E tu nonno ?

Lo metto a verbale, per i posteri.

Perchè con l’alibi di parlare d’altro, di cose più intelligenti, più interessanti o meno noiose, non vorrei che mio nipote fra una trentina di anni mi rimproverasse “e tu nonno dov’eri quando l’Italia diventava così ?”

Ecco caro nipote io c’ero e forse ho fatto poco, o niente, ma lo scrivo adesso: quest’ Italia un po’ razzista, peronista e paracula non mi piace proprio.

Per non dire che mi fa schifo.

(scusate lo sfogo, ma per sbaglio oggi ho visto il tg2)

Che mondo è se guardi solo la tv

Mia zia, che c’ha un’età, oggi si domandava incuriosita cosa mai avessero detto ieri in piazza Navona contro il Papa, Napolitano e Berlusconi, per generare un tale casino.

Il problema è che guardando solo un po’ di tv, aveva sentito parlare di offese, insulti, ingiurie, ma non di quali offese, di quali insulti, di quali ingiurie.

Io ho cercato di spiegarle, con parole un po’ meno dirette (parlare di sesso orale ad una signora ottantenne non è facile) cosa è stato detto:

hanno accusato Berlusconi di aver fatto ministro la Carfagna perchè c’andava a letto, che il Papa finirà all’inferno con gli omossessuali e che Pertini era meglio di Napolitano.“.

Se l’ho spiegato io a mia zia, non lo potevano fare anche i telegiornali ?

Mccain e i blogger, Berlusconi e i froci (video)

John Mccain odia i blogger. No scherza, però fa effetto.

Cosa ? No, non la battuta.

Fa effetto (positivo) sentire, con tanta disinvoltura, sulle labbra di un candidato alla Presidenza settantenne la parola “blogger“.

Fa effetto (positivo) sentire una platea che ride ad una battuta sui blog.

E’ una specie di istantanea, piccola ma significativa, del grado di alfabetizzazione di una società e di un paese.

Il nostro Presidente del Consiglio è più giovane di Mccain di un mese e al massimo riesce a far ridere la platea “con la parola “froci”.

E’ una specie di istantanea, piccola ma significativa, del grado di alfabetizzazione di una società e di un paese.

La dottrina Sarkozy sotto le ascelle

La sentenza contro Ebay, con l’ingiunzione di non vendere mai più profumi di marca Dior, Kenzo e tutti i marchi del gruppo LVMH, altro no è che la dottrina Sarkozy applicata sotto le ascelle.

Con un’aggravante.

Per metterla terra terra spieghiamola così: è come se al mercato del vostro paesino ci fosse un banco di scarpe. Un giorno il venditore mette in mostra anche un paio di Adidas taroccate.

Arriva l’Adidas in persona e fa causa al sindaco.

A chi ??

Al sindaco.

Sì perchè il sindaco, che aggiudica in concessione il posto del banchetto al mercato, non ha fatto abbastanza per impedire la vendita di quel paio di scarpe taroccate.

Si arriva così davanti al giudice che, oltre a dare una bella multa al sindaco, ordina che mai più nel mercato del vostro paese si vendano scarpe di marca Adidas.

Roba da matti.

Con il pretesto della lotta alla contraffazione, al suono della grancassa del difesa della creatività e dei posti di lavoro, si cercano di perpetuare posizioni di rendita figlie del ventesimo secolo.

Ventesimo secolo dove molte corporation vorrebbero ancora vivere e prosperare, magari impedendo ai consumatori di rivendersi su Ebay un profumo indesiderato ricevuto in regalo a Natale.

La verità è che questa sentenza puzza e neanche mezzo litro di parfum Dior potrebbe risollevare la situazione.

Robin Hood Obama

La Tax Foundation è uno storico centro studi sulla tassazione Usa, finanziato a mani basse da parecchie corporation .

Giovedì scorso ha pubblicato un allarmato rapporto sul piano fiscale di Obama, nel caso fosse eletto presidente.

Il risultato è che l’ 1% dei più ricchi (poco più di 1 milone di persone) verserebbe tante tasse quanto l’80% dei contribuenti più poveri messi insieme (circa 128 milioni).

Rifiuti: non siamo il terzo mondo

Rifiuti in mezzo alle strade, raccolta bloccata, cittadini che presidiano le discariche e impediscono l’ingresso dei camion.

Forse però si è trovata una soluzione.

I residenti della discarica di Sisdole hanno infatti acconsentito a rimuovere i blocchi stradali.

Sisdole non la trovate sulla cartina di Napoli e provincia, perchè è la discarica di Kathmandu.

Uno vorrebbe dire siamo come il terzo mondo, ma non si può.

