<%image(vittime da valanghe.jpg|600|298|vittime da valanghe)%>Al campo base dell’Annapurna, in Himalaya, le preghiere sventolano sul chorten che ricorda Anatolij Bukreev, grande alpinista morto il giorno di Natale del 1997 sotto una valanga a 5.700 metri. Un anno prima, sull’Everest, aveva compiuto una delle più coraggiose operazioni di salvataggio ad alta quota dell’alpinismo moderno.
In montagna si muore da sempre.
Si muore anche di valanga.
Ma se oggi vi sembra che le valanghe siano l’ennesima emergenza italiana (tanto da richiedere provvedimenti legislativi) è probabile che siate vittima dei meccanismi dell’informazione moderna: sensazionalismo e giorni festivi.
Quella che vedete nell’immagine a fianco è la statistica delle vittime di valanghe dal 1967 ad oggi. Tutto nella media, purtroppo.
Lassù sul chorten dell’Annapurna qualcuno ha scritto:
“..from their lofty summits I view my past, dream of the future and, with an unusual acuity, i am allowed to experience the present moment…“