Il barocco e le elezioni siciliane

Per capire davvero quanto siano “barocche” le elezioni per l’Assemblea Regionale Siciliana non basta leggere del sistema elettorale ingarbugliato o del numero spropositato di candidati ed eletti.

Per capire davvero è utile badare ad un particolare piccolo piccolo, a quel vezzo (possibile per legge anche nel resto d’Italia) di inserire sulla scheda a fianco del nome del candidato anche la dicitura “detto/a“.

Ecco in Sicilia quel vezzo è una specie di obbligo.

Un diluvio di “soprannomi” che raggiunge l’apice nel listino regionale di Rosario Crocetta dove tutti sono detti, in particolare Alice Anselmo detta “Alicia, Licia, Anzelmo, Anzelmi, Anselmi“.

I finanziatori nell’ombra

Un mucchio di soldi scorre durante le campagne presidenziali americane.

Un bel pezzo su Open Secrects svela, dati alla mano, che nel 2012 il peso dei “finanziatori occulti” è diventato piuttosto ingombrante e che pende in maniera più che decisa verso i Repubblicani.

Shadow Money

Iscriversi online alle primarie

Discussione casuale con consigliere regionale del Partito Democratico sui meccanismi delle primarie, in particolare sulla iscrizione telematica all’albo degli elettori. Risposta che copiaincollo:

ricordo poi che già è difficile vigilare sulla regolarità delle elezioni (con i carabinieri che vigilano i seggi ) che ci mancherebbero le iscrizioni online… vorrei ricordare la fine delle primarie ad esempio per il sindaco di Napoli!

Sinceramente una risposta così toglie la voglia di ribattere, di spiegare che i carabinieri non c’entrano nulla, che le primarie di Napoli con i cinesi non c’entrano nulla, che le iscrizioni online non favoriscono certo i brogli, che da una decina di anni, pensa un po’, si sale sugli aerei con le prenotazioni online.

Oggi pomeriggio noto che c’è stato (fortunatamente) un cambio di linea. Ci si può iscrivere online alle primarie.

O meglio, ci si può quasi iscrivere online. Pare infatti che la procedura si debba completare fisicamente.

Vorrai mica pagare subito i due euro con PayPal e avere il certificato per votare via mail ? Ma sei matto ?

Vorrai mica che noi come centrosinistra risparmiamo tempo e carta eh ?

Te, sei vuoi quella roba lì, vai poi in aeroporto.

Lati pratici delle primarie democratiche

Il meccanismo delle primarie democratiche, che distingue momento e luogo della registrazione da quello del voto vero e proprio, contribuirà a far partecipare meno persone.

Questo forse, nelle intenzioni di qualche stratega dalemiano, dovrebbe rappresentare un vantaggio per Bersani.

Al di là delle valutazioni di convenienza elettorale esistono i lati pratici di questa scelta. In una piccola comunità di provincia come la mia non sono del tutto scontati.

1) Il dove. I seggi delle primarie sono normalmente distribuiti in tutte le frazioni mentre per il luogo di registrazione (alias l’ufficio elettorale) sorgono dei dubbi. Probabile che sia uno solo nel capoluogo, coincidente con la sede del locale circolo del Partito Democratico. Questo pone dei problemi in particolare agli elettori più anziani con meno possibilità di muoversi. In teoria è un punto a sfavore per Bersani, sempre che non si aggiri la questione con delle registrazioni “domiciliari” che poi vengono consegnate “all’ufficio elettorale” per interposta persona. Un meccanismo non proprio trasparente e immune da contestazioni.

2) Il tempo. Nei ventun giorni (dal 4 al 25 novembre) a disposizione per la registrazione per quanto tempo sarà aperto “l’ufficio elettorale” ? Due, quattro, sei, otto ore ? E tutti i giorni ? La sera, la mattina, il pomeriggio ?

La registrazione, così pensata, pare essere insomma uno strumento che complica, quasi inutilmente, la partecipazione.

Per quanto riguarda il voto negato ai sedicenni, si leggono in giro parecchie inesattezze: nel 2007 e 2009 votarono sì i sedicenni, ma si eleggeva il segretario del partito.

Nelle uniche primarie per la scelta del candidato premier (Prodi, 2005) l’età minima era di 18 anni con una sottile, ma non inutile, distinzione rispetto alle attuali regole che prevedono che “possono partecipare al voto i giovani che compiono 18 anni entro il 25 novembre 2012“: nel 2005 votavano anche quelli che avrebbero compiuto la maggiore età al momento delle elezioni vere nel 2006.

