Lorenzo Dellai ha fama di essere uno molto moderato, anche nei toni. Gli stessi che ha usato ieri in questa intervista (audio) per “buttare acqua sul fuoco delle polemiche, perchè le case non sono di Trento o del Governo ma degli abruzzesi“.
Invitato a “Porta a Porta” all’ultimo momento per sedere tra il pubblico, ha gentilmente rifiutato non trovandolo utile a nessuno, tantomeno ai terremotati di Onna e dell’Abruzzo.
Con lo stesso stile sobrio ha partecipato lo scorso 22 agosto alla cerimonia di consegna delle chiavi delle prime vere casette ai terremotati di San Demetrio nei Vestini. Sì, le prime case trentine come quelle di Onna sono state consegnate lo scorso agosto ma con Vespa, Porta a Porta e molti italiani in vacanza e quindi fuorigioco e fuori dai tempi televisivi. (fonte: Il Giornale).
Guido Bertolaso, che non è nè sciocco nè sprovveduto, per placare le polemiche ieri ha parlato di “vittoria del Sistema Italia” e del fatto che la Protezione Civile è un organismo complesso e articolato. Ha ragione. Tanto articolato che che fin dai primi giorni dopo il terremoto del 6 aprile ci sono stati attriti tra la Provincia autonoma di Trento (e il suo settore di protezione civile) e il Governo.
A testimoniarlo, in tempi non sospetti (ovvero a maggio e luglio) è uno che in questi mesi ha fatto avanti e indietro tra il Trentino e l’Abruzzo: don Ivan Maffeis direttore del settimanale diocesano “Vita Trentina”.
Il 6 maggio 2009 ad un mese dal terremoto scrive :
Quest’opera «plurale» (delle istituzioni, imprese chiese ed associazioni trentine) è stata subito affiancata dalla decisione di garantire al più presto il maggior numero di case prefabbricate: la Provincia ha così stanziato 4 milioni di euro per le prime 100, contando di raddoppiarle grazie ai contributi dei cittadini. Questa disponibilità del Trentino ha però incontrato resistenze, che hanno portato la Protezione Civile nazionale a riprogrammare gli interventi e a spostarci dal Comune dell’Aquila (e quindi dalle sue frazioni, Paganica e Coppito). Ci sono stati affidati i paesi di S. Demetrio e di Villa S. Angelo, dove circa 300 persone attendono comunque un’abitazione.
Volevano costruire subito le casette a Paganica e Coppito ma hanno incontrato resistenze e sono stati spostati. Resistenze di chi ? E’ risaputo e documentato che per Paganica e Coppito il Governo e la Protezione Civile Nazionale hanno puntato subito sul progetto C.A.S.E. e non sulle casette.
A luglio don Maffeis viene intervistato per un pezzo da “Famiglia Cristiana”. Nell’articolo si scrive:
La disponibilità trentina e la mobilitazione efficiente ed efficace del governo della Provincia autonoma hanno incontrato tuttavia qualche resistenza nel Governo nazionale, mitigata dalla Protezione civile. Nei primi giorni dopo il sisma vi sono stati attriti tra Berlusconi e gli inviati della Provincia autonoma. Ma a Trento non hanno mai colto la polemica, preferendo il silenzio operoso. Anche quando hanno dovuto spostarsi dal Comune dell’Aquila, cioè da Coppito e da Paganica, dove avevano già costruito le gettate di cemento armato per le nuove case di legno, smantellate con le ruspe per ordine del Governo.
In effetti queste sono le foto dei volontari che predispongono i basamenti di cemento per le casette di Paganica mai realizzate.
Don Maffeis dice (sempre a luglio, non ieri): “La Provincia ha incassato con dignità, un comportamento che non è moneta corrente e che anzi si distingue in un contesto dove furbizia è usare di tutto pur di catturare il consenso“.
E poi cita una frase di don Lorenzo Milani: “Fai strada ai poveri, senza farti strada con i poveri”.
Difficile per tutti, soprattutto di questi tempi.