<%image(rimborsielettorali.jpg|826|589|rimborsi elettorali)%> Si parla e si scrive tantissimo di rimborsi elettorali ai partiti, ma anche negli “spiegoni” migliori succede di lasciare indietro qualche pezzo utile alla comprensione.
In sintesi:
1- con la nuova legge i soldi che finiscono ai partiti come “rimborso” sono al massimo 91 milioni di euro all’anno.
2 – di questi 63,7 milioni sono “rimborsi” elettorali veri e propri (70%). Il restante 30% è co-finanziamento ai contributi privati ricevuti dai singoli partiti o movimenti.
3 – i 63,7 milioni sono divisi in 4 fondi rispettivamente per Camera, Senato, elezioni europee e regionali. Vuol dire che per questa tornata elettorale delle politiche 2013 i rimborsi ammontano a 32 milioni di euro.
4 – i 32 milioni di euro sono per ogni anno di legislatura parlamentare. Il finanziamento comunque si interrompe se si interrompe la legislatura, questo grazie ad una modifica della vecchia legge avvenuta nel 2011 e che molti dimenticano.
5 – ai rimborsi elettorali non serve rinunciare esplicitamente, basta non farne richiesta entro 30 giorni dalle elezioni.
6 – con l’attuale legge, anche senza l’annunciata volontà di non ottenere i rimborsi, molto probabilmente il Movimento 5 Stelle non avrebbe potuto ricevere i fondi elettorali per la mancanza di alcuni requisiti del proprio “non statuto“.
7 – senza governo si torna alle elezioni e quindi i fondi a cui rinuncerebbe il Movimento 5 Stelle non sono 42,7 milioni, ma circa 8.
8 – nel 2000 i Radicali hanno promosso un referendum per l’abolizione dei rimborsi elettorali. A votare andò solo il 32% degli aventi diritto. Niente quorum (71,1% di favorevoli pari a circa 10 milioni di elettori).
9 – i conti precisi su quanto ci sono costati i rimborsi elettorali li ha fatti la Corte nei Conti nel 2010 con questa tabella.