Daphne era una rompicoglioni.
Una rompicoglioni come pochi.
Libera, negli strumenti e nelle opinioni.
A volte spietata, a volte azzardata, quasi sempre temuta.
Daphne era tutto questo in un coriandolo di terra in mezzo al Mediterraneo dove tutti si conoscono, dove i nomi sono sempre gli stessi, dove spesso “cane non mangia cane”.
Malta è più piccola della provincia di Prato e di fatto Daphne era una cronista locale che scriveva su un blog.
Solo che quel blog lo leggevano tutti: estimatori e nemici giurati.
Solo che quel blog parla di una piccola provincia che in verità è una giovane nazione europea, investita negli ultimi anni da un immenso fiume di denaro che ne sta cambiando l’aspetto e l’anima.
Gioco d’azzardo hi-tech, passaporti facili, traffico di droga, contrabbando, speculazioni immobiliari.
Tutto concentrato nel tempo e nello spazio, in un pezzo di terra circondato dall’acqua, dove tutti conoscono tutti e dove sicuramente qualcuno conosce anche la verità.
La verità in fondo cercava Daphne. Nient’altro che la verità.