Queste qui sono righe scritte di getto, senza una grandissima elaborazione filosofica-cultural-pedagogica alle spalle (o più in basso). Prendetele quindi così, quasi come un pensiero a voce alta.
Righe che partono solo da una semplice constatazione : oggi facciamo fatica a capire.
Sì, ammetto che forse è una faccenda personale. Avrei dovuto dire che “faccio fatica a capire“. Però se solo trovo un altro che ha questa sensazione, il plurale è giustificato.
Capire cosa ?
Molta dell’informazione e delle informazioni che ci girano attorno, di cui spesso afferriamo solo parole-feticcio (social card, pacchetto clima, ammortizzatori, ect) o cifre iperboliche in libertà che nulla ci dicono e nulla ci spiegano veramente.
Siamo d’accordo: è un mondo difficile (diceva Carotone, anche se poco credibile detto con quei due baffetti) e pure complesso.
Ma le cose complesse sono solo cose semplici ammucchiate.
Ridurre la complessità ai minimi termini è il compito più difficile.
E allora per cercare i minimi termini, mi è venuta una minuscola mezza idea (forse un quarto d’idea) e più che balzana.
Nei prossimi giorni cerco di darle una parvenza di elaborazione filosofica-cultural-pedagogica e poi vi dico.