Quei bloggers fannulloni

Su Slashdot leggo che su Wired parlano di una ricerca a cura del Hewlett-Packard Lab (adesso capirete il perchè del percorso) sulle dinamiche del flusso di informazioni nei blog. Detto così suona palloso e non è detto che non lo sia.

Per renderlo più sexy, come usa oggi, riassumo il pensiero dei quattro ricercatori di HP :

– i blogger più letti attingono le informazioni dai blogger meno letti e più sfigati.

– spesso la “fonte” dell’informazione non viene citata. “Spesso” per i suddetti ricercatori vuol dire 7 volte su 10.

– i veri blog interessanti spesso sono quelli che producono le notizie piuttosto che quelli che le diffondono, ma non è facile rintracciarli e per questo si sono inventati un algoritmo che hanno chiamato iRank.

Per quanto riguarda la faccenda della mancata citazione della “fonte” forse la percentuale del 70% è esagerata, comunque sia è sempre bene tener a portata di link certe raccomandazioni.

Sulla questione i veri blog importanti sono quelli da cui viene l’informazione non quelli che la diffondono cercherei di tenere a mente alcune teorie espresse da Malcom Gladwell in “Punto Critico” (per inciso, avendolo già citato altre volte da queste parti, vorrei precisare ai malpensanti che non è il solo libro che ho letto nè quello che tengo generalmente sul comodino).

Secondo Gladwell perchè un’epidemia di qualsiasi tipo (quindi anche sociale o informativa) si propaghi c’è bisogno sia dei “Connettori” che degli “Esperti di mercato“. A parte i nomi un po’ troppo markettari, i primi sono coloro che hanno la capacità di trasmettere un’informazione, mentre i secondi, esperti di un settore, di una materia o di quant’altro producono l’informazione. Entrambi sono essenziali ad una epidemia.

In ultimo, per quanto riguarda la necessità di ritrovare quei weblog interessanti che producono informazione, si ritorna al capitolo “citazioni”. Se tutti citiamo la fonte si risale facilmente la corrente, dritti fino al primo che ha avuto una bella pensata.

Un semplice traceroute. (Slashdot <-- Wired <-- x)

L’enciclopedia dei matti italiani

Qualche anno fa Diario s’era messo a pubblicare “l’Enciclopedia dei Matti Italiani” a cura di Roberto Alajmo bravo giornalista Rai. “Non è una raccolta di barzellette sui pazzi. Non è una palestra di pietismi a buon mercato”. Se non ricordo male, Alajmo decise poi di interrompere l’opera. Era una buona lettura. Chi vuole passi parola.

Qui si racconta di quelli di Bologna : Uno ferma le persone per strada e chiede se hanno un minuto. Se ce l’hanno, domanda se vogliono comprare una poesia. Dopo averla ascoltata, però. Legge quindi ad alta voce la poesia in questione e, se interessa, consegna un foglietto in cui i versi sono messi in calligrafia e firmati: Cigarini Marco. Ogni poesia viene fra le due e le diecimila. Una si chiama Malandrino e una Pluff:

Ha fatto pluff.. l’ermellino

Nello stagno delle oche

Accarezzare i sogni delle trote

Non è reato.

Uno suona la chitarra in piazza Maggiore, mangia cinque chili di vegetali al giorno e spacca le borse dell’acqua calda soffiandoci dentro.

Una vende fiori e si veste del colore dei fiori che vende quel giorno. Dicono che in realtà è ricca, e che lo fa per passione, perché la sera ai ristoranti per vendere fiori ci va in tassì. La notte non riesce a dormire, e allora si affaccia per inveire contro quelli che passano sotto la sua finestra.

Uno è il Pendolino, che si mette appoggiato a un muro vicino porta San Felice e dondola il busto per ore e ore. Stacca per pranzo e riprende il pomeriggio. Sul muro adesso c’è persino un alone più scuro in corrispondenza del posto dove si mette.

Uno dei tre bambini che allo Zecchino d’Oro cantavano:

Tre corsari, tre corsari

Se ne van pei sette mari

I corsari sono tre

E i pirati trentatré

ora va a bere al Moretto. Ha la barba e i capelli lunghi, e guarda con un sorriso che non si capisce.

Uno fa comizi di solito in via Zamboni. Si porta dietro un banchetto, ci sale sopra e dopo un poco davanti a lui si raduna una piccola folla di studenti. Dice cose abbastanza sensate su un argomento ogni volta diverso, ma sempre urlando a squarciagola. Alla fine chiede se ci sono interventi e apre il dibattito.

Uno era Sergio, che veniva dalla provincia di Messina e fu ricoverato a Villa Olimpia. C’era che rimaneva per mezze ore immobile, zitto, in posizioni oltretutto scomode.

Lo convinsero a fare una passeggiata solo dopo sei giorni da che era arrivato. Era di sera, e una volta fuori si immobilizzò a testa in su, a guardare il cielo, in silenzio.

Il medico che l’accompagnava gli segnalava ogni tanto una stella più luminosa, fino a quando, senza preavviso alcuno, Sergio per la prima volta parlò: e disse che non di stella si trattava, ma di Giove, spiegando il perché e il percome invece era un pianeta.

