Una vera offerta: una villetta bifamiliare con tre camere da letto per ogni abitazione a meno di 60.000 euro. Sì, bisogna ristrutturare e non poco, però.
Si nota anche dalle foto dell’agenzie immobiliari che non c’abita più nessuno da un sacco di tempo.
Gli ultimi inquilini del numero 371 erano una coppia di anziani piuttosto simpatici. Al 369, lì a fianco, sulla porta si legge ancora il nome l’ultimo inquilino: Cori, che sta per “Conference of Religious of Ireland”, una congregazione cattolica irlandese.
Erano gli anni novanta.
Quello che le agenzie immobiliari tendono a non dire (e a non fotografare) è un particolare: il 369 e il 371 di Springfield Road a Belfast stanno su un confine. E ci stanno perfettamente a metà.
La casa è all’incrocio tra Springfield Road e Workman Avenue, ma non ci sono semafori o rotonde. C’è invece un grande cancello a sbarrare la carreggiata.
E’ sempre chiuso, a parte un paio di volte l’anno, quando è la stagione delle marce orangiste.
A Belfast le chiamano “interface areas“. Sono i punti di contatto tra le comunità nazionaliste e quelle unioniste, tra cattolici e protestanti. Una geografia complessa quella delle “Peace Lines“. Muri, recinzioni, cancelli, murales.
Falls Road, Shankill, Ardoyne.
Springfield Road è una strada cattolica e nazionalista, Workman Avenue è terra di protestanti ed unionisti. In mezzo il cancello e la casa in vendita, che ha il soggiorno cattolico e la cucina protestante.
Paddy and Mary McCaffrey hanno vissuto al 371 per una vita, da prima che diventasse un pezzo di un confine piuttosto agitato. Sassate sopra la testa, bottiglie contro le finestre e a volte botti belli grossi.
C’hanno continuato a vivere fino all’ultimo senza mai voler vendere come tutti gli altri. Erano persone pacifiche e gentili.
A metà degli anni novanta una volontaria irlandese del Cori, Kathleen Keane, diventò la loro vicina al 369, iniziando la sua esperienza di frontiera.
Il consiglio di Paddy fu piuttosto semplice: con chiunque, cattolico o protestante, unionista o nazionalista, tu comincia sempre con un sorriso e con un “It’s a nice day today.”
Se il cancello grande tra le due strade rimane sempre chiuso, a fianco c’è un piccolo passaggio pedonale che invece ancora oggi rimane aperto durante il giorno. Negli anni novanta era un passaggio piuttosto ballerino che veniva chiuso ad ogni accenno di casini in città. Quindi spesso e volentieri.
Succedeva così che gli abitanti dei due quartieri, di tanto in tanto, bussassero alla porta di Kathleen per passare dal suo soggiorno cattolico alla cucina protestante e viceversa.
Un piccolo via vai. Un granello di sabbia nel grande ingranaggio delle divisioni nord irlandesi. Le necessità e la gentilezza del tran tran quotidiano, che hanno la meglio sui risentimenti coltivati per generazioni.
Paddy McCaffrey è morto un giorno all’improvviso per un infarto. Alla veglia funebre ci fu il più grande via vai di gente di qua e di là dal muro. Cattolici e protestanti, unionisti e nazionalisti. Dal soggiorno alla cucina, tutti a rendere omaggio ad una persona semplice e gentile.
I muri resistono a Belfast e crescono in Europa e nel mondo.
Ma a tirarli giù, prima o poi, sarà la forza semplice della vita. E l’umanità e la gentilezza di persone come Paddy McCaffrey.
Perché in fondo ogni giorno può essere un buon giorno.