Alle medie, due classi avanti, conoscevo uno parecchio dotato. Con un rutto riusciva a declamare la prima riga dei “Promessi Sposi“. Prestazione solo in parte dopata dalla lattina di coca gasata. Oggi credo abbia due figli a carico e magari un’arte da tramandare.
La lattina di Coca Cola (e tutte le bibite ipercaloriche imparentate) dicono invece stiano scomparendo dalle scuole americane.
Il primo anno di attività delle “National School Beverage Guidelines” pare abbiano ridotto le bibite gassate in vendita nei distributori dal 47% del totale nel 2004 al 32% nel 2006-07. Lo scrive in un rapporto appena uscito l’American Beverage Association ovvero le stesse Coca Cola, Pepsi, Nestlè, Cadbury ect.
I maggiori produttori di bibite ipercaloriche al mondo gioiscono quindi per questa salutare tendenza dopo aver speso, negli anni passati, vagonate di dollari in marketing principalmente rivolto ad utenza giovanissima.
Che le major del soft drink non si siano convertite da un giorno all’altro, motu proprio, alla causa della buona salute giovanile, è facilmente intuibile.
Quello che nel rapporto infatti non si evidenzia è che :
– dal 2006 il Congresso ha richiesto ad ogni distretto scolastico normative sui distributori nelle scuole.
– già parecchi stati americani, dall’Arizona al Connecticut, hanno normative statali sulla vendita di bevande caloriche negli istituti.
– è aumentato del 6% il consumo di sports drinks, raggiungendo quasi il 19% del totale. Come ci ricorda il “Center for Science in the Public Interest” passare dalla Coca al Powerade non è quel gran miglioramento visto che anche l’ “Institute of Medicine” ha chiesto la messa al bando di questo tipo di bibite.