Foto che documenterebbero la repressione di una manifestazione di monaci nella regione dell’Amdo oggi. Pubblicate dal Tibetan Centre for Human Rights and Democracy .
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Lhasa: ultimatum cinese
A Lhasa è primo pomeriggio e secondo alcune testimonianze anche in mattinata si sono sentiti spari ed esplosioni.
E’ segnalata la presenza massiccia di militari e polizia nelle strade.
Preoccupante l’ultimatum di Pechino pubblicato poco fa da Xinhua, agenzia di stampa ufficiale del governo. In sostanza: arrendetevi adesso e saremo clementi, le delazioni saranno premiate.
Lhasa: il pericolo di non sapere
E’ probabile che le prossime ore saranno le più difficili per Lhasa e che sarà sempre più difficile ricevere testimonianze dirette di quello che accade. L’apparato di censura cinese è sicuramente molto efficiente:
“A Chinese guy came into the Internet cafe at the hotel. He wasn’t in uniform, but it was clear that he was an undercover police agent. He turned off the computers and gave me a real dirty look, like he knew what we were doing K.”
Nuove foto inedite da Lhasa
Nuove tragiche foto da Lhasa qui sotto: (la fonte è sempre K.)
<%image(lhasa1.jpg|800|533|lhasa tibet rivolta)%><%image(lhasa2.jpg|800|533|lhasa 2)%>
<%image(lhasa3.jpg|800|533|lhasa 3)%><%image(lhasa4.jpg|800|533|lhasa4)%>
<%image(lhasa5.jpg|800|533|lhasa5)%><%image(lhasa6.jpg|800|533|lhasa 6)%>
Il corriere e la foto sbagliata
Solo un particolare. Il Corriere ha in questo momento in prima pagina, a corredo dell’articolo sulla rivolta di Lhasa, questa foto:
<%image(corriere tibet foto sbagliata.jpg|800|600|tibet foto sbagliata corriere)%>Il problema è che la foto riprende sì, la polizia mentre manganella monaci, ma è la polizia nepalese a Kathmandu quattro giorni fa.
Lhasa: brucia la bandiera cinese
<%image(lhasa brucia la bandiera cinese.jpg|800|600|lhasa brucia la bandiera cinese)%>Foto siginificativa da un blogger a Lhasa. (cliccare per ingrandire)
Aggiornamento: ho rimosso per il momento i link al blog per questioni di sicurezza.
Lhasa blog e foto (1)
Testimonzianze dirette da Lhasa attraverso i blog per aggirare la censura:
K. è un turista americano da ieri a Lhasa. Questa mattina ha pubblicato: Lhasa XXXX. (ho rimosso per il momento il link al blog per questioni di sicurezza).
Le foto qui sotto vengono dal suo blog (cliccarci sopra per ingrandire)
<%image(lhasa brucia la bandiera cinese.jpg|800|600|lhasa brucia la bandiera cinese)%><%image(lhasa scontri 3.jpg|800|600|lhasa scontri)%>
<%image(lhasa polizia.jpg|800|600|lhasa polizia sommossa)%><%image(lhasa rivolta 1.jpg|800|600|lhasa rivolta)%>
Lhasa
Nei programmi sarei dovuto arrivare a Lhasa il prossimo 22 aprile.
Oggi il Tibet mi sembra più lontano ma allo stesso tempo più vicino.
Soldi, politica, trasparenza
L’altro giorno m’ero appuntato un paio di cose da ricodare durante un’intervista a Radio Popolare sul finanziamento online dei partiti italiani. Poi, come capita a volte, si è finiti a parlare d’altro e pazienza.
Una di quelle due cose riguardava la trasparenza e di quanto poca ce ne sia in Italia quando si parla di soldi e politica.
Insomma, comincio a sopportare sempre meno di aprire un sito americano e trovarci i dati della vecchietta che ha donato 10 dollari a Obama o Mccain e invece non poter sapere con semplicità e velocità “chi dà a chi e quanto” in Italia.
Oggi sull’argomento “soldi e politica” c’è un articolo dell’Espresso a cura di Marco Lillo e Primo di Nicola.
Da lì si apprende tra l’altro che gli uffici del parlamento non rilasciano a nessuno la copia informatica della documentazione relativa ai finanziamenti concessi da privati e aziende a uomini politici e partiti.
Vieni avanti Savoia 2
Per una volta ci becco (e con due anni di anticipo).
Emanuele Filiberto di Savoia oggi:
“..ho vissuto 31 anni fuori dall’Italia e conosco benissimo le esigenze degli italiani all’estero, che credo debbano essere meglio rappresentati, per questo mi candido come indipendente con il mio movimento Valori e Futuro nella circoscrizione Europa.”
Se organizzano le olimpiadi così
Ovviamente questa non è una riflessione a mente freddissima, ma quanto ti sconvolgono i programmi di un anno ad un mese dalla partenza, non è facilissimo mettere in fila i pensieri con calma e con sangue freddo.
Per mesi e mesi le autorità cinesi hanno rassicurato tutte le spedizioni alpinistiche internazionali e tutti gli operatori del settore che le olimpiadi e il progetto di portare la torcia olimpica sul Qomolangma (l’Everest) non avrebbe portato restrizioni particolari alle attività alpinistiche.
Hanno rilasciato in tranquillità “climbing permits” (i permessi di salita) e magari se li sono già fatti pagare.
