Anche se è difficile ottenere in questo momento dati esatti e precisi (se qualcuno ne ha, sono graditi) il costo per garantire il voto agli ormai 4 milioni di italiani all’estero dovrebbe aggirarsi intorno ai 25 milioni di euro.
Un sistema che, con una esperienza decennale, si è dimostrato costoso, inefficiente e sgangherato. Basta leggersi i resoconti parlamentari delle audizioni dei responsabili dell’ufficio centrale della circoscrizione estero del passato.
Burocrazia, confusione, brogli, sprechi ed errori.
Un paio di dati di domenica per disegnare un quadro sconfortante.
Le schede nulle sono state 8,5% mentre in Italia lo 0,67%.
I voti validi sono stati poco meno di 700.000 ovvero il 17,5% degli aventi diritto ovvero un costo stimabile di circa 35 euro a voto valido.
Forse è ora di pensare seriamente ad una sperimentazione del voto elettronico da remoto per gli italiani all’estero.