Il giorno in cui leggi che Sandro Bondi ha deciso di fare lo sciopero della fame, è il giorno buono per chiudere su baracca e burattini e ritirarti in un monastero buddista a meditare.
L’universo ha i giorni contati.
Il giorno in cui leggi che Sandro Bondi ha deciso di fare lo sciopero della fame, è il giorno buono per chiudere su baracca e burattini e ritirarti in un monastero buddista a meditare.
L’universo ha i giorni contati.
Il gruppo RCS s’è comprato i blog di Splinder per 4 milioni e mezzo di euro.
Non so se il gruzzolo sia poco o sia tanto.
Quello che so è che questa mattina ho riferito istantaneamente l’acccaduto all’amico del frutta e verdura sotto casa. Secondo una mia personale stima infatti, tra pomodori e zucchine, lui dovrebbe fatturare in un anno parecchio di più dei 90.000 euro che Splinder dichiara a bilancio.
Italiani brava gente. Almeno per quelli della Mozilla Corporation.
Leggevo le ultime statistiche sull’uso dei browser fornite a ottobre da Onestat e contemplavo quei 21 (e rotti) italiani su cento che utilizzano Firefox.
Contemplavo non tanto la percentuale in sè, ma il fatto che dei paesi analizzati siamo il terzo dopo Germania (33%) e Australia (25%) ad avere la maggior diffusione del browser della volpe.
Media mondiale : 11.49%
Usa : 14.88%
Canada : 14.45%
UK : 9.77%
Australia : 25.55%
Germania : 33.42%
Francia : 13.18%
Italia : 21.60%
Belgio : 12.93%
Olanda : 9.77%
Non attribuitegli nessun valore politico.
Prendete le cifre sulla mortalità in Iraq fornite dalla “Johns Hopkins Bloomberg School of Public Health” come semplici numeri :
– prima del marzo 2003 il tasso di mortalità era 5.5 su 1.000
– oggi il tasso si mortalità è di 13.3 su 1.000
– in 3 anni sono morti 654,965 in più rispetto alle medie pre-guerra.
L’anticipazione dello studio che sarà pubblicato su “The Lancet”, la trovate qui.
Il titolo, semplicemente meraviglioso, è di Beppe.
Bisognerebbe fare un piccolo monumento al procuratore di Trento Tàrfusser per il suo rifiuto di fornire alla Ragioneria di Stato 14.000 fotocopie di atti che si possono invece controllare tutti da uno schermata video. Spreco di denaro e tempo.
Denaro e tempo che in Procura a Trento sono riusciti a limitare negli ultimi due anni, come racconta il Sole 24 Ore, attraverso digitalizzazione e software arrivando a cifre e percentuali record.
Viva Tàrfusser, abbasso le fotocopie.
Se ci fosse qualcuno dalle parti di “Italia 1” in grado di intuire, almeno per un millisecondo, quanto veloci sono i tempi di propagazione dei video nell’era di Youtube e quanto è vasta la platea, il servizio delle Iene sul test-droga clandestino ai deputati sarebbe già in Rete.
<%image(cellulare costoso.jpg|762|456|cellulare un milione di euro)%>A: guarda un po’ qua: un russo s’è comprato il cellulare più costoso al mondo per un milione di euro (foto).
B: chissà che cazzo di suoneria che c’ha..
<%image(ragni volanti non identificati 1.jpg|780|585|ragni volanti non identificati)%>
<%image(arizona dream.jpg|205|168|arizona dream)%>Il tempismo del marketing.
Quelli lì, quelli della “M” gialla e gigante, quelli del taratatatà per intenderci. Dai che avete capito. Quelli lì dicevo, hanno lanciato questa settimana un nuovo spot per nuovo panino : trattasi di tale “Arizona Dream” che fa parte della promozione “Road to America“.
Nella stessa settimana quelli lì della casa pitturata di bianco, quelli che dicevano che Saddam aveva l’atomica, quelli, per intenderci, del “missione compiuta”. Dai che avete capito. Quelli lì dicevo, hanno firmato a Phoenix la legge che piazzerà un bel muro anti-immigrati sul confine tra Stati Uniti e Messico, presidiato da migliaia di nuovi poliziotti di frontiera.
Lo slogan è : “Fatti prendere anche tu dall’Arizona“. Quello di McDonald eh, che avete capito.
Ma visto che c’è sempre qualcuno che diffida della pubblicità, vi invito a leggere l’inchiesta speciale del quotidiano di Tucson “Arizona Daily Star” che ha mandato per 3 settimane 6 reporter sul confine messicano da San Diego al Golfo del Messico.
Sintesi : il muro è un cagata pazzesca. O quasi.
<%image(berlusconi-beato-tra-le-donne.jpg|800|531|berlusconi opposizione - foto da dagospia)%>Diciamocelo. Quest’uomo si sta godendo l’opposizione.
Cosa ci faceva un blog nel 1984 in un campo polveroso del Brasile insieme a Lino Banfi ?
Il povero Franz Riedl, vecchietto austriaco di età compresa tra gli ottanta e i novanta (più avanti capite il perchè dell’ incertezza), faceva come tanti altri.
La pensione gliela accreditavano in banca e l’affitto lo pagava in automatico con lo stesso conto corrente. Sono le comodità della finanza moderna.
Franz Riedl l’hanno trovato morto ieri o oggi (non ho ben capito) nel letto di casa sua, che per un 93enne è una cosa abbastanza consueta e persino augurabile.
