Siamo nel male e nel bene (ordine oggi corretto) il Paese del “tanto tutto s’aggiusta“.
E quindi anche stavolta.
Berlusconi andrà in tv o in Parlamento (oggi intercambiabili) e ci metterà in mezzo un qualche mea culpa come vuole il Partito Democratico. Poi ci si accorderà sulla soluzione tecnica che molto probabilmente riguarderà anche Bologna, dove fino a ieri la ferrea aderenza alle regole della maggioranza ha condannato la città ad un commissariamento lungo più di un anno.
Magari qualcuno più smaliziato metterà nel piatto della trattativa qualche concessione post-elettorale in enti vari o in Rai.
Ci sarà anche da accontentare i Radicali, sempiterni rompiballe che hanno guastato il giochino di Formigoni e che da anni si battono contro la burocrazia pelosa del processo elettorale. Quindi nuove norme per la presentazione delle liste che favoriscano maggiormente i piccoli movimenti o partiti.
Alla Lega ed in particolare a Maroni toccherà ingoiare qualche rospo in tema di coerenza. L’altro ieri Bossi, quando il casotto riguardava il PDL romano, godeva dei “dilettanti allo sbaraglio“, oggi che il partito rischia la Lombardia parla di “soluzione politica“.
Nel paese del tutto s’aggiusta, una soluzione si trova sempre. O quasi.