Perchè questi sono i mucchi di spazzatura di Kathmandu. Questi quelli di Napoli.

Vedete un po’ voi.

Berlusconi – Saccà for dummies (vol.1)

Ritorni a casa.

Apri la porta della camera.

C’è tua moglie a letto con il vicino.

Lei ti aggredisce:

Così non si fa !
Sei un disgraziato maleducato !
Si bussa prima di entrare, è questione di privacy !!

Rimani un filo inebetito. T’hanno fatto cornuto e le pigli pure.

Vai al bar e lì gli amici concordano: è uno scandalo.

Si bussa prima di entrare. E’ la privacy.

Di Girolamo, il senatore senza fissa dimora

La storia del senatore “senza fissa dimoraNicola Di Girolamo va raccontata con tutta la dovizia di particolari, perchè non si sa se fa più ridere o piangere. O fa piangere dal ridere.

E’ una storia molto italiana.

E’ una storia fatta di amici degli amici, di scatole di sigari, di intrallazzi e di “che male cè ?“.

Riassumiamo.Nicola di Girolamo classe 1960 viene candidato alle elezioni per il Senato da Alleanza Nazionale.

Nel tourbillon della composizione delle liste finisce nella circoscrizione estero per l’Europa.

E qui comincia l’inghippo, perchè per essere candidati in una circoscrizione estera ci devi risiedere.

Oggi Nicola Di Girolamo sta nella commissione Affari Esteri, ma al tempo non doveva avere molta confidenza con le frontiere tanto che, per risolvere i problemi di residenza, chiede aiuto ad un amico.

Questo amico si chiama Stefano Andrini, già stretto collaboratore di Mirko Tremaglia e con una fedina penale non proprio immacolata. Nazi-skin, animatore negli anni ’90 dei movimenti di estrema destra della capitale, Andrini è stato “condannato a 4 anni e 8 mesi” *: una sera del giugno 1989 insieme al gemello Germano picchia a sangue alcuni giovani all’uscita di un cinema a Roma. Uno finisce in coma.

Andrini si ricorda di avere un amico a Bruxelles che ha lavorato al Consolato italiano. Si chiama Oronzo Cilli.

Oronzo Cilli offre un indirizzo di comodo a Di Girolamo e lo accompagna da un suo amico che lavora ancora al Consolato. L’amico si dimostra facilmente disponibile (Di Girolamo gli regalerà per ringraziarlo una scatola di sigari) a certificare con carta bollata che il candidato senatore risiede in Avenue de Tervueren al numero 143 nella municipalità di Etterbeek, sobborgo di Bruxelles.

Anche se non è vero, chi vuoi chi se ne accorga.

Il problema, ma Di Girolamo ancora non lo sa, è che Avenue de Tervueren è un viale molto lungo e il numero 143 non è più sotto il Comune di Etterbeek ma in quello di Woluwe-Saint-Pierre.

Se fosse davvero residente in Belgio, o avesse iniziato le pratiche per la residenza, se ne sarebbe accorto.

Invece.

Invece al civico 143 Di Girolamo non ci mette piede tanto che, quando gli spediscono lì il plico per il voto degli italiani all’estero lo fa ritirare al Consolato da un amico di Oronzo Cilli e ordina allo stesso amico di votare al suo posto le schede.

Come va a finire si sa.

Nicola Di Girolamo viene eletto senatore, con tutti gli oneri e gli onori.

La Procura di Roma chiede l’arresto.

Ieri la Giunta per le autorizzazioni a procedere non l’ha concesso.

Nicola Di Girolamo l’8 maggio scorso ha fatto domanda di residenza a Bruxelles.

Chissà se adesso la malinconia per la lontananza dalla sua città gli farà balenare il pensiero di dimettersi.

Chissà.

* Stefano Andrini nei commenti fa presente di non essere stato condannato a 4 anni e 8 mesi, ma a pena più lieve per lesioni. La vittima del pestaggio recentemente si è espresso contro la sua nomina ai vertici dell’Ama servizi ambientali del Lazio.

Vinicio Capossela in versione partigiana (foto)

<%image(vinicio partigiano.jpg|400|533|vinicio capossela)%>
E così senza preavviso, Vinicio si presenta alla prima Festa Nazionale dell’Anpi e si mette a cantare due canzoni prima delle mondine di Novi.

Imprevedile è dire poco.

(le foto sono di Franco Bassi)

<%image(vinicio mondine 2.jpg|400|300|vinicio anpi)%> <%image(vinicio anpi.jpg|400|300|vinicio festa anpi)%>

Il tibet riapre agli stranieri

La notizia circolava già da qualche tempo a Lhasa e tra gli addetti ai lavori : dopo il passaggio della torcia olimpica si sarebbero riaperte le porte ai turisti stranieri in Tibet.