Ora, a meno di un mese dall’inizio della stagione, avvertono che fino a metà maggio tutta la zona sarà interdetta alle spedizioni e ai trekker internazionali. E non solo la valle dell’Everest ma anche quelle limitrofe come la zona del Cho Oyu.
Le autorità cinesi motivano la decisione con preoccupazioni di carattere ambientale.
Detto da chi aveva in progetto di portare l’asfalto al campo base dell’Everest non fa ridere. Fa piangere.
Molto probabilmente la verità è che si vuole sigillare un pezzo di Himalaya perchè qualcuno a Pechino ha una fifa matta di trovarsi la torcia olimpica in vetta all’Everest con uno sfondo poco consono: qualcuno che sventola una bandiera FREE TIBET !
Eventualità questa che oggi è più concreta: si dice in giro che il Nepal non intenda esaudire i desideri di Pechino e non abbia intenzione di chiudere il versante sud dell’Everest.
La Cina chiude l’Everest
<%image(chiusura everest cho oyu.jpg|600|815|everest proibito)%>Il documento ufficiale che trovate qui a fianco (clicccarci sopra per ingrandire) è di ieri e parla chiaro: la Cina chiuderà agli alpinisti stranieri la zona dell’Everest (e quindi anche il Cho Oyu) per evitare problemi con il progetto di far arrivare sul tetto del mondo la fiaccola olimpica.
Personalmente, se confermata, è una botta non indifferente che sconvolge progetti e programmi studiati con passione da mesi.
Raffaele Ciriello
Fra qualche giorno ricorre l’anniversario (il sesto) dell’uccisione a Ramallah di Raffaele Ciriello. Se non avete mai visto le sue foto, fatelo adesso.
Italiano – Carlucci – Italiano
“I nostri soldi della scienza sono pochi, che almeno vengono spesi bene da persone perbene.”
Dall’ ultimo atto (?) di Gabriella Carlucci vs la scienza (e forse l’italiano).
Dategli un ghost writer
Stavo duellando con un mezzo capeletto ma mi è parso di sentire in lontananza, dall’apparecchio televisivo, la voce perentoria di Gianfranco Fini affermare più o meno: “perchè sarà il 14 aprile il vero giorno della liberazione !!“.
Immagino che lo stesso Fini si sia reso conto, un nanosecondo dopo, che una frase così detta da lui suona un tantuccio imbarazzante.
Abbinato al giudizio sulla impossibilità, ad oggi, per un “nero” come Obama di vincere le presidenziali americane, è il segno evidente che un ghost writer al viceleader del PDL non guasterebbe.
Possibilmente non l’ex amico Teodoro Buontempo.
Nobili Casini
Se aprire un circolo della libertà di Michela Vittoria Brambilla non vi pare abbastanza chic, potete puntare ad aprire un circolo “Valori e Futuro” del principe Emanuele Filiberto che assecondando le nobili derive di Casini pare simpatizzi per L’UDC.
Hillary e i numeri
Insomma Hillary è tornata, grande vittoria, la corsa è riaperta, il momento di grazia di Obama è finito.
Questo la sintesi giornalistica.
Poi se uno volesse andarsi a vedere un po’ di numeri potrebbe scoprire che in Texas molto probabilmente sarà pareggio (perchè bisogna aspettare i conti dei caucuses) e che la Clinton dopo questa 4 marzo recupererà circa 10 delegati.
Comunisti a Mountain View
Per Google il Pdl è il Partito Comunista del Ticino e non il Popolo delle Libertà di Berlusconi.
Chip all’aria aperta
Oggi ho portato a spasso il notebook tanto per fargli assaggiare questo sole di primavera e fare alcuni test. (domani, visto che non ci sono più le mezze stagioni, è prevista neve)
L’aria aperta e i computer sono due elementi che ancora fanno fatica stare insieme.
Vuoi per ragioni tecniche (schermi, connessioni etc), vuoi per mentalità, che lavorare dall’orto può sembrare un lavorare “meno”.
Un paio di settimane fa un consigliere comunale della mia città ha notato ai giardini pubblici due studenti seduti sull’erba intenti a navigare con il servizio Wi-Fi messo a disposizione dal Comune.
Ebbene, la prima cosa che gli è venuta in mente è stata quella di presentare una interpellanza allarmata sui rischi a cui sono sottoposti questi poveri ragazzi dall’inquinamento elettromagnetico del servizio wi-fi del Comune.
Verso il Tibet
Il tempo vola e manca meno di un mese e mezzo.
Il 20 aprile si riparte: destinazione Tibet.
Ripasserò dopo un anno anche da Kathmandu.
Molte ancora le cose da sistemare e molte ancora le idee da riordinare per un mese da passare in questo pezzo speciale d’Asia. Ma ne parliamo insieme, con calma, la prossima settimana.
Tiziano Terzani diceva che più la televisione porterà nelle case di tutti con immediatezza, ma anche con superficialità, gli avvenimenti del mondo ridotti in pillola, più ci sarà bisogno di quelli che vanno a vedere, ad annusare, a commuoversi per una qualche storia vicina o lontana da raccontare a chi avrà ancora voglia di ascoltare.
Ecco, io nel mio piccolo (piccolissimo), cercherò di annusare e raccontare.
Magari voi avrete voglia di ascoltare.