<%image(tassa maoista.jpg|790|481|presidio maoista con tassa)%>Susan non ha trent’anni, i capelli ricci e gli occhi chiari. Viene da Melbourne. Gli australiani sono fra i pochi che incroci sui sentieri del Nepal in questa stagione. Bassa. Bassissima stagione.
Il verde non sarà quello intenso d’autunno o di primavera ma c’è molta meno ressa e posti migliori per mangiare e dormire a prezzi stracciati.
Birethanti è una delle porte d’ingresso al diversi percorsi di trekking che ruotano intorno alla catena dell’Annapurna. Quattro case buttate lì, riconvertite al turismo di montagna.
Di là dal ponte hai appena lasciato “un contributo” di 100 rupie al giorno al banchetto scalcagnato con bandiera rossa sventolante. Il ragazzino maoista a presidio ti rilascia regolare ricevuta. Quando si fa sera sbaracca e si ritira verso casa.
Anche l’ortodossia comunista, in Nepal, ha tempi e modi tutti suoi.
Susan insegna economia all’università. Ha girato parecchio. Moltissima Asia, un po’ d’Europa, per via del doppio passaporto inglese, e anche l’Italia. Ci si scambia quattro chiacchere, diverse impressioni e qualche battuta.
Lei è alla fine. Tu sei all’inizio. Ti racconta delle migliaia di gradini che t’aspettano. E poi ancora di altri gradini. E di discese e di risalite.
Di come in fondo si faccia una fatica bestia, ma di come altrettanto in fondo ne valga la pena.