E adesso il condono tombale ?

Si pone un grave problema: con l’Italia fuori dai Mondiali come si fa a rispettare la solenne tradizione governativa dell’approvare nottetempo una qualche legge cialtrona tipo condono tombale ?

Ti ritiri tu ?

A Londra sono da poco passate le sette di sera e Nicolas Mahut e John Isner sono ancora lì a tirarsi delle pallate a Wimbledon. Da quasi otto ore (7 ore e 54 minuti per la precisione)

Hanno cominciato ieri, forse finiranno domani.

Mezzo globo sportivo ha gli occhi puntati sul campo numero 18.

Il New York Times c’ha il live blogging con due inviati sul prato.

Ma quello del Guardian è decisamente più divertente.

ps: qualcuno spieghi al Corriere che non hanno giocato 10 ore filate.

Con il pretesto degli orchi

Tiziano Motti ce l’ha fatta: ha trovato 370 colleghi pronti a firmare la sua dichiarazione scritta al Parlamento Europeo con cui si chiede di istituire un sistema rapido di allerta per oscurare siti pedopornografici o violenti. C’ha fatto anche un sito internet ad hoc.

Nella dichiarazione si chiede, non si sa bene perchè, l’estensione della data retention per i motori di ricerca. In sostanza i motori di ricerca dovrebbero conservare i dati delle ricerche degli utenti per molto tempo. Cosa abbia a che fare con un sistema rapido di allerta bene non si sa. Qualcuno (pare ben informato) dice che i dati che interessino a Motti sono quelli dei “content provider” (youtube etc) e che la dicitura “motori di ricerca” sia stata messa lì per fare un po’ di casino e ottenere attenzione mediatica. Sarà.

Comunque niente di grave perchè a livello europeo una dichiarazione scritta approvata ha poco valore. Utile soprattutto a qualche comunicato stampa dello stesso Motti.

I sentieri delle notizie

Osservare i percorsi che le notizie (o pseudo tali) percorrono per arrivare a noi grande pubblico, lo trovo interessante e a volte affascinante. La Rete è un ottimo strumento per soddisfare questa sottospecie di morboso hobby.

Oggi sulla homepage di Repubblica.it è arrivato questo articolo dedicato ai pericoli informatici dei siti pornografici. E’ stato pubblicato lunedì 14 nella sezione tecnologica.

E’ in sostanza la ripresa abbastanza fedele, diciamo così, di un articolo della BBC dell’ 11 giugno scorso.

La BBC aveva pescato la notizia dalla presentazione di uno studio di un gruppo di ricerca interuniversitario (con dentro parecchi italiani) alla nona edizione del “Workshop on the Economies of Information Security” ad Harvard lo scorso 7 giugno.

Lo studio si trova anche in Rete da inizio maggio. Peccato nessuno l’abbia linkato perchè è fatto bene e contiene anche un po’ di sano umorismo come quando i ricercatori scrivono: we first manually examined about 700 pornographic web sites. Finding volunteers was no problem.

Dura la vita del ricercatore.

Proibiti i link ai Mondiali

Diciamo che alla Fifa in occasione dei Mondiali di Calcio in Sudafrica l’hanno presa piuttosto in grande in termini copyright. Per farsene un’idea basta consultare l’apposita guida sull’uso di marchi e frasi.

Non vi potete ad esempio fare una maglietta con su scritto “2010 South Africa“, anche se siete stati in Sudafrica quest’anno solo a pesca di barracuda.

Ma dovete stare anche attenti ai link che scrivete. Siete a rischio infatti se vi viene in mente di scrivere un link con parole come “World Cup”.

Una piccola ricerca con Google fa intuire una certa velleità delle regole Fifa.

Wimax in India

Nel 2008 in Italia l’asta per le frequenze WiMax ha raggiunto quota 136 milioni di euro.

Oggi si è chiusa l’asta del WiMax in India. Totale 6,7 miliardi di euro sganciati da 6 aziende in cui ha fatto la parte del leone la poco conosciuta Infotel Broadband Services (22 aree su 22 tra cui Mumbai e Delhi).

A bocca asciutta Vodafone.

Con un azzardato termine di paragone in Italia l’offerta è stata circa di 2,2 euro ad abitante, in India di 6 euro.

Paragone azzardato sì, ma qualcosa su come e dove gira il mondo magari ce lo dice.

Tifosi della banda larga

In Italia ancora non si sa, ma ondivaghi sondaggi inglesi indicano in una percentuale oscillante tra il 30% e il 54% il numero di inglesi che si guarderà online i prossimi mondiali di calcio.

Qualcuno si sta preoccupando della capacità della Rete e della banda di sopportare questa presunta massa di tifosi a caccia di streaming.

Per l’Italia, a occhio e croce, la data da tenere d’occhio è il 24 giugno, quando la nazionale giocherà ancora in orario d’ufficio (alle 16.00) .

Rachel che veniva da lontano

Rachel di certo non l’aveva messo nel conto di quel maledetto giorno di marzo di sette anni fa.

Non aveva messo in conto che il suo nome sarebbe stato pronunciato dai media di tutto il mondo. Per la seconda volta.

Non l’avrebbe nemmeno voluto.

Non perchè non tenesse alla causa del popolo palestinese, ma perchè amava la vita come può amare la vita una ragazza di vent’anni coraggiosa, splendidamente ingenua e bella.

