In una Lhasa presidiata militarmente ad ogni angolo di strada e nell’imminenza della scadenza dell’ultimatum delle autorità cinesi, le parole del Governatore Qiangba Puncog (riportate dall’agenzia di stampa cinese Xinhua) fanno intendere che il peggio in Tibet deve ancora arrivare:
“for those who committed minor offenses and showed repentance, we will educate them; for those who initiated and committed serious crimes in the riot, they will be sternly punished in accordance with the law”.
Quel “we will educate them” suona davvero sinistro.