Oggi il Giornale arricchisce la sua campagna contro Roberto Saviano con un articolo di Stefano Zurlo: “Ma quale Everest, Saviano dà i numeri“.
Premessa d’obbligo dello scrivente prima di procedere: Roberto Saviano, fortunatamente, può sbagliare. Appartenendo al genere umano succede così di norma. E si può anche criticare. Lo dice uno che lo criticò 6 anni fa per un suo articolo, quando Roberto non era ancora “Saviano”.
Detto questo l’attacco di Zurlo di oggi riguarda i numeri, che come si sa il giornalismo italiano non ama molto. Figuriamoci al Giornale.
Nell’ultima puntata di “Vieni via con me” Saviano ha parlato della montagna di rifiuti illegali mettendola a confronto con una montagna vera, quella più alta del mondo: l’Everest.La montagna di rifiuti gestiti dalle organizzazioni criminali se fosse impilata con una base di 3 ettari raggiungerebbe quota 15.600 metri, quasi il doppio dell’Everest. Questa stima cerca di rendere più comprensibili cifre che possono risultare troppo grandi per le nostre teste abituate a misurare il mondo concretamente.
A Zurlo l’immagine della montagna di monnezza però non è piaciuta :
“Saviano fa poggiare il suo super Everest su una base di 3 ettari. L’equivalente di sei campi da calcio. Perché tre ettari ? Risposta: perché gli viene comodo. Saviano disegna un gigante che poggia sulle zampine di una formica. Impossibile quasi da immaginare. Insomma, a furia di contare e mettere in fila ecoballe, lo scrittore compone il suo ecomostro. Perché a voler essere realisti, e dare all’Everest la base dell’Everest, almeno 1.200 chilometri quadrati, la montagna di Saviano si fermerebbe a quota 25 centimetri. Venticinque centimetri. La vetta più bassa del mondo. E soprattutto la meno televisiva dell’universo”
Sarebbe bene comunicare tempestivamente a Zurlo che l’intero Sagarmatha National Park è 1200 kmq. A prenderla molto larga si può arrivare a dire che l’area del monte Everest è circa 40 chilometri quadrati. Non serve andare a controllare di persona (che comunque merita) basta controllare una cartina.
E per la precisione, 3 ettari di terreno non corrispondo a 6 campi da calcio. A meno che non si parli del campetto dietro casa, perchè se si tengono conto delle misure ufficiali arriviamo al massimo a 4.
<%image(dati saviano.jpg|632|315|dati saviano)%>L’altra parte sottoposta a critica del lungo intervento di Saviano è quella riassunta nell’immagine qui a fianco.
Sono i dati riferiti ai rifiuti tossici dell’Acna di Cengio seppelliti nella discarica di Pianura a Napoli.
Sono in effetti dati sbagliati.
Senza andare dietro ai tir di Zurlo, si ricostruisce che quelle cifre vengono da un articolo di Carlo Bonini su Repubblica del gennaio 2008. L’equivoco è però che si riferiscono al totale dei rifiuti bonificati nel caso Acna e non a quelli portati a Pianura.
Comunque a Napoli i rifiuti tossici dell’Acna di Cengio ci finirono per davvero. Più difficile stabilire quanti.
Il 15 gennaio del 2008 in aula, l’assessore regionale piemontese Nicola De Ruggiero disse che “la commissione parlamentare d’inchiesta sui rifiuti nei suoi verbali dichiara l’individuazione nella discarica di Pianura di almeno 800mila tonnellate di rifiuti tossico-nocivi provenienti dall’Acna di Cengio.
Ma in verità nelle relazioni della commissione le cifre sono altre: 1.000 tonnellate di fanghi tossico nocivi (pag.13). Non 800.000.
In due rapporti di Legambiente del 1994 “Rifiuti Spa” invece si parla in primo momento di 500 tonnellate e poi di altre 20.000.
Nel 2010 nelle dichiarazioni dell’imprenditore pentito Gaetano Vassallo si trovano conferme:
“Ricordo i rifiuti dell’Acna di Cengio, che furono smaltiti nella mia discarica per 6.000 quintali. Ma carichi ben superiori dall’Acna furono gestiti dall’avvocato Chianese: trattava 70 o 80 autotreni al giorno. La fila di autotreni era tale che formava una fila di circa un chilometro e mezzo”.
<%image(acna pianura.jpg|302|232|acna rifiuti pianura)%>Infine una prova documentale del quantitativo di tonnellate di fanghi tossici finiti dall’Acna di Cengio a Pianura è quella fornita dal centro di documentazione “Patrizio Fadda” e che trovate nell’immagine qui a fianco. Si parla di 10.000 tonnellate.
In sostanza se al Giornale ci tengono tanto al fact checking (cosa di cui dubito) almeno la prossima volta ci mettano un po’ più d’impegno.