<%image(Elizabeth Hawley.jpg|400|400|miss Elizabeth Hawley)%> Nonostante la fame facevo una fatica maledetta a buttare giù le cucchiaiate. Avevo (ed ho) uno stomaco di vedute piuttosto ampie ma quella volta no, era solo il dovere di ospite a spingere quel non-saprei-cosa verso la mia bocca.
Anche lassù a 5.700 metri la grande tenda della spedizione coreana era drammaticamente ordinata, quasi marziale, ipertecnologica e sponsorizzata. O almeno così pareva a noi, minuscola combriccola di provincia emiliana con una tendina per dormire, una tendaccia per mangiare e una beh, una per quello che rimane.
Nel circo alpinistico himalayano i coreani sono una specie di corazzata. Li battezzeresti in genere un po’ stronzi, ma diciamo che molto giocano le distanze culturali e quel non capacitarsi fino in fondo di come un paese che ha più colline che montagne (la vetta più alta è un vulcano di 2.700 metri piazzato su un’isola) investa così tante energie, persone (e soldi) nell’alpinismo moderno.
Oggi quelle energie e quei soldi hanno portato la coreana Oh Eun-Sun ad essere la prima donna al mondo a salire tutti i 14 ottomila del pianeta Terra. Un orgoglio per la sua nazione e per i milioni di appassionati di montagna coreani (pare che gli iscritti ai “Club Alpini” siano più di un milione).
La corsa femminile al tetto del mondo però non è finita. E a scrivere il finale toccherà molto probabilmente ad un’altra donna. Una donna che ha dedicato tutta la sua vita alle montagne senza averne mai salita una.
Questa donna si chiama Elizabeth Hawley. E’ un minuscola signora di 87 anni. Nel 1960 il suo mestiere di giornalista la porta in Nepal. Non ripartirà più.
Oltre a possedere uno straordinario Maggiolone azzurro con targa nepalese con cui gira per Kathmandu (foto a fianco), è anche la custode di uno sterminato database di interviste a coloro che hanno salito (o hanno affermato di aver salito) le montagne himalayane.
E’ lei che ha strumenti ed esperienza riconosciuti dall’alpinismo mondiale per “certificare” le vette. Più di una volta le è toccato smascherare bugie, imbrogli e finti record. E da lei dovrà passare Miss Oh a raccontare non tanto la sua ultima salita all’Annapurna ripresa in diretta tv, quanto quella molto discussa (sopratutto dalla rivale spagnola Edurne Pasaban) al Kangchenjunga.
Ma in questo intreccio di donne e montagne, un posto d’onore spetta a Nives Meroi. In lei, che ha rinunciato a questa rincorsa al cielo per rimanere fedele al suo ideale di alpinismo e ai suoi affetti, si riconosce chi ama la montagna con la emme minuscola.
Montagna. Sostantivo femminile e singolare.