Miracolati

Ieri mi è capitato di sentire S. (sul solito palco immenso, con il solito sfondo e con il solito sottofondo) dire che ha ottenuto il via libera dagli alleati per svelare nuove strabilianti promesse tenute in serbo per quest’ultima settimana di campagna elettorale.

A questo punto, fatti due conti su quanto promesso finora, l’elenco si riduce a :

1) cura miracolosa della calvizie per tutti gli italiani a carico del servizio sanitario nazionale.

2) un biglietto vincente (per un premio da almeno 10.000 euro) per tutti i cittadini italiani entro i primi cento giorni.

3) Lazzaro alzati e cammina

Vuoi vedere che..

<%image(banner rifondazione.jpg|742|494|banner rifondazione comunista vuoi vedere che)%>Nel panorama un po’ asfittico della comunicazione politica online, quelli di Rifondazione Comunista c’hanno azzeccato.

I banner interattivi che permettono di inviare un proprio slogan dimostrano che alle volte mettere nelle mani dei propri elettori la creatività e la comunicazione vale davvero la pena.

Vedere per credere su vuoivedereche.it

Turisti per caso

Era qualche anno fa. Il sindaco in fascia tricolore, l’assessore gongolante e il pubblico plaudente. Spumante terzacorsiadestra dopo i detersivi, bicchieri di plastica e cin cin.

Finalmente e con grande gioia siamo qui ad inaugurare.

Finito lo spumante, tolta la fascia e dileguato l’assessore qualcuno si tira dietro la porta con due giri di chiave.

Dieci giorni alle elezioni.

Dall’inaugurazione al momento che qualcuno ridiede quei due giri di chiave al contrario, passarono tre anni.

A quelli che al Ministero dell’Innovazione stanno correndo come matti per mettere su il megaportale turistico italia.it entro il 31 marzo, consiglierei quindi di fare un bel respiro e magari di prendersela comoda fin dopo il 10 aprile.

Che, per la cronaca, il sindaco le ha poi perse le elezioni.

L’importanza di chiamarsi Ernesto (o blog)

Non per tornare sull’antico e dibattuto tema “cosa possiamo chiamare blog ?“, ma se imboccassimo la strada del processo per esclusione, con tutta la buona volontà, il primo a saltare sarebbe il nuovo e scintillante “blog elezioni” del Corriere.

Potevano chiamarlo pure Ernesto.

Stai calmo Rocco

Se il Moige esulta, ad un uomo sano di mente la mosca salta al naso in un paio di decimi di secondo.

Niente più patatine per Rocco Siffredi.

L’Istituto dell’Autdisciplina della Pubblicità dà ragione all’associazione dei genitori e sospende lo spot del pornodivo per una marca italiana di snack.

Violati tre articoli del Codice di Autodisciplina a cui si devono attenere “agenzie, consulenti di pubblicità, gestori di veicoli pubblicitari “.

Tanto per dire, il primo articolo del Codice recita :

La pubblicità deve essere onesta, veritiera e corretta. “

E’ già così capisci che è tutta una barzelletta.

Superfluo e necessario

Giustappunto girando la manovella del televisore mi capita a tiro la domanda quasi fondamentale: avevamo proprio necessità di Klaus Davi ?

Berlusconi, gli americani, il cimitero

<%image(berlusconi congresso.jpg|150|111|berlusconi congresso congress cimitero cemetery)%>Sottotitolo: il cavaliere e l’ antologia di Spoon River

Non è che faccia un gran piacere andar dietro alle esortazioni di Clemente Mastella, comunque sia.

Silvio Berlusconi va al Congresso Usa e conclude il suo discorso con un aneddoto (qui il video del passaggio):

“Vorrei concludere ricordando una breve storia.

La storia di un ragazzo che alla fine dei suoi studi liceali fu portato dal padre a visitare il cimitero in cui riposano molti giovani valorosi soldati, giovani che avevano attraversato l’Oceano per ridare dignità e libertà ad un popolo oppresso. Nel mostrargli quelle croci, quel padre fece giurare a quel ragazzo che non avrebbe mai dimenticato il supremo sacrificio con cui quei soldati americani avevano difeso la sua libertà. Gli fece giurare che avrebbe serbato per il loro Paese eterna gratitudine.

Quel padre era mio padre, quel ragazzo ero io.

Quel sacrificio e quel giuramento non li ho mai dimenticati e non li dimenticherò mai.”

Standing ovation del Congresso.