Il tempo delle notizie su Twitter

Dalle 10 alle 72 ore è il tempo “effimero” di vita di un articolo condiviso su Twitter.

La valutazione viene da uno studio di due ricercatrici dell’Università dell’Arizona che hanno messo sotto osservazione la condivisione degli articoli di 12 siti internazionali di news, da BBC al New York Time, da Wired al Guardian.

La parte migliore dello studio è però forse la visualizzazione grafica dei dati raccolti.

Mica tanto un Fatto

Titolone de Il Fatto Quotidiano:

“Lombardia, tra 5 giorni vitalizio per tutti. Pensione anche per 40 nuovi consiglieri”.

Poi due righe sotto nell’articolo “…Potrebbe, visto che dieci giorni fa il governo Monti ha approvato un decreto taglia sprechi che per il momento cambia le regole del gioco: per il vitalizio non basteranno più due anni e mezzo di politica in regione, ma ce ne vorranno dieci

Pare una nuova categoria del giornalismo, tipo “Fabbrica divorata dalla fiamme (se qualcuno porterà i fiammiferi e svuoterà gi estintori)“.

<%image(titolonefatto.jpg|800|297|il fatto quotidiano)%>

Il piccolo chimico elettorale

Si metta a verbale: un progetto di legge elettorale orrendo, frutto di una minuscola classe politica.

Dilettanti che giocano al piccolo chimico elettorale con in mano i sondaggi e in mente un orizzonte temporale lungo forse 10 mesi.

In venticinque anni da elettore, l’italiano medio si è cimentato con il proporzionale a preferenza multipla, con il maggioritario uninominale con quota proporzionale, con il proporzionale a liste bloccate, con il doppio turno alla francese nelle comunali in città, con quello a turno unico in campagna, con il doppio turno ma a collegio uninominale alle provinciali, con il sistema proporzionale con premio di maggioranza alle regionali, con il proporzionale a preferenza multipla e metodo Hare alle europee, con il referendum con il quorum ma anche senza per quelli costituzionali, con le primarie a turno unico e quelle a doppio turno che verranno.

A questo punto all’album delle figurine dei sistemi di voto ci mancano solo il sistema australiano, le schede perforate della Florida e un’elezione per sorteggio.

Poi abbiamo visto tutto.

Tutto, a parte qualcosa di serio.

La crudeltà dei ragionieri

<%image(rimborsielettorali.jpg|826|589|rimborsi elettorali)%>Oggi mi è capitata sottomano questa sintetica tabella del 2010 della Corte dei Conti che ci racconta come il concetto di rimborso elettorale in questo paese sia stato per lunghi anni una grande, quasi immensa, mangiatoia.

Niente di nuovo per carità, roba saputa e risaputa.

Ma la ragionieristica semplicità a volte è davvero crudele.

(cliccare sulla immagine per ingrandire)

Le primarie e l’Africa

Da tempo vado pensando che sia abbastanza sconfortante (e un poco preoccupante) che il partito che si candida a governare l’Italia non riesca a darsi un minimo di regole chiare e precise in modo decente. Neanche il “Club per la Tutela del Fritto Misto” (il Clutufrimi) è così incasinato e pressapochista, penso.

Un discreto pasticcio per un partito che ha avuto molto tempo per prepararsi a diventare maggioranza di governo.

Ma tant’è, siamo qui e a questo punto sulle regole per le primarie mi sentirei di mettere solo un punto fermo: possono votare solo quelli che poi in Africa ci vanno per davvero.

Predicare, razzolare.

Aggiornamento del pomeriggio:

Roberto Rosso smentisce che il consigliere coinvolto sia Luca Pedrale: “Ho detto San Germano? Era per dire un paese lontano dal Sestriere. Ho buttato lì una località». (Pedrale ormai ex-amico e compagno di partito di Rosso è appunto residente a San Germano).

Ha aggiunto: “Se poi vogliono denunciarmi, che lo facciano, davanti al giudice potrei raccontarne un sacco di quegli aneddoti“. Che come messaggio trasversale non è male.

A questo punto la Regione Piemonte potrebbe far luce sull’episodio (e su altri) pubblicando in Rete “la lista della spesa” voce per voce.

