Vieni più vicino pubblicitario

<%image(banner microsoft rompiballe.jpg|800|600|banner microsoft rompiballe)%>Ringrazio Microsoft per avermi propinato il banner più insulso della storia. Rumoroso, sfuggente e schizofrenico quanto basta per rompere le balle ad ogni movimento di mouse.

Superfluo dire che non mi avvicinerò mai più ad un accessorio per windows live messanger.

Nota: la pubblicità in questione è quella in immagine, per ingrandire cliccarci sopra

wi-fi a scuola o no ?

Riparte in Inghilterra il dibattito sui pericoli del wi-fi a scuola. Ieri sera è andata in onda su BBC- Panorama (lo stesso programma del documentario sui preti pedofili) un’inchiesta di Paul Kenyon.

C’ho dato un occhiata (trovate la puntata qui) e non mi è parsa così straordinaria. Anzi.

Comunque in Italia credo possiamo stare tranquilli. E non tanto per i limiti di legge sull’elettromagnetismo, ma più che altro per quel 70% di scuole che in Gran Bretagna ha una rete wi-fi: noi forse ci arriveremo fra 5 anni.

A quel punto, molto probabilmente, quelli lassù avranno fatto tutti i test che c’erano da fare.

L’ultimo viaggio

E’ noto: i biglietti aerei low cost non vengono rimborsati. Caschi il mondo o quasi.

Però se capita di leggere bene le condizioni contrattuali fino in fondo, magari si può anche scoprire che Easyjet , ad esempio, è quasi comprensiva :

easyJet non prevede alcuna forma di rimborso. easyJet può, tuttavia, concedere un credito in circostanze eccezionali, quali il decesso di un familiare stretto (madre, padre, fratello, sorella, nonno/a o figlio/a), purché il cliente invii la richiesta e una copia del certificato di morte al Servizio clienti di easyJet. easyJet deciderà, a sua totale discrezione, se accogliere o meno la richiesta.

Tradotto : Muore il nonno, caccia il certificato e forse ti rimborsiamo con un altro volo quando ti è passato il dispiacere. E comunque abbiamo detto ‘forse‘.

Anche Ryanair dal canto suo diffida in partenza e non ammette deroghe al “carta canta” del certificato di morte. Gli irlandesi comunque si fanno più teneri dei cugini inglesi allargando il termine di “lutto in famiglia” anche a figli adottivi, fratellastri, sorellastre, nipoti, cognati, generi, nuore e anche suocere.

A chi volesse aprire un nuovo fronte sulla questione DICO segnaliamo che entrambe le compagnie a quanto pare escludono dalla lista i conviventi.

Ma il più comprensivo risulta essere un innominato tour operator che tra le cause di possibile “RIMBORSO QUOTA IN CASI DI FORZA MAGGIORE SOPRAVVENUTI DOPO LA STIPULA DEL CONTRATTO DI VIAGGIO E PRIMA DELL’INIZIO DEL SOGGIORNO” ci mette anche il decesso del viaggiatore.

Crepi prima di partire e ti rimborsano il viaggio.

Troppo gentili.

Mi crescono su più fessi

Ho intravisto il professor Leonardo in un video al Litcamp e gli ho sentito dire una delle cose più divertenti sulla scuola di oggi:

“(per la lezione) io potrei anche usare le slide di Powerpoint se volessi, però mi crescono su più fessi ..

I Cd e il compagno Kalashnikov

Le Twin Towers erano ancora lì, al loro posto nello skyline di New York, quando Ali Abu Kamal salì fino all’ottantaseiesimo piano di uno degli altri giganti della Grande Mela: l’Empire State Building. Era domenica 23 febbraio 1997.

Arrivato sulla terrazza panoramica tirò fuori una Beretta e sparò all’impazzata uccidendo un turista e ferendone altri sei. Poi si puntò la pistola alla tempia e tirò il grilletto per l’ultima volta.

Abu Kamal aveva 69 anni ed era un professore di inglese in pensione. Qualcuno dice che ce l’avesse con Israele e gli Usa, qualcun altro che ce l’avesse con tutto il mondo. Fatto sta che era arrivato a New York da Gaza appena due mesi prima, la notte di Natale del 1996, ma quasi subito era volato in Florida. Non per caso.

La Florida è uno degli stati con le leggi più permissive per quanto riguarda la vendita di armi.

Al professore bastò prendere la residenza in un motel e con questa andare a farsi rilasciare una patente di guida. Con la patente di guida si infilò nel primo negozio di armi e comprò la sua pistola automatica. Tutto in pochi giorni.

