C’è una costante nelle votazioni online del “Movimento 5 Stelle” (oltre la retorica digital-utopistica): la reticenza della Casaleggio Associati a comunicare il numero finale dei votanti.
E’ successo la prima volta con le primarie per il Parlamento. Il numero dei votanti effettivi (20.252) fu annunciato, dopo molte insistenze, 12 giorni dopo la “chiusura dei seggi” a margine di un post che parlava di altro.
La stessa cosa è avvenuta per le primarie per il candidato sindaco di Roma: aventi diritto, preferenze espresse, ma niente numero di votanti.
Solo con le regionali della Lombardia il dato è stato comunicato subito (2.003).
Ieri nel caso del tribolato “sondaggione” per individuare una prima rosa di candidati per il Quirinale è successo di nuovo, con l’utilizzo di una formula ancor più ambigua che ha tratto in inganno i più frettolosi: la frase “quasi 50.000 persone hanno potuto esprimere democraticamente, senza chiedere un euro a nessuno, la loro preferenza per il Capo dello Stato” non svela il numero dei votanti ma solo quello degli aventi diritto (48.282).
Motivi pratici e logici per questa continua reticenza ed ambiguità nel comunicare un dato banale non ci sono.
Non possono essere evidentemente ragioni tecniche, perchè un sistema di voto che non individui immediatamente il numero di votanti non ha ragione di esistere.
Sembra più che altro una questione di marketing: la difficoltà ad ammettere un numero comunque ridotto di votanti, una base militante piuttosto esigua per un movimento che fa della partecipazione attiva dei cittadini una ragion d’essere.