Uno cammina con sette o otto pacchetti di sigarette in mano. Alfa o Nazionali. I ragazzini lo fanno apposta, gli chiedono se ha una sigaretta e lui risponde sempre che non ne ha.

Uno suona la fisarmonica e gira su una motoape con tutta la sua roba nel cassone. Dice che la motoape gliel’ha data il sindaco.

Uno dritto dritto abita nella zona di via Paolo Fabbri. Ha i capelli lunghi e va sempre scalzo, vestito di blu, con dei pantaloni a zampa d’elefante tagliati con le forbici. Si fa chiamare Cristo o Gesù, a secondo dei giorni.

Non lo vogliono più nemmeno al dormitorio pubblico perché fa sempre casino. Dice a tutti: – Pentiti, peccatore!

Fa dei piccoli sermoni accigliati, con una copia della bibbia in mano. Con voce roca saluta le donne anziane dicendo: – Ciao fanciullina. Alle giovani invece dice: – Ti chiaverei. O cose del genere.

Una era la signorina Laura. Andava nel bar dei Petrelli vestita preferibilmente con tende, stracci e tovaglie da tavola. Attaccava bottone con tutti gli uomini che entravano nel locale. Raccontava che in gioventù aveva fatto l’indossatrice e per dimostrarlo improvvisava seduta stante una sfilata.

Le ricerche bislacche di Msn.com

Se dalle parti di Redmond vogliono far concorrenza seria con quelli delle parti di Mountain View è meglio che ci si mettano d’impegno.

Leggendo questa storiella si scopre anche che se si ricerca “porn” su Msn.com si attiva il filtro e si viene reindirizzati ai contenuti per adulti, se si ricerca “nude” si viene reindirizzati ai contenuti per adulti, ma se si ricerca “porn nude” il motore di ricerca di Bill non s’accorge di nulla.

C’è ancora parecchia strada da fare per poter solo impensierire Sergey e Larry.

Disclaimer di una volta

Rileggendo un vecchio articolo di John Browning (Libraries Without Walls for Books Without Pages) pubblicato su Wired 11 anni fa, ho trovato citato quello che potrebbe essere uno dei primi disclaimer della storia. Autore un monaco del 1100 :

Questo libro appartiene al monastero di St. Mary of Robert’s Bridge chiunque lo rubi, venda o in qualsiasi modo lo allontani da questo luogo, o lo rovini, sia per sempre maledetto. Amen

Una volta non c’andavano leggeri.

P2P a mille

Che il fenomeno del file-sharing sia una faccenduola piuttosto diffusa lo dimostrano anche certi piccoli segnali. Su Punto-informatico l’anticipazione di un possibile intervento governativo sul P2P impenna i commenti. Gara a chi acchiappa il commento numero 1.000

Blog-sandwich

In questo post si mescolano in un gran polpettone Umberto Eco, i blog e un tipo che forse definereste matto. Siete avvisati.

Dio non esiste. E dove sta scritto ? Su un tesserino da fiera all’altezza del cuore, sulla giacca di un tizio che incroci per strada.

Passa uno che non ti degna di uno sguardo, che non cerca di venderti un’enciclopedia in comodi volumi, che non vuole testimoniarti di Geova, al contrario, nega l’esistenza del Dio di Abramo e di Giacobbe su un tesserino 5×4. Fatichi a non notarlo. O almeno, io l’ho notato.

Il tizio di “dio non esiste” è una vecchia conoscenza. Anni fa presidiava luoghi pubblici affollati e manifestazioni incasinate (generalmente anti-governative) con i suoi vistosi cartelli da uomo-sandwich, tutti rigorosamente e disciplinatamente anticlericali. Accidenti ben articolati dal Papa in giù. Niente comizi da speaker’s corner, solo cartelli e “religioso” silenzio.

Pare che le sue strategie di comunicazione siano oggi virate verso il minimalismo. Sembrano funzionare.

Di strategie di comunicazione alternative ha parlato qualche giorno fa a Bologna Umberto Eco, consigliando il centro-sinistra di abbandonare la televisione, terreno preferito da Silvio B, per puntare piuttosto su schiere di uomini-sandwich. Provocazione intellettuale, ma mica tanto.

La comunicazione dell’uomo-panino è personale, sui temi più vari, con lettori più o meno occasionali. Ricorda un po’ (ma solo un po’) una cosa chiamata blog.

Dio non esiste. Un post essenziale di un blog in carne e ossa, senza commenti abilitati.

Saremo micca tutti uomini sandwich eh ?

Cellulari di bocca buona

Marco Zamperini di Etnoteam intervistato su “Affari e Finanza” individua la prossima killer application nei sistemi di localizzazione automatica dell’utente :

“Se sono in macchina o a piedi in una città sconociuta (omissis)… e voglio sapere dove si trova una buona pizzeria vicino a me …. basta che lo chieda al telefonino”

D’accordissimo, il telefonino ti dice dove si trova una pizzeria, che poi sia anche “buona” forse è un’impresa ardua anche per il più tecnologico dei baracchini.