In verità avrebbe potuto comprare un arsenale intero, perchè a Miami e dintorni non esiste la modica quantità e puoi entrare in un negozio e uscirne (dopo i tre giorni canonici per controllare che tu non sia un pazzo assassino) con quanti AK-47 preferisci. Per chi non avesse dimestichezza con il settore, l’AK-47 è il progetto meglio riuscito del compagno Mikhail Kalashnikov.

Oggi, dieci anni dopo, in Florida le cose filano lisce come prima, almeno per chi vuole comprare e vendere armi. La polizia deve distruggere dopo 48 ore ogni registrazione e alle fiere di settore puoi venderne e comprarne liberamente, così come tra privati.

Se invece ti sei ficcato in testa l’idea malsana di vendere o comprare compact disc usati in un negozio dello stato che fu di Jeb Bush, allora puoi metterti l’animo in pace : sarai trattato come il peggiore dei criminali o quasi.

Nel quasi ci sta che, prima di comprare il tuo cd, il negoziante ti dovrà chiedere un documento d’identità, prendere le tue impronte digitali, registrare l’acquisto con tutti i dati che individuano te e l’oggetto e tenerne copia per qualche anno. Alla fine ti potrà pagare, ma non più con soldi veri: solo con buoni acquisto. Il negozio poi per rivendere il tuo cd dovrà aspettare almeno un mese.

La nuova legislazione per la vendita di oggetti “non nuovi” (o meglio l’aggiornamento di quella vecchia con l’equiparazione alla legge in vigore per i banchi dei pegni) in stati come la Florida e lo Utah, sta preoccupando parecchio sia i rivenditori specializzati che i consumatori.

Pur essendo un settore di nicchia, in particolare con l’avvento del digitale, quello dell’usato musicale è un mercato che garantisce al venditore buoni margini e al pubblico prezzi bassi.

Un mercato mai visto di buon occhio dall’industria discografica. E proprio le major sono sospettate da più parti di ispirare una legislazione tanto restrittiva.

Un sospetto che si basa sull’esperienza di questi ultimi quindici anni che hanno visto i discografici sempre più impegnati nell’escogitare nuove strategie in grado di limitare i diritti d’uso del consumatore e di salvaguardare i bilanci aziendali. Già nel 1993 ad esempio, l’associazione americana dei negozi di musica denunciò le forti pressioni di Sony, Time Warner e altre etichette, per ostacolare il commercio di cd usati.

Del resto le vendite di compact disc sono in drastico calo (gli ultimi dati parlano del 20%), il mercato digitale legale non ripiana le perdite e le tecnologie anticopia (come dimostrano certi fatti recenti) non sono proprio così inespugnabili. Vedere divorate altre fette di mercato da un universitario che magari compra un album, se lo masterizza e poi lo rivende (potendo intanto infilare il contenuto sui circuiti peer to peer), non deve essere uno spettacolo gradevole agli occhi dell’industria discografica.

L’esempio dell’universitario non è casuale. A Princeton di fronte ad una delle più famose e prestigiose università d’America trovate il “Princeton Record Exchange” fornitissimo shop d’usato musicale.

Negli Stati Uniti infatti i negozi e le catene che si sono specializzate nella compravendita di cd musicali di seconda mano si trovano di frequente vicino ai campus, dove studenti senza tanti fondi a disposizione possono vendere album a 5 dollari e comprarne a 10.

Ora questo comunità-mercato nata intorno alla dottrina del “First Sale”, ovvero del poter disporre come meglio si crede di un bene regolarmente acquistato, viene minacciata con un mix surreale e comico di multe, burocrazia e rottura di balle.

Solo il tempo ci dirà se siamo di fronte ad un episodio isolato, frutto della sbadataggine o della troppo solerzia del legislatore americano, oppure all’inizio di una nuova stretta sui diritti del consumatore.

Di certo c’è che se esci di casa ed è più semplice comprare un kalashnikov piuttosto che “Abbey Road” dei Beatles, beh, allora vuol dire che il mondo sta girando dalla parte sbagliata. E sempre più in fretta.

Londra insolita

A fine mese torno a Londra. Se m’avanza un po’ di tempo non sarebbe male scoprire qualche posto nuovo e “non solito“.

Potrei scorrere in lungo e il largo il web a caccia di consigli, ma preferirei raccoglierli da voi questi suggerimenti su una Londra insolita.

Strumenti a disposizione per le segnalazioni : qui nei commenti, lì nei vostri blog (magari metteteci la parola Londra nel titolo), in email o per piccione viaggiatore. Fate voi.

Intanto grazie.

Piccole certezze

Il clima cambia, i deserti avanzano e ghiacciai si squagliano.

Comunque ieri notte in giardino ho beccato la prima lucciola di stagione.

