qaeda meritava la “cordiale attenzione” dei servizi di intelligence, salvo poi liberarlo da un giorno all’altro senza ulteriori spiegazioni. Ci siamo sbagliati, arrivederci.
Spero vivamente che qualche mio lontano parente non mi faccia mai finire nel database di qualche annoiato analista in quel di Langley. Non si sa mai.