Progetto Bolla, pubblicità progresso

<%image(progetto bolla.jpg|309|237|Progetto Bolla - pubblicità, manifesti)%>Immerso in alcune ricerche per un nuova delirante faccenduola (segretissssima), ho scoperto via Advertising il “Progetto Bolla“.

E’ un’idea divertente che partita da New York (thebubbleproject), arriva in Europa e sbarca in Italia, per la prima volta, a due passi da qui: a Parma.

Sotto il manifesto dell’iniziativa:

I nostri muri e gli spazi delle nostre città sono invasi dalla pubblicità.

Stazioni, strade, piazze, bus, metropolitane ci gridano in continuazione messaggi di ogni tipo. Se una volta questi spazi erano considerati “pubblici”, ora vengono utilizzati dalle aziende per propagare i loro messaggi nel mero interesse del profitto. Armati di pesanti budget, le tecniche di marketing delle multinazionali stanno diventando sempre più aggressive e manipolatorie.Noi, la gente comune, siamo diventati contemporaneamente obbiettivi e vittime di questo attacco mediatico.

Il Progetto Bolla e’ in contrattacco. Gli adesivi a balloon sono le munizioni.Una volta attaccati ai manifesti pubblicitari, questi adesivi trasformano il monologo delle aziende in un dialogo aperto. Incoraggiano la gente a dire la loro, a riempire il balloon con qualsiasi forma di auto-espressione libera dalla censura.

Piu’ balloon in giro = più spazi liberati
Più spazi = più condivisione dei pensieri e delle idee personali
Più condivisione = più reazione a quello che sta succedendo

E, soprattutto, più fantasia, più creatività, più divertimento nelle nostre città. Supporta il Progetto Bolla… Diventa ATTIVISTA!

ps: Ovviamente si ricorda ai gentili lettori che non è legale “deturpare” superfici pubbliche e private. Così, tanto per saperlo.

Grillo di qua e Grillo di là

Con tutto il rispetto e l’ammirazione per Beppe ma, delle due l’una. O io non ho capito un fico secco o è stato colto da un attacco di schizofrenia:

12 ottobre : “E’ nato l’uomo-pollo, l’occidentale medio che prende la vita low-cost ed è contento di risparmiare. “Con 30 euro ti porto a 8000 metri”.Con meno del prezzo di un pollo andiamo in America in aereo, se non si disintegra atterrando perchè ha un carrello che è uno scooter.”

26 ottobre : “Per tornare ad Alitalia: viva le low cost! Che ci consentono di viaggiare a prezzi bassi e onesti”.

Siamo liberi o no ? La libertà ai tempi di Silvio

Devo una risposta alle osservazioni che Paolo fa in un commento al post precendente in tema di libertà. Non è un saggio ma solo qualche riga buttata giù un po’ in fretta. Quindi c’è da accontentarsi.

La “demonizzazione” di Berlusconi è, a sinistra, un tema che divide da anni. Un po’ come la parola “regime“.

Usarla o no ?

Tu dici, come altri, che puntare il dito contro gli eventuali pericoli per la democrazia casuati dal berlusconismo è un atto di masochismo elettorale. Può essere, non lo so. Mi mancano le evidenze. Anzi qualcuno dice l’esatto contrario: porta voti. Credo che però la questione vista dal punto di vista del vantaggio elettorale sia malposta.

Se la qualità della democrazia decade, credo che tutti possiamo concordare che ci debba stare a cuore tanto quanto (anzi di più) del carovita o delle questioni sulla sicurezza.

Anzi di più” perchè la libertà e la democrazia sono condizioni necessarie per poter discutere e risolvere i problemi del carovita o della sicurezza. A meno di non pensare al modello Cina.

Ora tu dici che basta guardare la tv italiana o leggere i giornali per capire che in Italia c’è libertà di stampa e bisogna finirla con i piagnistei.

Questa analisi della realtà non credo sia del tutto esatta. E per cercare di capire meglio è opportuno mettere in pratica quello che potremmo chiamare metodo del “confronta ed escludi” con domande che converrai sono di normale buon senso.

Domanda 1: in quali nazioni il capo del governo e della maggioranza parlamentare è l’uomo più ricco del paese ?

Domanda 2: (il cerchio si restringe) : in quali di queste nazioni il capo del governo possiede direttamente il 50% delle reti televisive e ha potere di veto sulla nomina di dirigenti e direttori di telegiornali delle reti avversarie ? E in quanti di questi paesi lo stesso capo del governo controlla una fetta enorme del mercato della pubblicità ?

