Devo una risposta alle osservazioni che Paolo fa in un commento al post precendente in tema di libertà. Non è un saggio ma solo qualche riga buttata giù un po’ in fretta. Quindi c’è da accontentarsi.
La “demonizzazione” di Berlusconi è, a sinistra, un tema che divide da anni. Un po’ come la parola “regime“.
Usarla o no ?
Tu dici, come altri, che puntare il dito contro gli eventuali pericoli per la democrazia casuati dal berlusconismo è un atto di masochismo elettorale. Può essere, non lo so. Mi mancano le evidenze. Anzi qualcuno dice l’esatto contrario: porta voti. Credo che però la questione vista dal punto di vista del vantaggio elettorale sia malposta.
Se la qualità della democrazia decade, credo che tutti possiamo concordare che ci debba stare a cuore tanto quanto (anzi di più) del carovita o delle questioni sulla sicurezza.
“Anzi di più” perchè la libertà e la democrazia sono condizioni necessarie per poter discutere e risolvere i problemi del carovita o della sicurezza. A meno di non pensare al modello Cina.
Ora tu dici che basta guardare la tv italiana o leggere i giornali per capire che in Italia c’è libertà di stampa e bisogna finirla con i piagnistei.
Questa analisi della realtà non credo sia del tutto esatta. E per cercare di capire meglio è opportuno mettere in pratica quello che potremmo chiamare metodo del “confronta ed escludi” con domande che converrai sono di normale buon senso.
Domanda 1: in quali nazioni il capo del governo e della maggioranza parlamentare è l’uomo più ricco del paese ?
Domanda 2: (il cerchio si restringe) : in quali di queste nazioni il capo del governo possiede direttamente il 50% delle reti televisive e ha potere di veto sulla nomina di dirigenti e direttori di telegiornali delle reti avversarie ? E in quanti di questi paesi lo stesso capo del governo controlla una fetta enorme del mercato della pubblicità ?
Domanda 3 : in quale paese lo stesso uomo possiede la più grande casa editrice e un paio di giornali, una compagnia di assicurazione e altro ancora ?
Credo che, mappamondo alla mano, il campione si sia ristretto parecchio. Probabilmente ad una sola nazione. L’Italia.Tu Paolo potrai dire che questo in fondo non ha influito sulla libertà, perchè l’Italia è ancora una democrazia dove ognuno ha diritto di parola. Basta guardare, come dice il Presidente del Consiglio, le televisioni, sia Mediaset che Rai.
Prendiamo Mediaset. Altra domanda. In questi anni quante inchieste giornalistiche sono state fatte sui guai giudiziari di Berlusconi sulle reti del biscione ? Quante critiche pesanti sono arrivate dai telegiornali di Rete4, Canale5, Italia1 ? Quanti attacchi diretti ?
Tu mi parlerai della satira. Magari di qualche battutina di Zelig o della Gialappa. Tutta qui la libertà ? Non è che la libertà di parola va bene finchè non disturba davvero il manovratore o il proprietario ?
La PBS ha realizzato ormai tempo fa il documentario “Citizen Berlusconi” (le reti Mediaset lo trasmetteranno mai in prima serata ?)dove giornalisti Rai (non di quelli strapagati) affermano che è prassi comune sostituire nei servizi la parola “pacifisti” con “disobbedienti” su indicazione dei responsabili di redazione. Non è il manganello di mussoliniana memoria ma qualcosa di più sottile e raffinato.
Sono altresì di dominio pubblico le pressioni del Presidente del Consiglio sull’ex direzione del Corriere della Sera.
Ma mettiamo davvero che Silvio Berlusconi sia l’uomo più liberale e democratico del paese e che non condizioni il sistema dell’informazione. Questo re è magnanimo ma il prossimo potrebbe essere cattivissimo. Basiamo la qualità della nostra democrazia (e non mettiamo mano alle leggi antitrust) solo sul fatto che il re è buono ? Ogni tanto penso come sarebbe carino avere 7-8 reti televisive possedute tutte da un diverso proprietario.
Forse Paolo vivendo da anni dentro questo paese abbiamo ammucchiato troppi anticorpi e troppo pelo sullo stomaco.
Ci vorrebbe credo l’atterraggio di un marziano come quello di Flaiano a dirci che, in effetti, siamo un po’ tutti matti.
E che il re, in fondo, non è poi così magnanimo.