Deputato X del M5S distrugge Y

Da quando il Movimento 5 Stelle è in Parlamento sui social cosi ed in particolare su Facebook non è difficile imbattersi in video dai titoli che ripercorrono ossessivamente questo schema : Deputato X del M5S distrugge Y.

E’ con tutta probabilità farina del sacco della Casaleggio Associati che utilizza parole piuttosto “guerriere” per promuovere il proprio cliente gandhiano. E deve anche funzionare se insistono.

Farà certo parte di quelle innovative pratiche che porteranno al radioso futuro della democrazia diretta, transitando momentaneamente dai bonifici di Google Adsense.

Prism modello Abissinia

Negli Stati Uniti il programma speciale di raccolta e sorveglianza dei dati delle telefonate e del traffico internet è cominciato con un ordine speciale di George Bush dopo l’11 settembre.

Si trattava di un provvedimento eccezionale e temporaneo di 30 giorni.

Siamo nel 2013.

Questi yankee devono aver studiato la tassazione della benzina in Italia.

prims

Prism, conversazione con Obama

Prism, il programma di sorveglianza digitale made in Usa emerso ieri grazie agli scoop di Washington Post e Guardian, ha già una sua pagina su Wikipedia.

I dettagli della vicenda non sono ancora ben definiti ma ce n’è già abbastanza per mettere in seria difficoltà e imbarazzo la Casa Bianca, il Congresso e i big player della Rete.

Nel frattempo, prendendola alla leggera, possiamo immaginare un Obama che scende e affronta una conferenza stampa con i toni di Jack Nicholson in “A few good men”.

E infine, se fossi uno di quelli che copia-incollava su Facebook la sballatissima catena di Sant’Antonio del “il ministro degli interni italiano ha chiesto ( e ottenuto) l’accesso ai profili fb” (venendo regolarmente perculato), andrei sotto le finestre di tutti noi persone di buon senso a fare “perepepe“.

Quei vecchi numeri del 4×1000 ai partiti

Il Governo ha trasmesso alla Camera il testo base ufficiale per la nuova normativa sul finanziamento ai partiti.

Sparisce la norma discussa e discutibile dell’assegnazione anche del cosiddetto inoptato ovvero il “2 per mille” delle imposte di quelli che per distrazione o disinteresse non effettuano alcuna scelta (nel caso dell’8×1000 questa percentuale è quasi del 60%, mentre è solo del 40% con il 5×1000).

Rimangono invece alcune sovrapposizioni contabili ballerine tra la vecchia e nuova normativa. Comunque nel 2017, a regime, il tetto massimo di finanziamento sarà di 55 milioni di euro.

In sostanza in questa forma il 2×1000 assomiglia quasi interamente al vecchio 4×1000 che fu introdotto nel 1997 e “miseramente” ritirato due anni dopo. Un’esperienza disastrosa ma esemplare dell’incapacità legislativa ed organizzativa della politica italiana. Per non dire della malizia.

Schematicamente andò così: con la legge del 2 gennaio 1997 viene introdotto il 4×1000 per finanziare i partiti. In attesa del 30 novembre (data in cui il Ministero delle Finanze è tenuto a comunicare i dati ufficiali) le forze politiche si assegnano 160 miliardi di lire come anticipo.

Nasce però un gran casino con i moduli fiscali. A metà anno quelli che hanno destinato il proprio 4×1000 paiono pochissimi. I partiti protestano e stabiliscono una proroga nella scadenza della consegna al 31 dicembre 1997. Viene anche stabilito che “provvisoriamente” i fondi non verranno assegnati valutando analiticamente l’imposta di chi ha effettuato la scelta, ma moltiplicando il numero dei volenterosi contribuenti per l’imposta media italiana.

L’8 maggio 1998 viene varata una legge in cui è infilato un articolo che assegna ai partiti per quell’anno altri 110 miliardi di lire a titolo sempre di “anticipo”, da restituire eventualmente anche questi quando si conosceranno con certezza i conti ufficiali del 4×1000.

Il 3 giugno 1999 arriva invece un’altra legge sul finanziamento ai partiti, quella dei famosi “rimborsi“. Il 4 per mille va in soffitta ma il legislatore vuol mantenere la parola data: restituiremo gli eventuali soldi in più incassati dalle dichiarazioni dei redditi. Il Ministero delle Finanze è incaricato di riscuotere dai partiti i fondi in eccesso in comode rate decennali a partire dal 2000. Ovviamente dopo aver stabilito ufficialmente quanto avevano deciso di versare alla politica nel 1997 e 1998 i contribuenti italiani.

Di quei conti non si trova ad oggi un’evidenza pubblica, così come della restituzione dei fondi anticipati. Magari giacciono impolverati in qualche cassetto del ministero.

In compenso ci sono stati in questi anni molte stime, numeri non ufficiali, cifre in libertà su quanti italiani effettivamente hanno scelto di versare ai partiti il 4×1000 delle proprie tasse.

Gli unici dati ufficiali di dominio pubblico li ha dati nel gennaio 1999 il ministro Visco, dopo molte sollecitazioni del Parlamento.

Visco scrisse una lettera alla commissione Affari Costituzionali della Camera con questi numeri:

– nel 1997 sono stati 450.000 i contribuenti a finanziare i partiti. Questa cifra moltiplicata per il 4×1000 dell’imposta media (intorno ai 5,5 milioni di lire) porta il conto a circa 10 miliardi di lire (150 in meno di quelli anticipati).

– per il 1998 i dati comunicati sono parziali: su 6,5 milioni di “730” (totale 7,5 milioni) i contribuenti che optarono per il finanziamento ai partiti furono 820.000, mentre sul 7% dei 14 milioni di “Unico” analizzati a scegliere il 4 per mille furono 53.419. A esser generosi e di manica larga in base a questi dati si possono stimare per il 1998 finanziamenti per circa 35 miliardi di lire (75 in meno di quelli anticipati).

Con numeri come questi il nuovo 2×1000 rischia di aver vita corta, se non cortissima.

I radicalchic del 78

Alessandro Di Battista, astro nascente del Movimento 5 Stelle, quello con il babbo in stile Guzzanti, oggi ribadisce ancora una volta che destra e sinistra pari sono e se la prende con il “radicalchicchismo”:

Ripeto, non sono di sinistra. Oltretutto reputo che la tendenza al “radicalchicchismo” di una certa sinistra abbia contribuito a distruggere l’Italia cosi’ quanto il piu’ becero berlusconismo…. Io non sono di sinistra, ovvio, non sono neppure di destra, sono del 78′! Tutto qui‘.

Il pellegrinaggio a La Higuera sotto il monumento al Che in effetti è poco radicalchic, non c’entra niente con la sinistra e soprattutto fa molto 1978.