Ricostruire cosa è accaduto a Josepha e ai suoi compagni di viaggio (quelli vivi e quelli morti) nel mezzo del Mediterraneo a metà luglio 2018 è un modo per ridare umanità e senso alle storie delle migliaia di persone che hanno tentato di attraversare il mare in questi anni.
Josepha è rimasta aggrappata per molte ore alla vita e ai resti di un gommone. Noi proviamo a rimane aggrappati ai fatti e se possibile alla verità.
Ore 7.30 di martedì 17 luglio: una barca della ong spagnola Open Arms trova a circa 80 miglia dalla costa libica (e altrettante da Lampedusa) i resti di un gommone con i cadaveri di un bambino e una donna. E poi trova Josepha, che è ancora viva.
Ore 16.00 di lunedì 16 luglio (il giorno prima): nell’area del ritrovamento di Josepha entra la portacontainer Triades diretta a Misurata. Probabilmente avvista i migranti e avverte autorità (quali è da stabilire). Triades, come evidenziano le tracce registrate, rimane lì fino a dopo le 22.00. Siamo al confine tra l’area SAR (Search and Rescue) di Malta e la neo-costituita (meno di un mese fa) SAR libica. Fino a giugno il soccorso sarebbe stato di competenza europea.
Ore 22.00 di lunedì 16 luglio: Arriva sul luogo una imbarcazione della guardia costiera libica. La testimonianza è della giornalista tedesca Nadja Kriewald presente con un operatore a bordo. Le operazioni di soccorso di 165 persone sarebbero continuate fino alle 23.00. La Kriewald afferma (nel racconto riportato da Udo Gumpel) che “non può confermare certamente, data la situazione notturna, che dopo il trasbordo dal gommone a bordo della nave non ci fosse rimasto nessuno a bordo” e che “non si può neanche sapere se c’era, nelle medesime acque, un altro gommone simile“.
Il racconto combacia con il comunicato della guardia costiera, riportato dai media libici, sul salvataggio di 165 persone (e del cadavere di un bambino piccolissimo) a 76 miglia a nord della costa di Gasr Garabulli, tra Tripoli e Homs. Nello stesso comunicato, dato molto importante, la guardia costiera libica si lamenta delle mancanza di mezzi adatti al soccorso notturno.
I migranti recuperati, secondo la guardia costiera, sono poi arrivati a Tripoli alle 4 del mattino del 17 luglio per poi essere trasferiti al centro di detenzione di Tajura.
Secondo Kriewald (e secondo la guardia costiera libica) i migranti erano in mare da tre giorni e questo è compatibile con i primi racconti di Josepha.
I fatti fin qui.
Rimangono aperte alcune domande:
Chi ha avvistato per primo i gommoni ?
E’ stato contattato il centro MRCC di Roma ? E se sì quando ?
Perchè sono stati lasciati in mare cadaveri e una superstite ?
Quali operazioni di soccorso ha svolto la Triades ?