Domanda 3 : in quale paese lo stesso uomo possiede la più grande casa editrice e un paio di giornali, una compagnia di assicurazione e altro ancora ?

Credo che, mappamondo alla mano, il campione si sia ristretto parecchio. Probabilmente ad una sola nazione. L’Italia.Tu Paolo potrai dire che questo in fondo non ha influito sulla libertà, perchè l’Italia è ancora una democrazia dove ognuno ha diritto di parola. Basta guardare, come dice il Presidente del Consiglio, le televisioni, sia Mediaset che Rai.

Prendiamo Mediaset. Altra domanda. In questi anni quante inchieste giornalistiche sono state fatte sui guai giudiziari di Berlusconi sulle reti del biscione ? Quante critiche pesanti sono arrivate dai telegiornali di Rete4, Canale5, Italia1 ? Quanti attacchi diretti ?

Tu mi parlerai della satira. Magari di qualche battutina di Zelig o della Gialappa. Tutta qui la libertà ? Non è che la libertà di parola va bene finchè non disturba davvero il manovratore o il proprietario ?

La PBS ha realizzato ormai tempo fa il documentario “Citizen Berlusconi” (le reti Mediaset lo trasmetteranno mai in prima serata ?)dove giornalisti Rai (non di quelli strapagati) affermano che è prassi comune sostituire nei servizi la parola “pacifisti” con “disobbedienti” su indicazione dei responsabili di redazione. Non è il manganello di mussoliniana memoria ma qualcosa di più sottile e raffinato.

Sono altresì di dominio pubblico le pressioni del Presidente del Consiglio sull’ex direzione del Corriere della Sera.

Ma mettiamo davvero che Silvio Berlusconi sia l’uomo più liberale e democratico del paese e che non condizioni il sistema dell’informazione. Questo re è magnanimo ma il prossimo potrebbe essere cattivissimo. Basiamo la qualità della nostra democrazia (e non mettiamo mano alle leggi antitrust) solo sul fatto che il re è buono ? Ogni tanto penso come sarebbe carino avere 7-8 reti televisive possedute tutte da un diverso proprietario.

Forse Paolo vivendo da anni dentro questo paese abbiamo ammucchiato troppi anticorpi e troppo pelo sullo stomaco.

Ci vorrebbe credo l’atterraggio di un marziano come quello di Flaiano a dirci che, in effetti, siamo un po’ tutti matti.

E che il re, in fondo, non è poi così magnanimo.

Libertà di stampa : Italia 42° posto

In questi giorni sono tornate di attualità le classifiche sulla libertà di stampa.

E’ uscita quella di “Reporter senza frontiere” (Worldwide Press Freedom Index 2005) che prende in considerazione la situazione dal 1° settembre 2004 al 1° settembre 2005.

Italia 42° posto. Ma consolatevi, Stati Uniti due passi indietro alla posizione 44.

E se pensate che alla brutta classifica del nostro paese abbia contribuito il Presidente del Consiglio, no, non è così. Reporters sans frontieres punta il dito contro le perquisizioni al Corriere dopo l’inchiesta sulle armi Beretta in Iraq.

In effetti c’entra sempre l’effetto pistola.

Segno dei tempi

Nel sistema antispam dei commenti del blog ho dovuto aggiungere la parola “tamiflu“.

Grazie Clemente

<%image(Mastella Clemente.jpg|145|164|Mastella lascia Unione)%>“Da oggi saremo il centro alleato con l’Unione. Non mi avranno più fra i piedi alle riunioni, parlerò con il loro leader, li appoggeremo dall’esterno“.

Mastella se ne va.

Queste primarie valeva proprio la pena farle.

Meno Rete meno spam

Se i dati sfornati da Sophos sono corretti, l’ Italia non compare nella sporca dozzina dei paesi in testa allo spam mondiale.

Il dubbio è che questa sana esclusione non derivi dalla nostra legislazione o dalle nostre pratiche ma semplicemente dai nostri ritardi in tema diffusione della Rete.

Come dire : ci sono meno incidenti in auto perchè noi ancora andiamo a cavallo.

Google bug. Succede anche voi ?

Chiedo piccola assistenza per verificare se ho le traveggole io oppure Google ha un minuscolo bug (termine improprio, ma va bene così) che riguarda l’ingresso alla neo-sezione di ricerca tra i blog.

Nell’home page di Google.it se si clicca su “altro” in alto a destra e poi sul link “Ricerca Blog” è tutto ok.

