Ofcom, ente regolatore per le telecomunicazioni in Gran Bretagna, ha diffuso un documento dove vengono analizzate le velocità dei collegamenti a banda larga con due criteri:
a) quanto strombazzano gli operatori nelle pubblicità
b) la vita reale.
Il rapporto mette a nudo quanto il vecchio trucco del marketing del “fino a” sia ancora parecchio abusato. Dei 7 mega dichiarati, si arriva mediamente a poco più di 4 (4,1).
In Italia, per una direttiva dell’Autorità delle Comunicazioni del 2008, gli operatori sono obbligati a segnalare anche la velocità minima. Se fate fatica a trovarla nelle grandi e colorate pubblicità è perchè tutti la infilano nelle minuscole e incolori note a piè di pagina.
Poi anche una volta scovate, non aspettatevi un dato incontrovertibile.
Troverete molto probabilmente una dicitura tipo “obbiettivo 2009 di velocità minima“.
In pratica fino a quando qualcuno non mette in funzione il servizio di misurazione voluto dall’Autorità, gli operatori possono indicare quello che secondo loro dovrebbero o vorrebbero raggiungere come velocità minima per quell’anno.
Come comprare un frigo nuovo e chiedendo la garanzia al negoziante sentirsi rispondere: due anni. O almeno spero.