Osservare i percorsi che le notizie (o pseudo tali) percorrono per arrivare a noi grande pubblico, lo trovo interessante e a volte affascinante. La Rete è un ottimo strumento per soddisfare questa sottospecie di morboso hobby.
Oggi sulla homepage di Repubblica.it è arrivato questo articolo dedicato ai pericoli informatici dei siti pornografici. E’ stato pubblicato lunedì 14 nella sezione tecnologica.
E’ in sostanza la ripresa abbastanza fedele, diciamo così, di un articolo della BBC dell’ 11 giugno scorso.
La BBC aveva pescato la notizia dalla presentazione di uno studio di un gruppo di ricerca interuniversitario (con dentro parecchi italiani) alla nona edizione del “Workshop on the Economies of Information Security” ad Harvard lo scorso 7 giugno.
Lo studio si trova anche in Rete da inizio maggio. Peccato nessuno l’abbia linkato perchè è fatto bene e contiene anche un po’ di sano umorismo come quando i ricercatori scrivono: we first manually examined about 700 pornographic web sites. Finding volunteers was no problem.
Dura la vita del ricercatore.