Mi raccontano che giù a Pokhara ci sono le “Tre Sorelle”, un’ agenzia di guide e portatrici esclusivamente donna. Si incontra un numero sufficientemente alto di viaggiatrici solitarie (con solo guida al seguito) da queste parti. Olandesi, australiane, qualche coreana, inglesi, varie ed eventuali.
Pare che il mercato del trekking al femminile abbia i suoi spazi di crescita.
Marta è spagnola, catalana per la verità. E’ in giro qua in Nepal da un mese abbondante. Ci rimarrà un altro po’. In Spagna lavora come assistente ai detenuti in un programma finanziato dalle Ue. Adesso che i finanziamenti comunitari scarseggiano è finita nelle liste di mobilità. Con i soldi del sussidio si paga il viaggio.
Tra un mesetto torna a casa, una firma, incassa e riparte per il Sud Africa.
E’ una di quelle anime particolari ed inquiete che ritrovi spesso viaggiando.
Prendi ad esempio Sebastiano. E’ uno dei pochissimi italiani (bastan le dita di una mano) incrociati qui. Ci sta da 5 mesi in Nepal, altri 5 mesi di sicuro. I suoi hanno mandato Angela, sua sorella, a vedere se è ancora vivo e come procede quella tesi sullo sciamanesimo che sarebbe il motivo della trasferta.
La tesi non si sa come proceda, ma Sebastiano ha imparato a parlare un po’ di nepali, a mangiare con le mani (come usa qui) e già gli hanno appioppato un nomignolo . Si trova parecchio a suo agio. Ho come l’impressione che a i prossimi 5 mesi non gli basteranno e che ai genitori per vederlo toccherà abituarsi al fuso orario.