Ore 18.45 Kathmandu. Li da voi piu o meno le due del pomeriggio.
Interno giorno. L’internet point e’ scassatissimo ma i ragazzini che lo gestiscono fantastici.
Basta il viaggio dall’aereporto molto naif di Kathmandu alla guesthouse in mezzo alla baraonda di Thamel per prendere una botta di vita di questa citta’ incredibile.
Difficile mettere insieme i primi pensieri dopo lo sballottolamento tra aerei e aereporti durato su per giu’ … non mi ricordo nemmeno piu’.
E allora vi metto in fila solo qualche parola o qualche immagine in parola.
Moto, tante moto. Indiane, con quel gusto anni settanta.
Sulle moto tanti matti, e una ragazza sul sellino di dietro seduta di lato. Elegante e bellissima.
Corvi, una marea di corvi. E piu’ in alto a planare dei rapaci grandi un mondo.
Tanta roba da montagna a prezzi ridicoli. La Cina e’ vicina. Meglio se venivo nudo.
Generatori puzzolenti e candele che qui pare che i blackout siano una tradizione giornaliera.
E poi facce bellissime.
Le prime impressioni sono sempre quelle che contano, e a me questa prima impressione di kathmandu non dispiace affatto.
Ora a cena. Per adesso, namaste ragazzi.