Certe piccole effimere certezze, in fondo, confortano.

Rimedio

E’ passato l’anniversario di Peppino e io non me ne sono ricordato.

Non è un bel segno.

Quel che resta di un articolo

Questa volta quello che è avanzato dall’articolo “I Cd e il compagno Kalashnikov” scritto per Punto Informatico di oggi, è solo una piccola serie di numeri che vengono dal “Brady Center” (una delle più famose associazioni che negli Stati Uniti si battono per leggi più restrittive nel commercio di armi).

Negli Stati Uniti nel 2004 i morti per arma da fuoco sono stati 11,344.

In Canada 184
In Australia 56
In Inghilterra 73

Anche fatte le debite proporzioni con la popolazione, i conti non tornano.

Lo sciopero del ponte

Io, che il diritto è sacrosanto.

Io, che agli statali gli voglio bene anche per ragioni affettive.

Io, che alla stragande maggioranza degli insegnanti farei un monumento.

Io, che pur non conoscendone i motivi son disposto a dar ragione a prescindere.

Ecco io, dopo tutto questo, mi ricordo una cosa.

Mi ricordo che al liceo (visto che si era furbi) proclamavamo scioperi sempre lì, al sabato mattina.

Lo sciopero degli statali e quello degli insegnanti appena fissati a cavallo della festa del 2 giugno (venerdì 1 giugno e lunedì 4 giugno) mi ricordano un po’ quei tempi là.

Ancora 601 giorni

M’ero perso il dato che entro il 31 dicembre 2008 tutte le amministrazioni pubbliche dovranno obbligatoriamente scambiarsi documenti con posta elettronica certificata.

Se pensiamo che oggi, secondo il Cnipa, il 40% di questi documenti viaggia per posta ordinaria, il 23% per raccomandata e il 17% a mano, un sospetto leggero leggero si fa strada nella mente del cinico e prende corpo in due parole molto comuni nella normativa italiana : rinvio e deroga.

Comunque vedremo.

Primi Exit poll : Sarkozy al 54%

Già venti minuti fa, poco dopo le 17, i siti non francesi (come lo svizzero “Le Temps“) hanno cominciato a pubblicare i dati degli exit poll.

Sarkozy sarebbe in testa con il 54% contro il 46% della Royal.

Si ripropone anche a questa tornata l’utilità di norme nazionali che prevedono il divieto di pubblicazione degli exit poll a urne ancora aperte (come in Italia).

Roba che poteva suonare bene anche solo 10 anni fa ma che, oggi come oggi, sembra venire direttamente dal pleistocene.

Lo svoglimento corretto delle elezioni non può essere più affidato alla speranza (vana) che i tuoi compatrioti non c’abbiamo un modem in casa o una parabola sul tetto.

Più correttamente forse bisognerebbe contare sulla diffusione (tra cittadini adulti e vaccinati ) di un concetto piuttosto banale : tra il vangelo e l’aria fritta, gli exit poll si avvicinano molto di più alla seconda.

Glicemia a San Francisco

<%image(torta borsa.jpg|484|480|shinmin li i dream of cake)%>Giuro. Il capolavoro qui a fianco in foto (cliccare per ingrandire) è una torta.

Che sia buona non lo so, ma per provare bisogna comunque andare da Shinmin Li a San Francisco.

Il negozio sembra un atelier, ma i prezzi non sono neanche esagerati.

Da ultimo

E sia. A costo di essere originalissimo, mi accodo : “muoia sotto un tram più o meno tutto il mondo” è un verso che c’ha un suo perchè.

Avanti a chi la spara più grossa

Paginoni sui giornali e minuti a go go nei telegiornali perchè qualche deficiente si mette a scrivere sui muri contro Bagnasco portano quasi inevitabilmente ad altri paginoni ed altri minuti su un coglione che spedisce un bossolo.

La catena non può che proseguire con altrettante pagine sui quotidiani perchè un presentatore (Andrea Rivera) dal palco del primo maggio parla male del Vaticano.

Immancabili a questo punto le conseguenti colossali sciocchezze scritte sulle pagine dell’Osservatore Romano.

Aspetto con trepidazione domani i titoli di apertura (e relativi echi mediatici) su uno, che passando per Piazza San Pietro, ha ruttato.

Meme : Internet in 10 parole

Mettete che vi atterri tra i piedi un extraterrestre qualsiasi ( o vostra zia ottantenne) e dobbiate rispondere in modo chiaro e preciso alla domanda: “Cos’è Internet ?” .

Il tutto in 10 parole.

Una lunga, immensa, rumorosa, universale chiaccherata tra homo sapiens.

O in alternativa e meglio:

La più grande invenzione dell’uomo dopo la birra scura.