A metà settembre vi raccontavo di come i vertici della Protezione Civile non vedessero di buon occhio le casette trentine di Onna, le prime consegnate agli abruzzesi.
Secondo il racconto (in tempi non sospetti) di don Ivan Maffeis: “la disponibilità del Trentino (a montare in tempi rapidi le casette come quelle poi usate ad Onna) ha però incontrato resistenze, che hanno portato la Protezione Civile nazionale a riprogrammare gli interventi e a spostarci dal Comune dell’Aquila (Paganica e Coppito). Ci sono stati affidati i paesi di San Demetrio e di Villa S. Angelo“.
Tanto più che sul settimanale “Vita Trentina” si possono vedere le foto dei volontari che a Paganica preparano i basamenti per le casette poi “smantellate con le ruspe per ordine del Governo“.
Guido Bertolaso, il giorno della consegna ufficiale al fianco di Berlusconi, si indispettì un po’ con chi gli faceva notare che quelle non erano le case previste dal Governo:
“qui abbiamo un successo del Sistema Italia, di cui dovremmo tutti essere orgogliosi e invece si sollevano dei distinguo fra chi li ha costruiti e chi li ha finanziati.”
E poi aggiunse: “queste sono case assolutamente definitive, vengono utilizzate come chalet o seconde case nelle zone di montagna e sull’Appennino“.
Silvio Berlusconi si spinse più in là: “sono vere e proprie ville“
Guido Bertolaso, non la pensava così qualche mese prima.
La conferma incidentalmente viene oggi da un particolare che si trova nel bel reportage di Cesare Fiumi per il Corriere Magazine.
A parlare è un terremotato, Vicenzo Vivio:“Anche se quello che m’ha fatto più male è stata la storia delle case di Paganica. Ah, non lo sa? Il Trentino, ancora mesi fa, ci aveva offerto le stesse casette che sono state consegnate a Onna.
Erano un’ottima soluzione per passare subito dalle tende a un tetto, restando assieme. E l’assemblea dei cittadini era orientata su questa scelta e anch’io mi sono battuto per dire sì.
Fino a quando ha preso la parola Bertolaso, il capo della Protezione Civile, criticando pesantemente il progetto, sponsorizzando le sue C.a.s.e. e arringando la gente ormai disorientata:
“Ma voi a Paganica, cosa volete case o baracche?””.
Figurarsi, tutti a gridare: “Le case, le case”. Così io ho rimediato una figuraccia e le cosidette baracche (qui in video) le ha prese, ben contento, il comune di San Demetrio de’ Vestini“.
Solo il tempo, gli anni e una discussione approfondita ci diranno se quello che si può definire “Esperimento Abruzzo“, voluto da Bertolaso e Berlusconi per l’Aquila, sarà davvero un modello da applicare a future catastrofi e terremoti.
Una discussione approfondita ed equilibrata che dovrà prendere in esame aspetti positivi e aspetti negativi, costi economici e costi sociali, non solo nel breve ma anche nel medio e lungo periodo.
Una discussione che si spera nel frattempo ci risparmi altri set televisivi, spumante governativo e forse, dico forse, un po’ di ipocrisia.