In attesa che lo stesso Silvio Berlusconi specifichi e circostanzi meglio l’episodio, proviamo a mettere insieme un po’ di fatti, così magari aiutiamo il Presidente del Consiglio nella ricostruzione degli eventi (perchè si sa a 70 anni la memoria può giocare brutti scherzi).

a) Berlusconi dice che all’epoca dell’episodio era fresco di diploma liceale. Essendo nato nel settembre 1936 e avendo frequentato l’istituto dei salesiani fino a 19 anni, si può stimare con buona probabilità che la visita deve essere avvenuta negli anni 1955-56 (suvvia stiamo pure larghi fino al 1957).

b) in Italia esistono solo due cimiteri di guerra americani: a Firenze e a Nettuno. Sono di più quelli Alleati sparsi per tutta Italia (anche a Milano ce n’è uno dove sono sepolti soldati del Commonwealth)

Con i loro caduti gli States sono piuttosto precisi.

C’è una commissione apposita “American Battle Monuments Commission” che si occupa di tutti i sacrari Usa sparsi nel mondo e che ospitano le tombe dei 405.399 morti e dei 78.979 dispersi della seconda guerra mondiale.

Esiste un database pubblico dove per ogni caduto è indicato il luogo esatto di sepoltura.

Al Florence American Cemetery si trovano i resti di 4.402 morti e si commemorano 1.409 missing in action.

Al Sicily-Rome American Cemetery and Memorial 7.861 morti e 3.095 dispersi.

Il cimitero di Firenze è stato concluso nel 1959.
Il cimitero di Nettuno nel 1956.

Ovviamente esistevano prima di queste date cimiteri di guerra provvisori americani un po’ in tutto il Paese, ma furono riuniti in questi due luoghi.

Confrontando le date quindi è improbabile che Berlusconi si riferisse al cimitero di Firenze. Compatibile invece quello di Nettuno anche se era appena stato concluso.

Una stranezza ovviamente è che di questo episodio fondamentale della vita – quel sacrificio e quel giuramento non li ho mai dimenticati e non li dimenticherò mai – Berlusconi non abbia mai parlato prima.

Non compare nella sua pur dettagliata biografia, dove viene invece citato l’episodio della madre che salva una donna ebrea e non viene citato in nessuno discorso o documento rintracciabile:

non il 27 maggio del 2002 durante il Memorial Day insieme all’ambasciatore americano Mel Sembler proprio in visita al cimitero di Nettuno; non nel discorso del 3 giugno 2004 commemorando il sacrificio dei soldati americani (Bush era in Europa per l’anniversario dello sbarco in Normandia) . In questo discorso anzi invita proprio i giovani ad andare a visitare il cimitero di Anzio, ma non fa menzione di quel significativo episodio personale:

“E’ giusto che sappiano come per liberare l’Europa i nostri alleati americani hanno pagato un enorme tributo di sangue. Mezzo milione di morti nella seconda guerra mondiale. Oltre settemila morti solo nel D-Day, il giorno più lungo, quello dello sbarco in Normandia. 25 mila caduti, infine, per liberare l’Italia, per liberare il nostro Paese. Alcuni di quei ragazzi riposano nella nostra terra, la maggior parte ad Anzio, dove sbarcarono. Andateci, se potete. In quella distesa di croci, troverete nomi qualunque, nomi sconosciuti: John, Charlie, Robert, Ted, Howard… Nomi di ragazzi di venti, di ventidue, di venticinque anni. Hanno dato la vita per noi. Hanno rinunciato alla loro perché la nostra potesse essere felice, perché noi potessimo essere liberi.”

Un po’ strano. Ma di certo Silvio Berlusconi avrà tempo e modi per raccontare meglio la sua storia.

O no ?

Il capo unico Silvio Berlusconi

Alle volte una parola, una sola parola, è rivelatrice.

Pagina 2 del programma elettorale della Casa della Libertà:

“il capo unico della coalizione è SILVIO BERLUSCONI”.

Lasciamo da parte per un momento il fatto di scrivere Silvio Berlusconi tuttomaiuscolo come i nomi dei poveri malcapitati nelle lettere delle fantasmagoriche lotterie per corrispondenza (lei gentile PINCO PALLINO, e solo lei, ha vinto il magnifico primo premio del nostro concorso).

Ma badate bene, non hanno scritto leader, non hanno scritto candidato premier.

Hanno scritto “capo unico“.

E che è, la banda della Magliana ?

Attaccatevi al tram

L’inglese, l’est, il sikh con i capelli sotto il turbante azzurro (che poi se si chiami proprio turbante non lo so), l’Africa, il francese, l’italiano, il dialetto, sperom.

