C’è l’ultima luce calda del pomeriggio che illumina la cucina e il tavolino blu, in un posto minuscolo chiamato Hile. Cucina di un altro tempo, con i piatti metallo in ordine perfetto sullo scaffale e un fuoco grosso nell’angolo.
Se non fosse che di là c’hanno un frigo LG nuovo di pacca questo potrebbe proprio non sembrare il 2064. Ah sì dimenticavo, il calendario qui è avanti di 57 anni.
Parla fitto e ride di gusto la signora dalla faccia rotonda e felice, parla e ride Ngima, e parla Dorsiij che forse sta tentando di fare il filo alla figlia della padrona di casa. Ma chi lo sa. In verità non ci capisco nulla, cerco d’afferrare qualcosa, ma le mie lezioni di nepali con Ngima sono ancora al “come stai? io tutto bene“.
M’accontento dei suoni e dei sorrisi che raccontano un mondo fuori dal tempo. Un mondo che forse era dei miei nonni, o dei nonni dei miei nonni.
Un mondo che ci si lascia alle spalle. Kathmandu aspetta.