Se invece siete in Google News e cliccate su “altro” e poi su “Ricerca Blog” sforna un errore 404.

Il problema dovrebbe essere nel non corretto reindirizzamento della pagina.

Se lo confermate, si segnala. Se no, ho le traveggole.

Due passi indietro: Fabrizio Gatti a Lampedusa

Quello che scrivi sul blog un giorno o l’altro torna a farti visita. Non è come dire : “ve lo avevo detto “, ma quasi.

Fabrizio Gatti l’ha rifatto. Per una settimana si è finto clandestino e si è fatto rinchiudere. Come nel 2000 . Che il CPT (Centro di Permanenza temporanea) di Lampedusa, come altri, fosse un brutto, bruttissimo posto già lo dicevamo.

A Fabrizio tutta la stima e un grazie. Bello grosso.

Fonte: L’Epresso

Datemi un Al Gore

Mercoledì Al Gore, ex vicepresidente degli Stati Uniti, era a New York per parlare alla “We Media Conference“. Un intervento intenso su quello che potremmo chiamare “spazio pubblico delle idee” che si chiude così:

The final point I want to make is this: We must ensure that the Internet remains open and accessible to all citizens without any limitation on the ability of individuals to choose the content they wish regardless of the Internet service provider they use to connect to the Worldwide Web. We cannot take this future for granted. We must be prepared to fight for it because some of the same forces of corporate consolidation and control that have distorted the television marketplace have an interest in controlling the Internet marketplace as well.

Contando pure tutti i difetti, avercene di Al Gore in Italia.

Il dna del monopolista

Il figlio ha capito benissimo l’antifona e imparato in un fulmine la lezione. Piersilvio al Corriere:

Domanda: Duelli legali a parte, il futuro potrebbe riservarvi un governo presieduto dagli attuali oppositori di suo padre. E quindi non proprio amico…

Piersilvio : «Non credo che si voglia per ripicca fare del male a quella che è l’unica azienda industriale tra le prime dieci italiane per capitalizzazione. E aggiungo che abbiamo creato 6 mila posti di lavoro da zero, che si è creato un know how unico nella produzione di contenuti. Indebolire o spezzettare Mediaset farebbe del male al Paese più che ai suoi 450 mila soci. Lo stesso D’Alema ha detto che Mediaset è un patrimonio nazionale».

Tradotto : se anche papà va all’opposizione micca possono toccare l’azienda che ci fanno la figura dei rancorosi, brutti e cattivi. Poi ci sono i posti di lavoro, poi ci sono le professionalità, poi ci sono gli azionisti e poi l’ha detto anche d’Alema.

Che poi i monopoli, i duopoli o oligopoli siano un freno allo sviluppo, ai posti di lavoro e all’innovazione vaglielo a spiegare al Piersilvio. Ha il gene del monopolista. Non capirebbe anche se volesse.

E’ finito anche il pelo

<%image(cassazione effetti cirielli.jpg|200|559|cirielli salva Previti prescizione cassazione)%>Vabbè che dopo le massicce dosi di nefandezze legislative somministrate negli ultimi anni a questo Paese, noi tutti dovremmo avere tanto pelo sullo stomaco quanto il Presidente del Consiglio sulla cabeza ad intervento tricologico ultimato.

Ma a tutto c’è un limite.

Anche se ben nascosto in fondo in fondo, laggiù nell’angolo più remoto dell’anima o del pancreas, il senso di vergogna e di indignazione dovrebbe venir fuori alla lettura delle stime effettuate della Cassazione sugli effetti dell’applicazione della ex-Cirielli conosciuta anche come salva-Previti.

Andrebbero in prescrizione: il 90% dei processi per corruzione, il 65% di quelli per truffa, il 64% di quelli per usura etc etc etc.

Davvero il pelo sul mio stomaco sta per finire. Qualcuno me ne presta un po’ ?

Then comes the Sun

In attesa della diretta della conferenza stampa congiunta Google-Sun Microsystem salgono e scendono le ipotesi su cosa diavolo bolle in pentola.

Va per la maggiore “Google Office” ovvero un diretto calcio ai bassifondi di Microsoft e della sua suite di programmi per l’ufficio con cui Bill Gates intasca circa il 25%-30% di tutta la baracca.

Una sorta di rivoluzione copernicana che Sun insegue dai tempi del sempre teorizzato ma mai davvero praticato “network computer“.

Stiamo a vedere, anche se leggendo quello che ha scritto sul suo blog il 1 ottobre Jonathan Schwartz (gran capo di Sun) gli indizi sembrano precisi e concordanti.