Tutto è ormai sepolto. Anche la verità.
Il governo cinese ha archiviato la grande frana di Gyama di fine marzo sotto la voce “disastro naturale“, la stessa versione fornita nelle prime ore dall’agenzia di stampa di stato Xinhua, l’unica autorizzata ad avere inviati sul luogo dell’incidente.
Luogo dell’incidente mai indicato con puntuale precisione e ripreso sempre dalle immagini tv con una certa vaghezza.
Purtroppo o per fortuna però “al Ministero della Verità” non possono cancellare le immagini di Google Earth.
Da quelle immagini dal satellite la storia della frana di Gyama è molto diversa dal “disastro naturale” che ha inghiottito 83 persone.
Nella progressione delle immagini satellitari si nota come la vetta della montagna da cui è partita la colossale frana negli ultimi anni sia stata “lavorata” e “piallata”.
Il governo tibetano in esilio ha curato un rapporto, che seppur di parte, è ricco di dettagli circostanziati.
C’è la mano dell’uomo nel “disastro naturale”.
Qui sotto due immagini a confronto. La prima inquadra lo stato della montagna nell’estate di 3 anni fa (2010). La seconda evidenzia la portata degli interventi delle escavazioni ad agosto 2012.