L’ultimo articolo di Roberto Saviano su Repubblica non è passato inosservato e non sono mancate le critiche per la confusione e la superficialità d’argomenti.
Dirò una banalità che peraltro ho già scritto in passato: Roberto Saviano, vivaddio, appartiene al genere umano quindi a volte commette errori. Altrettanto ovviamente tutte le cose buone prodotte non vanno in prescrizione a causa di quegli errori, ma l’ampio credito ottenuto anche attraverso l’immenso coraggio nell’affrontare le privazioni assurde di una vita blindata, non deve trattenere i ben intenzionati (i maleintenzionati in servizio permanente non si contano) a dire quello che va detto: hai scritto una cazzata.
A me del pezzo ha particolarmente colpito un passaggio, tra gli altri:
“Oggi c’è il web, innanzitutto, che tende a diffondere rapidamente notizia o pseudo-notizia: il web è un mare magnum dove si può trovare chiunque e qualsiasi cosa. È difficilissimo, talvolta praticamente impossibile, discernere il vero dal falso: teorici del complotto che si esercitano su ogni episodio, video che sembrano autentici si rivelano fake, blogger dediti all’arte della denigrazione“.
Mi ha colpito perchè 9 anni fa, prima di diventare “Saviano”, Roberto era un blogger a cui a volte capitava di scrivere anche post imprecisi e un po’ complottisti.