Il problema è che Franz Riedl era morto suppergiù da 4 o 5 anni.
La polizia dice che in casa non c’è traccia di euro ma solo di scellini. Quindi hanno dedotto.
I vicini non han sentito nessun puzzo e la montagnola di posta davanti alla porta non era poi così strana.
Nessuno ricordava più di Franz Riedl. Solo il suo conto corrente, che a rigor di matematica, gli avrebbe potuto regalare l’eternità.
ps: sui giornali italiani ancora non c’è, ma Franz arriverà di certo anche lì.
Treno interno giorno. Giornale aperto. Pubblicità in basso.
A: oh guarda un po’, Milano-Amsterdam andata e ritorno con Alitalia a 49 euro.
B: micca male..
A: apperò ci sono da aggiungere 40 euro di tasse e sicurezza bagaglio
B: fanno 89 euro quindi..
A: apperò ci devi mettere anche 70 euro di fuel surcharge
B: di cheee ?
A: di benzina
B: pensavano di andare senza ?
A: apperò ci mettono altri 45 euro di servizio vendita
B: però..
A: a quanto siamo arrivati ?
B: sui 215 euro
A: apperò..
B: che c’è ?
A: ci sono pochi posti
B: beh, era da immaginarselo
A: e non ti rimborsano il biglietto, non puoi cambiare itinerario e puoi comprarli massimo fino all’ 8 ottobre. Poi devi necessariamente dormire un sabato notte, però devi andare e tornare massimo in 14 giorni.
B: Nient’altro ? Vedi un po’ se dicono qualcosa sugli anni bisestili …
Pare che i parlamentari dell’Unione in commissione vigilanza, abbiano scritto, indignati, una lettera di rimostranze perchè il TG2 ha trasmesso qualche giorno fa il video in versione rap di Prodi alla Camera (quello della famosa frase interrotta) che si configurerebbe come “vilipendio alle istituzioni“.
Inutile dire che la lettera è la classica, classicissima, zappa sui piedi. Inutile stimare il tempo che ci vorrà per far capire a certi abili comunicatori che più si parla di una minchiata (passatemi il termine tecnico) più quella minchiata girerà.
Comunque quello che c’è d’interessante in questa vicenda è, per me, altro. Di quel video volevo già scrivere qualche giorno fa. Anzi, il giorno stesso in cui per la prima volta è stato pubblicato su Repubblica.it , 40 minuti dopo la conclusione del discorso di Prodi.
Il perchè mi interessava è presto detto : secondo Repubblica quel video era già diventato il “tormentone del web”.
Tormentone del web in un’ora scarsa. Per chi si interessa di tempi di propagazione delle notizie è praticamente un record. Un caso da studiare.
Se era un video-tormentone doveva essere su Youtube : no, non c’era.
Sarà stato allora su Google Video: no peccato, non c’era.
Stava quindi correndo di bocca in bocca e di link in link su decine di blog ? Uhm, niente su Technorati o Google Blog.
Anche oggi a qualche giorno di distanza non trovate (almeno io non l’ho ancora trovato) un riferimento al video antecedente a quello di Repubblica.
Possiamo dedurre con buona approssimazione che il video è arrivato a Repubblica.it via mail, magari dallo stesso anonimo dj di cui non si cita mai il nome (se fossi in lui, reclamerei) e da lì spacciato come tormentone del web.
Il giorno dopo poi è arrivato, da buon ultimo, il TG2 di Mazza che riversato alle masse quello che protremmo chiamare il falso tormentone d’autore.
Ah signora mia come cambiano i tempi. Basta guardare a com’era il cestino di Windows o quello di Apple dieci anni fa.
Le tappe dell’evoluzione dei rifiuti Windows:
<%image(cestino windows evoluzione.jpg|226|59|cestino windows evoluzione)%>
Le tappe dell’evoluzione dei rifiuti Apple :
<%image(cestino evoluzione apple.jpg|201|60|cestino apple mac evoluzione)%>
<%image(tutto molto grigio.jpg|780|585|tutto molto grigio)%>
<%image(garage google.jpg|473|315|garage google)%>C’era una volta un garage. Il luogo per antonomasia dove nascono le rivoluzioni tecnologiche.
Larry Page e Sergey Brin si sono ricomprati quello (in foto) dove cominciò l’avventura di Google, 8 anni fa, per una cifra imprecisata ma sicuramente milionaria.
La morale in questa storia, se c’è, è che se si presenta alla vostra porta qualche studente, magari anche un po’ nerd, per affittare il vostro garage, trattatelo bene. Molto bene.
A volte mi incanto fissandoti e immagino chissà che cosa.
A volte vorrei appoggiarmi a te con delicatezza e chiudere gli occhi.
A volte mi incazzo perchè ti fili tutti gli altri.
A volte vorrei che tu fossi più dolce.
A volte dimentico che mi hai fregato un sacco di volte.
A volte mi manchi.
A volte ti vorrei picchiare, ma sono solo le 7 di mattina e dove lo trovo un caffè come il tuo a quest’ora, bastarda di una macchinetta.
Pur non appassionandomi ai referrer, visti i tempi che corrono e le vicende Telecom, questo non potevo proprio lisciarlo.
La curiosità è se il soggetto che è arrivato su queste pagine con la frase citata di seguito, intedesse il tutto in senso fisico o soltanto metafisico. Chissà.
“come incu**** il proprio gestore di telefonia mobile“