Perchè a vent’anni è tutto ancora intero avevo pensato quel giorno di sette anni fa quando lessi la storia di Rachel, catapultata in un posto dove Dio è in ogni angolo ma che Dio sembra aver dimenticato.

Rachel è morta sotto un bulldozer per cercare di impedire la distruzione di case di povera gente, lei che una casa l’aveva ma sentiva tutta l’ingiustizia del mondo concentrarsi in quello stupido bulldozer.

Se oggi Rachel Corrie fosse qui non avrebbe nessun nome su una nave e forse sarebbe in qualche posto nel mondo a cercare di conservare il coraggio e la splendida ingenuità dei suoi vent’anni.

Perchè a vent’anni è tutto ancora intero.

Tiziano Motti e i dati di Google

La scorsa settimana i Garanti per la Privacy europei riuniti nel gruppo “Art.29 Data Protection Working Party” hanno ribadito la necessità che i motori di ricerca diminuiscano il tempo di conservazione dei dati delle ricerche degli utenti.

Qualche giorno fa Cecilia Wikström, deputato europeo, si è accorta di aver firmato inavvertitamente, insieme ad altri 300 onorevoli, una dichiarazione scritta che conteneva la richiesta (in forma criptica) di estensione dei dati conservati dai motori di ricerca.

Il tutto giustificato da un sistema rapido di allerta contro la pedofilia.

Un classico che suona molto italiano.

Il primo proponente è in effetti un vecchia conoscenza.

Si tratta di Tiziano Motti, uno a cui una volta piaceva farsi chiamare Anonimo Emiliano.

Il nostro uomo a Bruxelles.

Ecco il registro anti telemarketing

Aggiornamento: come iscriversi al registro delle opposizioni.

——————

Il decreto sul nuovo telemarketing italiano che introduce la disciplina dell’opt-out e istituisce il “registro delle opposizioni” a cui iscriversi per non sentir più squillare il telefono, emerge dalle nebbie del legislatore italiano. Ovviamente in ritardo.

Il testo si compone di 14 articoli ed è questo qui.

La somiglianza con la bozza di decreto proposta lo scorso febbraio dall’Istituto Italiano Privacy è, come dire, evidente in molti punti.

Il legislatore non si è neanche preoccupato, ad esempio, di cambiare i titoli degli articoli.

Niente di tragico, ma se si appalta la legislazione a terzi, almeno lo si faccia un po’ più speditamente.Il testo è adesso all’esame delle commissioni parlamentari ma ha già ricevuto il parere di Consiglio di Stato, Garante della Privacy e Autorità delle Comunicazioni.

Il Consiglio di Stato ha fatto presente che il legislatore italiano, non si capisce bene perchè, ha scelto la strada meno semplice e più onerosa per le finanze pubbliche.

Il Garante della Privacy ha invece tentato di migliorare diversi punti del decreto.

In sintesi:

Il registro deve diventare operativo entro 90 giorni (quindi all’incirca entro ottobre 2010).

Ci si potrà iscrivere al registro compilando un modulo web, via mail, via telefono, via fax, con una raccomandata. Sarà necessario fornire gli estremi del documento di identità e il codice fiscale. Per telefono ci guiderà un sistema automatico. Temo molto per i pensionati e non solo.

Vietate le richieste multiple di iscrizione (una richiesta per busta e stop). Chissà perchè, forse le Poste Italiane si son lamentate.

L’iscrizione è a tempo indeterminato.

Il registro verrà gestito dal Ministero dello Sviluppo Economico, con possibilità di affido a terzi.

Ci sarà l’obbligo di identificazione del chiamante, ma non ci conterei troppo.

Per chi violerà la privacy di un iscritto al registro ci saranno possibili multe da 10.000 a 120.000 euro.

Non impressionatevi: prima chi telefonava a casa senza il consenso rischiava multe da 20.000 a 120.000 euro e non c’era la fila a pagarle.

Il decreto prevede anche una parte che riguarda la diffusione al cittadino-consumatore della possibilità di iscriversi al registro delle opposizioni. Ci sarà scritto nelle bollette telefoniche (speriamo non in comic sans 8) e nei primi 6 mesi verrà effettuata una massiccia campagna informativa.

Oddio, massiccia c’è l’ho aggiunto io.

Lo stanziamento è in totale di 300.000 euro.

Saranno prelevati dal fondo delle sanzioni amministrative dell’Autorità per la concorrenza e il mercato che serve per legge a finanziare iniziative a favore dei consumatori.

Per farvi un’idea. Per il 2010 il fondo ha a disposizione un totale di quasi 39 milioni di euro. Per informare i consumatori sul nuovo registro quindi dedicheremo un bel 0,7%.

Mica male, anche in confronto ai fondi stanziati nel 2010 dal governo per la campagna informativa sul passaggio al digitale terrestre: 53,5 milioni di euro.

Toccherà arrangiarsi un po’.

Sullo stesso argomento:

La partita del Telemarketing
Telemarketing: la lobby perfetta.
L’ultimo giorno infelice del mondo

Bergamo, la Lega e la bandiera sui rifugi

Umberto Bossi che minaccia la guerra civile se toccano la provincia di Bergamo è comprensibile da un certo punto di vista.

Lassù infatti la giunta Lega + Pdl ha appena varato una nuova e fiammante bandiera della Provincia, tutta in sfondo verde con la scritta in dialetto “Bèrghem“.

Roba per cui sono disposti ad andare in guerra addirittura contro il Club Alpino Italiano.