Anche se oggi la notizia è ufficiale (venendo dalla agenzia di stato Xinhua) il tutto è da prendere con le dovute cautele, perchè le autorità cinesi ci hanno abiutuati a repentini dietrofront.

Comunque la si pensi, è una buona notizia.

Una possibilità in più di raccontare anche solo piccoli frammenti di quel paese.

Una possibilità che da queste parti probabilmente si sfrutterà abbastanza presto.

Ridi che c’hai la fibra !

Un sondaggio della “Korean Communications Commission” pare evidenziare lo scontento degli utenti sudcoreani per le proprie connessioni internet, che vengono giudicate “ordinarie“.

Se infatti i provider promettono 100, quello che ottengono gli utenti è in media 45.

Questo però sembra essere un’esperienza comune anche ai clienti nostrani, alle prese con pubblicità adsl che promettono mare e monti e che alla fine si rivelano decisamente più modeste.

Una leggera differenza però esiste: con 100 e 45 non ci si riferisce ad una scala percentuale ma al numero di Mbit, perchè in Sud Corea si vendono normalmente le connessioni a 100 Mbit.

Fiat – Tibet : the power to be indifferent

Se solo i paracarri non cambiano mai idea, i paraculi, al contrario, tendono ad essere velocissimi.

Vi sarà capitato di vedere la pubblicità della nuova Lancia Delta con Richard Gere. No ?

Non via preoccupate, non vi siete persi un capolavoro.

Comunque la pubblicità è questa qui che si chiude con il solito richiamo di jobsiana memoria : “the power to be different“.

Questo qua sotto invece è il comunicato che la Fiat ha rilasciato ieri. Mi sono permesso di tradurlo (in corsivo) :Al Gruppo Fiat è recentemente giunta notizia che la pubblicità della nuova Lancia Delta potrebbe turbare la sensibilità del popolo cinese.

C’hanno chiamato dalla Cina e sembrano un po’ incazzati.

Da tempo la promozione e la pubblicità dei prodotti del Gruppo sono collegate ad eventi e personaggi che hanno dato significativi contributi artistici a livello internazionale.

Da tempo paghiamo un sacco di soldi a delle agenzie di creativi per girare delle pubblicità con personaggi famosi.

Queste scelte non hanno mai avuto nulla a che fare con ragioni politiche o con l’intenzione della Fiat di interferire con il sistema politico interno di nessun Paese, tanto meno nei confronti della Repubblica Popolare Cinese. La scelta di Richard Gere come testimonial della Lancia Delta è stata dettata dalla sua lunga ed illustre carriera artistica.

Abbiamo scelto Richard Gere perchè ha fatto “Pretty Woman” e non perchè è un buddista e attivista pro-Tibet.

Allo stesso modo, la scelta del tema da parte dello stesso Gere riflette il nostro impegno a sostegno della libertà di espressione artistica. Questa scelta non va intesa come un avallo del Gruppo Fiat alle opinioni sociali e politiche dell’artista.

E’ tutta colpa di Richard Gere, prendetevela con lui. Noi non c’entriamo niente.

Il Gruppo Fiat riafferma la propria neutralità in merito a qualsiasi questione politica, sia essa nazionale o internazionale.

Il gruppo Fiat riafferma con forza che non gliene frega nulla di dittature, guerre, lavoro minorile, stermini e tantomeno del Tibet.

Nel caso in cui la pubblicità della Lancia Delta possa aver dato origine a fraintendimenti circa una consolidata posizione di neutralità dell’azienda, il Gruppo Fiat intende presentare le proprie scuse al Governo della Repubblica Popolare Cinese e al popolo cinese.

Abbiamo fatto uno spot con il più noto attivista politico pro-tibet al mondo. Abbiamo ambientato lo spot in un paese con altissime montagne, con tanti monaci buddisti e uno yak. Abbiamo girato una pubblicità dove sullo sfondo c’è un monastero che per puro caso è il Potala di Lhasa infilato in mezzo alle montagne. Abbiamo fatto uno spot in cui, per un caso fortuito, nel riflesso del finestrino si intravede un vecchio monaco con gli occhiali, che sembra il fratello gemello del Dalai Lama. Forse qualcuno ha frainteso. Guardate che poteva benissimo non essere il Tibet ma Cernusco sul Naviglio. Noi siamo e saremo sempre neutrali.

In tutti i casi chiediamo umilmente scusa a tutti, in particolare al Partito Comunista Cinese.

Fiat : the power to be indifferent

La classifica onomastica dei blog

Sottotitolo: per quelli che si sentono orfani di Blogbabel.
Sotto-sottotitolo: nella parte abitata della Rete ci si chiama per nome.

