Quei principianti dei Guzzanti

Il discorso di Alessandro Di Battista (M5S) sul “caso marò” ha riscosso oggi numerosi pubblici apprezzamenti.

Lui, laureato al Dams, c’ha un curriculum tutto Sud America e nuvole, che a raggiungere Gianni Minà gli manca solo Teofilo Stevenson.

Una volta si sarebbe detto un background da sinistra radicale (Chiapas compreso), solo che poi è stato rapito dal Lato Oscuro della Forza ed è andato a lavorare per la Casaleggio Associati (che gli pubblica anche un libro).

Ha applaudito l’elezione della Boldrini e ha fatto i sinceri complimenti a Nichi Vendola per un discorso. Se la sinistra italiana in questi anni non si fosse sputtanata a piene mani, Alessandro di Battista forse starebbe da quelle parti lì.

Con eventualmente gran dispiacere del babbo che è uno stravagante imprenditore/politico/fascista antiberlusconiano e pure blogger.

Roba da far passare per dei principianti quelli della famiglia Guzzanti.

La rete di controllo in Tibet

Qualche anno fa in Tibet mi stupivo della ossessiva (oltre le aspettative) rete di controllo cinese.

Qualche giorno fa “Human Right Watchha evidenziato come il “piano di sorveglianza” cinese sul Tibet stia procedendo a passo spedito, sia con mezzi tecnologici che con strategie amministrative e sociali.

Dopo aver “commissariato” i monasteri, dopo aver militarizzato la Tar (Tibet Autonomous Region) con più di 600 nuove stazioni di polizia, dopo aver disseminato Lhasa di telecamere e varchi presidiati, ora Pechino estende anche al Tibet un livello di controllo sociale capillare attraverso l’introduzione dei “comitati di quartiere”.

Intanto la diaspora tibetana nelle ultime 24 ore ha diffuso la notizia di altre due immolazioni nell’est dell’altopiano (contee di Zamtang e Gannan)

Da febbraio 2009 la tragica contabilità ha toccato quota 111.

due papi

Papi

La storia passa di qui e non è che puoi far finta di niente.

 

Riparte il circo rimborsi

Mercoledì prossimo (27 marzo 2013) scadono i termini per la presentazione delle domande per ottenere i rimborsi elettorali per le elezioni politiche e regionali del 24 e 25 febbraio.

Poi ci saranno le riunioni degli uffici di presidenza di Camera e Senato per decidere le diverse attribuzioni.

Insomma riparte il circo rimborsi. Spettacolo assicurato.

Sapevatelo.

In Parlamento ci nascondono molte cose

La settimana scorsa, mentre Grasso teneva il suo discorso di insediamento come Presidente del Senato, il canale “La Cosa” sul blog di Beppe Grillo mandava in onda un filmato dove c’era uno che sosteneva che “su Marte ci nascondono molte cose” (giuro, per gli appassionati del genere il video è questo).

Era sabato e molto probabilmente alla postazione di comando de “La Cosa” negli uffici della “Casaleggio Associati” non c’era nessuno: andavano in loop i video precedentemente selezionati da qualche appassionato di complotti marziani.

Lo streaming si potrebbe definire quasi un mito fondante del Movimento 5 Stelle.

Tutto in streaming !

O quasi tutto.

In questi giorni alcune riunioni dei gruppi del Movimento, quelle più delicate, si sono svolte a porte chiuse. Qualcuno pare abbia detto: “trasparenti sì, fessi no“. Alla fine escono i capigruppo e fanno il piccolo video di riassunto che (per chi avesse frainteso) non è informazione, ma comunicazione politica tanto come un comunicato stampa.

Comunque il Movimento ha detto che chiederà lo streaming di tutte le riunioni di commissione.

In linea generale niente di male per carità, ma se l’obbiettivo è la trasparenza è necessario lavorare sulle parole, sui dati e sulla loro massima apertura. Migliorare la qualità e ricercabilità delle informazioni istituzionali.

Capisco che sia una roba un po’ più complicata che mettere una webcam in una sala, ma forse un pelo più utile.