Ci sono solo 4 o 5 facce pallide su questo tram all’ora di chiusura delle fabbriche e degli uffici di una zona industriale. Un pensionato, una ragazza sui trenta, due ragazzetti “equantosiamofichi“.

Proprio i due si danno di gomito a dire “guarda te che circo e quando lo riprendo il tram con sta gente qui.”

Oh sì, è un circo ragazzetti miei.

Peccato che è un gran bel circo. E se ancora non ve ne siete resi conto, questi sono là avanti a voi. Parlano lingue che non conoscete. Vengono da posti che non sapete neanche indicare sulla carta geografica. Sanno l’italiano e anche il vostro dialetto.

E vedrete i loro figli. Saranno insieme ai visi pallidi di buon senso il meglio degli italiani della prossima generazione.

E’ un circo ragazzetti. E non ci sono improvvisati presidenti del Senato o astiose scrittici tosconuiorchesi che tengano. Questo è quello che verrà.

Sarà un circo ragazzetti, ma, fortunatamente, gli animali in estinzione siete voi.

Sperom.

Badante per blog

Cercarsi disperatamente giornata di 36 ore o in alternativa, badante per il presente blog che comincia a soffrire di carenza d’affetto da parte del – com’è che si dice in giro ? ah sì – tenutario.

Blogger a Baker Street

Il rapporto tra giornalisti e blogger trova una nuova definizione in un pezzo di Paul Reynolds di BBC: gli irregolari di Baker Street.

A chi ha consumato (in età giovanile o meno) le pagine leggere di Arthur Conan Doyle la definizione risulterà perlomeno simpatica.

They have an army of what Sherlock Holmes called his “Baker Street Irregulars,” that is an almost unlimited number of people around the world, many of them expert on the subject under discussion, scouring sources and sending information in to an easily accessible central site which can disseminate it instantly.

Alle Olimpiadi con i loro occhi

Ha ragione Gianluca : una cosa interessante da tenere d’occhio durante queste olimpiadi invernali di Torino 2006 (al pari del curling) sono i blog degli inviati dei media americani.

Tanto per capire come ci vedono gli altri e come magari ci comportiamo noi di conseguenza all’estero.

Dustin Dow ad esempio è l’inviato del Cincinnati Enquirer.

Dateci un’occhiata e magari scoprite che na’mmericano se ne torna a casa con la convinzione che il mirto è la tequila italiana (video).

Ilaria e Miran una settimana di vacanza

A tutta quella fila di castronerie partorite in autunno il poco onorevole Carlo Taormina aggiunge che Ilaria Alpi e Miran Hrovatin:

nulla mai hanno saputo e in Somalia, dove si recarono per seguire la partenza del contingente italiano, passarono invece una settimana di vacanze conclusasi tragicamente.

Al peggio non c’è mai fine.

Berlusconi al citofono

Ormai viviamo in un Paese in cui se ti suona il citofono, pensi che sia Berlusconi

oppure

Hanno fatto una legge che se ti sei fatto uno spinello anni fa ora fai il Presidente della Camera, se te lo fai ora rischi di finire in galera“.

Emma Bonino a Ballarò.

Via Mante, che riprende stamparassegnata

Altro che vignette sataniche

I media europei pubblicano in difesa della libertà di satira le brutte (perchè sono brutte, razziste e al massimo se ne salva una) e ormai note “vignette sataniche” del quotidiano danese Jyllands-Posten. Un atto di coraggio lodato dai più.

D’accordo. Ora però, coraggio per coraggio, che facciamo con “Panorama” che da anni pubblica ogni settimana gli scarabocchi deliranti di Forattini ?

Un monumento all’eroismo ?

Al padrun

<%image(letteraberlu.jpg|450|600|lettera berlusconi bonus bebe 2005)%>Un grosso bacio. Così si conclude la lettera che accompagna il bonus di 1.000 euro per i nati nel 2005. Tono colloquiale. Quasi un amico di famiglia. Lassù, in alto a sinistra il logo “il Presidente del Consiglio“. La firma semplice, diretta, concisa : Silvio Berlusconi.

Una rivoluzione copernicana nella comunicazione amministrativa ? Via il burocratese, avanti la semplicità ? Via il lei, avanti il tu ?

In verità, guardandola e rileggendola bene questa lettera più che una rivoluzione è una involuzione.

Questa non è comunicazione istituzionale creativa, qui è il padrone del vapore che si rivolge ai pargoli del dipendente.

Quasi fossero soldi suoi.