All’assalto di Jovanotti, lassù in vetta se inserisci il nome Lorenzo su Google.

Il sottoscritto all’ottavo posto, con il compito di scalzare un paio di altri blogger, un motociclista e poi fare le scarpe a Lorenzo De Medici. A Cherubini ci penserò a tempo debito.

In un momento di infausto cazzeggio pre-festivo e post-luculliano, mi è venuta l’insana, irrefrenabile curiosità di sondare anche qualche altro nome.Se ad esempio si cerca “Andrea“, al primo posto altro non si poteva trovare che Andrea Beggi. Manco Bocelli tiene il passo.

Tra i Luca, Sartoni batte Luca Conti. De Biase fuori dal podio per colpa del fisico bestiale di Carboni. Sofri ballerino tra la prima e la seconda pagina.

Se fossi Marco dovrei cedere il passo alle trombe elettromagnetiche, a Travaglio, a Pantani e alla MotoGP. Comunque il funky professor Marco Zamperini batte Formento.

A “Si chiama massimo questo blog” va la palma del blog meglio classificato per il settore di competenza, appena dopo il sito di D’Alema e appena prima di Massimo Moruzzi. Ottavo “Momo” Morelli che batte il conterraneo Massimo Mantellini, a sorpresa fuori dalla topten onomastica.

Su Francesco la concorrenza spietata del mondo musicale (Renga, Guccini, Facchinetti) lascia fuori dalla porta i blogger: nessuno fra i primi dieci risultati.

Con l’apostolo Matteo saldamente al comando grazie alle conoscenze in alto loco, Matteo Bordone si deve accontentare di un ottavo posto dietro ad almeno 4 omonimi (Andreani,Totanus, Lastknight, Moro).

Fra i Giuseppe, come si poteva immaginare, non c’è storia : Granieri batte patriarchi ed eroi dei due mondi.

Vittorio Pasteris invece è in testa alla sua manche. Bertola e Zambardino inseguono.

Omericamente parlando Akille si auto-sorpassa, ovvero il suo vecchio blog è ancora più in alto del nuovo.

Per quanto riguarda i Gianluca, Neri paga la scelta di battesimo: Macchianera solo al decimo posto.

Virando sull’universo femminile si nota che praticamente nessuna delle blogger riesce a conquistare la vetta per il nome proprio, sempre precedute da modelle, soubrette, cantanti o addirittura coppie scambiste.

Rara eccezione Giulia Blasi, che si prende la prima posizione fra tutte le Giulia d’Italia.

Finito il giochino quasi inutile (che la digestione ha fatto il suo corso), l’unica riflessione seria che potrebbe venir fuori è che nella “parte abitata della rete” ci si chiama un po’ tutti per nome. Le donne un po’ meno.

I Google Trends dei quotidiani italiani

<%image(google trends quotidiani.jpg|608|233|google trends quotidiani)%>Google continua a perfezionare il servizio “Trends” con nuove funzioni.

Da ieri permette anche il confronto tra indirizzi di siti web.

Piccolo esperimento con alcuni dei principali quotidiani italiani.

Nell’immagine a lato il risultato.

Altro piccolo esperimento.

Se si prendono i dati di accesso giornalieri ai principali siti italiani (maggio 2008) forniti da Audiweb e li si confrontano con le stime di Google Trends, pare che non ci sia molta differenza.

Così a occhio, Google è però meno ottimista e generoso.

Cercasi Festa dell’Unità

Ad aggiungere smarrimento su smarrimento al già provato elettore e militante del Partito Democratico emiliano, c’è anche, in quest’estate 2008, la scomparsa delle Feste dell’Unità, oggi ridenominate più sobriamente “PD in festa” o “Festa del PD“.

La base granitica e ortodossa questa volta sembra non accodarsi alle decisione dei vertici.

Io devo ancora sentire uno che dice: “stasera si va a fare un salto alla festa del PD ?

Obama: 1 milione su Facebook

Ieri i supporter di Barack Obama su Facebook hanno raggiunto quota 1 milione.

Quelli di John Mccain sono meno di 150.000

Dati che in vista di novembre, non significano praticamente nulla.

Il marketing del terzo millennio

Ieri a Milano quelli (circa 2.500) che sono andati a sentire Philip Kotler pare si siano trovati in cartellina il seguente, perentorio, avviso :

Ricordiamo che durante l’evento è vietato effettuare qualsiasi tipo di ripresa audio e video e qualsiasi tipo di scatto fotografico

Il convegno si intitolava “Il marketing del terzo millennio”.

Avanti Cristo.

(via Roberta Milano)