Perchè il rischio è che alla fine con questo benedetto streaming si riduca tutto ad un Grande Fratello.

E non parlo di quello di Orwell.

Penso più a quello della Endemol.

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update delle 19.30: pare che al capogruppo Crimi sia scappata qualche parola di troppo sul Capo della Stato. Tutto in diretta streaming.

Non habemus smartphone

Piazza San Pietro stracolma con gli smartphone all’insù nella serata dell’habemus papam.

Una foto significativa della tecnologia che invade la vita quotidiana e la storia.

Però quella sera ci dovevano essere in Vaticano parecchi stranieri, almeno a giudicare dai grafici contenuti nell’ultimo rapporto (fine 2012) del “Bank of America Merrill Lynch Global Wireless Matrix” che trovate qui sotto: secondi nella penetrazione del mobile, ma molto più in basso per la diffusione degli smartphone.

Altro grafico interessante quello che posiziona il mercato italiano al secondo posto (quasi primo a pari merito) per i margini di profitto.

(via Peter Nowak)

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La pirateria non è un pericolo

Il mercato della musica digitale non è danneggiato dalla “pirateria”. Anzi.

E’ una delle conclusioni di una ricerca dell’Institute for Prospective Technological Studies (uno dei centro studi a disposizione della Commissione Europea).

Gli autori (Luis Aguiar e Bertin Martens) hanno analizzato una base di dati piuttosto corposa e precisa e profilato il comportamento di 16.290 utenti di cinque nazioni: Germania, Francia, Regno Unito, Spagna e Italia.

I risultati confermano che il download illegale non danneggia il mercato della musica digitale e che i siti di streaming sono un volano per le vendite: “our fi ndings suggest that digital music piracy should not be viewed as a growing concern for copyright holders in the digital era“.

Per quanto riguarda in specifico l’Italia ci piazziamo secondi (dietro la Spagna) come download illegale e ultimi nella fruizione dello streaming legale.

(qui il rapporto integrale)

La mossa Tenzin

Un papa semplice e simpatico. A Jorge Mario Bergoglio pare venir tutto naturale.

Dietro i gesti e le parole non sembra esserci una strategia di comunicazione messa giù a tavolino, ma l’indole dell’uomo venuto dalla fine del mondo.

Il paragone con il suo predecessore sotto questo profilo non si può nemmeno immaginare.

E forse qualche cardinale nel chiuso della Cappella Sistina ha pensato proprio quello: per risollevare le sorti e l’immagine della Chiesa di Roma qua non ci serve un insigne maestro di teologia ma uno che possa fare concorrenza a Tenzin Gyatso.

Le mani pulite in tasca

Nelle prossime ore, vista l’attualità politica, magari qualcuno tirerà fuori una citazione:

A che serve avere le mani pulite se si tengono in tasca

E’ una citazione che ha una storia curiosa.

Negli ultimi anni in molti l’attribuiscono a don Lorenzo Milani grazie soprattutto ad un accenno che fece Roberto Saviano nel suo intervento al Palasharp nel febbraio 2011 e riportato in un suo articolo su Repubblica.

C’hanno titolato pure un libro quelli di Chiarelettere.

La frase però non è di don Milani ma di don Primo Mazzolari (scritta in modo leggermente diverso da come viene citata in “Tempo di credere” opera del 1940)

L’equivoco, poi diffuso dalla Rete, viene probabilmente da un vecchio articolo di Famiglia Cristiana degli anni ’90 che riporta una scritta nella bottega del falegname di Vicchio.

A confermare la mancata attribuzione della citazione anche Michele Gesualdi.

Insomma, a volte con le citazioni è necessario sporcarsi le mani.

9 cose sui rimborsi elettorali

<%image(rimborsielettorali.jpg|826|589|rimborsi elettorali)%> Si parla e si scrive tantissimo di rimborsi elettorali ai partiti, ma anche negli “spiegoni” migliori succede di lasciare indietro qualche pezzo utile alla comprensione.

In sintesi:

1- con la nuova legge i soldi che finiscono ai partiti come “rimborso” sono al massimo 91 milioni di euro all’anno.

