Premessa. Io penso che la legge 106/2004 non sia un tentativo volutamente pianificato di limitare la libertà in Rete. Non lo credo avendo dato uno sguardo all’iter legislativo e alle relazioni che accompagnano il provvedimento. Penso sia soltanto una pessima prova di tecnica legislativa. Una volta di più qualcuno non è riuscito a percepire le conseguenze pratiche di ciò che ha prescritto. Forse è il caso di perdonare loro perchè non sanno quello che fanno.
Detto questo distillo la seguente riflessione.
In altri tempi, tempi in cui la Rete al massimo conteneva tonni o branzini, la legge n.106 l’avrebbero letta e maneggiata al massimo in mille in tutt’Italia, tanto per stare larghi.
Oggi sono altri tempi, tempi in cui questa legge 106 viene letta e maneggiata da un pubblico un poco più allargato, se non altro per il dubbio di dover sborsare di tasca propria 1.500 euro per omesso deposito.
In altri tempi la legge 106 così come è scritta avrebbe causato un ampio dibattito tra una quindicina di bibliotecari (giustamente terrorizzati dal vedersi sommergere da una montagna di documenti) con conseguente rimostranza ai piani superiori fin sù al ministero dove avrebbero risolto la questione con una circolarina oppure (molto più probabile) con uno telefonata tranquillizante dell tipo “ sì in teoria è così, ma poi voi sapete come vanno le cose..”. La faccenda sarebbe finita lì e come capita spesso una brutta legge sarebbe rimasta inapplicata.
Oggi, in questi tempi in cui se parli di Rete di branzini non ne capisci un tubo, la legge 106 così come è scritta sta causando ampio dibattito tra decine di migliaia di persone normali (giustamente incazzate di dover dover inutilmente spedire la propria home page per posta ai suddetti bibliotecari) che protestano, mandano e-mail, firmano petizioni, scrivono post. (se non l’hanno fatto lo faranno). La faccenda molto probabilmente finirà con l’assicurazione ministeriale che “le signorie vostre non si preoccupino che nel regolamento attuativo certe tipologie di documenti saranno esentati com’era peraltro già ampiamente previsto“.
Alla fine dei conti se devo scegliere tra la Rete “d’altri tempi” e la Rete “di questi tempi” propendo per la seconda sia per questioni di trasparenza e democrazia sia perchè a me il branzino fà letteralmente schifo.