Si metta a verbale: un progetto di legge elettorale orrendo, frutto di una minuscola classe politica.
Dilettanti che giocano al piccolo chimico elettorale con in mano i sondaggi e in mente un orizzonte temporale lungo forse 10 mesi.
In venticinque anni da elettore, l’italiano medio si è cimentato con il proporzionale a preferenza multipla, con il maggioritario uninominale con quota proporzionale, con il proporzionale a liste bloccate, con il doppio turno alla francese nelle comunali in città, con quello a turno unico in campagna, con il doppio turno ma a collegio uninominale alle provinciali, con il sistema proporzionale con premio di maggioranza alle regionali, con il proporzionale a preferenza multipla e metodo Hare alle europee, con il referendum con il quorum ma anche senza per quelli costituzionali, con le primarie a turno unico e quelle a doppio turno che verranno.
A questo punto all’album delle figurine dei sistemi di voto ci mancano solo il sistema australiano, le schede perforate della Florida e un’elezione per sorteggio.
Poi abbiamo visto tutto.
Tutto, a parte qualcosa di serio.