2 – di questi 63,7 milioni sono “rimborsi” elettorali veri e propri (70%). Il restante 30% è co-finanziamento ai contributi privati ricevuti dai singoli partiti o movimenti.

3 – i 63,7 milioni sono divisi in 4 fondi rispettivamente per Camera, Senato, elezioni europee e regionali. Vuol dire che per questa tornata elettorale delle politiche 2013 i rimborsi ammontano a 32 milioni di euro.

4 – i 32 milioni di euro sono per ogni anno di legislatura parlamentare. Il finanziamento comunque si interrompe se si interrompe la legislatura, questo grazie ad una modifica della vecchia legge avvenuta nel 2011 e che molti dimenticano.

5 – ai rimborsi elettorali non serve rinunciare esplicitamente, basta non farne richiesta entro 30 giorni dalle elezioni.

6 – con l’attuale legge, anche senza l’annunciata volontà di non ottenere i rimborsi, molto probabilmente il Movimento 5 Stelle non avrebbe potuto ricevere i fondi elettorali per la mancanza di alcuni requisiti del proprio “non statuto“.

7 – senza governo si torna alle elezioni e quindi i fondi a cui rinuncerebbe il Movimento 5 Stelle non sono 42,7 milioni, ma circa 8.

8 – nel 2000 i Radicali hanno promosso un referendum per l’abolizione dei rimborsi elettorali. A votare andò solo il 32% degli aventi diritto. Niente quorum (71,1% di favorevoli pari a circa 10 milioni di elettori).

9 – i conti precisi su quanto ci sono costati i rimborsi elettorali li ha fatti la Corte nei Conti nel 2010 con questa tabella.

Papalino.com

Dall’annuncio delle dimissioni storiche di Benedetto XVI le registrazioni dei domini che girano attorno all’elezione del nuovo papa sono state centinaia in tutte le lingue.

La lotteria riguarda anche il nome del futuro papa, sia quello di battesimo che quello che verrà scelto per il pontificato.

Vanno forte leonexiv.qualcosa e pioxiii.qualcosaltro.

Premio della giuria invece a Chris Dunaway dal Tennessee che ha puntato tutto su Anacleto (popecletusii.com).

Se ci prende lo fanno santo.

ps: per chi fosse interessato nessuno ha ancora puntato su “papa Lino” (che c’è già stato qualche millennio fa). Anche quello regala un bel jackpot.

Ti ricordi quella volta dell’144 ?

Una forza politica che si finanzia con i soldi di società operanti in settori discutibili ?

Roba vecchia come il mondo. Ce ne sono state, ce ne sono, ce ne saranno.

Nel suo piccolo anche il “Movimento 5 Stelle” che nella sua unica “sede” ufficiale (come da “Non Statuto”) ospita la pubblicità della Interactive 3G, società spagnola che opera nel rutilante mondo dei servizi a valore aggiunto per la telefonia mobile (loghi, suonerie etc) e che qualche utente magari conosce per il sito “Rintonix”. Non vi dice niente ? Chiedete a Google.

Sì è vero, è roba che viene da Adsense. Ma di certo alla Casaleggio Associati, nella loro somma conoscenza della Rete, saranno informati della possibilità di poter bloccare alcuni tipi di annunci.

Un blocco, come successe quella volta 20 anni fa.

Investimenti a cinque stelle

E comunque al netto dell’autista di Grillo, nella lottizzazione trentennale del “Polo Turístico Golfo de Papagayo” c’ha investito mezzo mondo. I mancati vicini delle ville ecologiche con bunker anti-atomico sono parecchio a cinque stelle.

Quelli di Four Season c’hanno messo 105 milioni di dollari, l’imprenditore italiano Luigi Scavetta (quello della frutta tropicale) per costruire in Costa Rica l’hotel Costa Smeralda (sigh) ha sborsato 7 milioni. L’Occidental che è subentrata ne doveva investire 35.

Poi c’è il resort della catena Hilton.

A spanne e star bassi nella Bahia Culebra in totale ci sono investiti più di 160 milioni di dollari.

E’ robetta un po’ più impegnativa che aprire uno stabilimento balneare a Sestri Levante.

