La scorsa settimana i Garanti per la Privacy europei riuniti nel gruppo “Art.29 Data Protection Working Party” hanno ribadito la necessità che i motori di ricerca diminuiscano il tempo di conservazione dei dati delle ricerche degli utenti.
Qualche giorno fa Cecilia Wikström, deputato europeo, si è accorta di aver firmato inavvertitamente, insieme ad altri 300 onorevoli, una dichiarazione scritta che conteneva la richiesta (in forma criptica) di estensione dei dati conservati dai motori di ricerca.
Il tutto giustificato da un sistema rapido di allerta contro la pedofilia.
Un classico che suona molto italiano.
Il primo proponente è in effetti un vecchia conoscenza.
Si tratta di Tiziano Motti, uno a cui una volta piaceva farsi chiamare Anonimo Emiliano.
Il nostro uomo a Bruxelles.