Costarica, spiaggia libera

Al momento io ci vedo poca “ciccia” nell’inchiesta dell’Espresso su Grillo e Costarica. Però.

Però, secondo me, può essere materiale per un comico. Di quelli bravi.

Le elezioni al tempo di internet (e del votometro)

Succede che quando cominci, poi fai fatica a smettere.

Succede che normalmente nel rimettere in ordine, ti accorgi che è rimasta fuori un sacco di roba. Ed è un peccato.

Succede alla fine che ti vien voglia di fare un esperimento.

Quelli che ne sanno e se stanno generalmente dall’altra parte del grande oceano lo chiamano “long-form journalism“: un giornalismo che la prende un po’ per le lunghe.

Ecco “iVot – le elezioni al tempo di internet” è un pezzo sul tema del voto online che se la prende abbastanza comoda con il numero di parole spese, ma se la vorrebbe prendere comoda anche con i tempi, senza dover per forza incartare il pesce del giorno dopo.

iVot è, nel nome, un omaggio a quella lingua strana che vive tra la via Emilia e il West ed è uno spazio aperto a tutti. Eccezion fatta per i nazisti dell’Illinois.

La verità è là fuori

Confesso.

Qualche giorno fa, per alcune faccende che adesso qui è lungo spiegare, mi sono imbattuto nel video delle “Parlamentarie” di Paolo B, ventenne deputato emiliano del Movimento 5 Stelle. Sì, quello dei microchip per il controllo dell’umanità.

Lì per lì la tentazione di “percularlo” c’è stata. Ma ho desistito.

Non so bene perchè. Forse per un senso di comprensione umana.

Mi sembrava una vittima di un qualcosa più grande di lui.

Un qualcosa che da un giorno all’altro l’ha catapultato da San Pietro in Casale a Roma.

Di quel qualcosa ovviamente fa parte il porcellum e anche il sistemino messo su da Casaleggio che con 106 preferenze (tre preferenze disponibili ad elettore) ha spedito a Montecitorio un ragazzo di 25 anni affascinato dai complotti planetari.

Ah sì, poi c’è Twitter

M’avevano parlato di questa cosa nuova che c’è più o meno da 6 o 7 anni che si chiama Twitter. E non è che non c’avessi provato a suo tempo a giocarci un po’, però m’era passata dalla testa e come succede spesso con le cose che ti passan dalla testa, non c’ho pensato più.

Poi l’altro giorno mentre la neve si scioglieva ho visto in giardino una coppia di merli che scarugava sotto il pino. E uno dei due si deve essere spaventato perchè è volato via. E mentre volava via m’è passato sopra.

E niente, non so perchè ma ho pensato come in effetti “l’altro giorno mentre ero in giardino e la neve si scioglieva un merlo è volato via e mi ha cagato in testa e io non l’ho presa affatto benefosse una frase di 140 caratteri esatti.

E così m’è tornato in mente Twitter.

Alla faccia del #merlo.

@lorenzcamp

I futures sul Cucciolone

Da queste parti, da quasi due lustri, il paniere Istat è fuoricorso ed è in vigore invece quello Algida.

Se la crisi erode i vostri risparmi e siete lì a maledire banche, consulenti e commercialisti che in questi anni vi hanno rifilato mirabolanti investimenti su obbligazioni turche, bond norvegesi e futures sudafricani, sappiate che se 11 anni fa mettevate da parte un rimorchio di “Cuccioloni” oggi sareste allegri e spensierati.

Prezzo Cucciolone 2002: 0.77 euro (1500 lire)
Prezzo Cucciolone 2013: 1.30 euro (2500 lire)
Rendimento annuo: circa il 4,9%

Se vendevate ad inizio 2008, prima dell’inizio della grande crisi, portavate a casa un 6,1% annuo.

I gelidi speculatori finanziari che invece hanno puntato sul “Cornetto Classico” si devono accontentare del 4,3% .

La rivoluzione in maniche di camicia

Ad occhio la prima, improrogabile battaglia legislativa del “Movimento 5 Stelle” dovrà essere quella contro l’obbligo di indossare la giacca alla Camera e al Senato.