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Ieri sera Roberto Rosso, navigato politico di centrodestra, ha confessato ad una televisione locale che un suo amico consigliere regionale si faceva rimborsare dalla Regione Piemonte le vacanze al Sestriere per quasi mille euro al giorno.

Forse Rosso esagera con le cifre (la cifra più plausibile è di 500 euro al giorno) , ma il trucchetto delle indennità di missione per autocertificazione non è una esagerazione.

Secondo i volontari o involontari indizi seminati da Rosso, quel consigliere regionale sarebbe Luca Pedrale capogruppo del Pdl in Regione.

Uno che non più di una settimana fa predicava un drastico taglio dei costi della politica:

Con questi provvedimenti si potranno ottenere fortissimi risparmi nelle spese della Regione .. Considerando che un consigliere costa al Consiglio regionale, per i cinque anni della legislatura, circa un milione di euro lordi, l’eliminazione di 10 consiglieri consentirà un risparmio di 10 milioni di euro.. risorse che potranno essere destinate alla sanità, all’assistenza e al settore del lavoro“.

Un fascio, un’erba

Quando vedi che uno si sceglie come avvocato di fiducia Carlo Taormina già hai capito dove vuole andare a parare: far finire tutto in caciara.

E uno come il federale di Anagni, al secolo Franco Fiorito consigliere regionale, di caciara ne ha da vendere a tonnellate.

Sotto gli è passata una vasta mole di contante e di relative fatture per i servizi più disparati, che solo una fantasia piuttosto spinta potrebbe catalogare alla voce “rimborsi per attività politica”.

Una delle prime vittime della caciara è il giovane Carlo De Romanis organizzatore della famosa festa tutta zinne e teste di maiale del settembre 2010.

Una festa che è diventata sui giornali, nei bar e in televisione l’esempio visivo di un concetto piuttosto semplice: ce stanno a pija per. Ma proprio tanto.Il bello è che il giovane portaborse di Tajani (e qui uno già capirebbe tante cose) quella festa molto probabilmente se l’è pagata con soldi suoi e non con i rimborsi al gruppo regionale del Pdl come dice Fiorito. Soldi ovviamente sudati e ri-sudati nei primi quattro mesi di mandato (eletto nel maggio 2010) dove in aula intervenne una sola volta.

De Romanis, un’erba che finisce nel fascio. Un po’ ti dici che non è bello generalizzare. Un po’ ti dici: ma va a quel paese te e tutta Roma Nord.

Poi ci sono quelli del gruppo del Partito Democratico alla Regione Lazio (e quelli di Sel e dell’Idv) che di cotanto magna magna per due anni non si sono accorti: “ci davano i soldi, noi li prendevamo” pare abbia dichiarato il capogruppo Esterino Montino. Se li prendevano e se li spendevano come aggiuntivo canale di finanziamento al partito: convegni più o meno utili, consulenti per la comunicazione, soldi ai media locali.

C’è poi l’Udc che oggi, per non finire nel fascio, ha voltato e rivoltato la propria posizione nell’arco di 12 ore scarse.

In verità la linea, quella definitiva, pare averla dettata Bagnasco, il che indica al Paese il facile e lineare percorso che avranno le leggi sui diritti civili nel caso di un’alleanza vincente tra Bersani-Casini-Vendola.

E infine ci sono quei rompiballe dei Radicali a cui si deve l’incipit dello scandalo laziale.

Ma è noto che, almeno loro, con l’erba non tendono a fare fasci.

Melius abundare

La Sogei ha distribuito in Abruzzo 65.000 tessere sanitarie con la dicitura “Regione Abbruzzo”. Con due B.

Cittadini e certificatori

La Camera dei Deputati discute le modifiche al Regolamento per i gruppi parlamentari, in particolare per ciò che attiene ai finanziamenti.

Se approvate queste modifiche porteranno i gruppi a dover redigere un rendiconto annuale sulle spese. Spese che dovranno essere “solo per scopi istituzionali riferiti ad attività parlamentari” (viene il sospetto che fin qui siano stati un po’ più elastici con i criteri).

Il rendiconto verrà poi pubblicato in Rete.

Nelle ultime ore si discute parecchio della possibile certificazione di questi rendiconti da parte di società esterne o solo a carico del servizio contabilità della Camera.

Dibattito forviante.

Il nodo della questione è invece come sarà strutturato il modello di questo rendiconto che l’Ufficio di Presidenza dovrà preparare: due paginette con dati generali incomprensibili e poco significativi ?

La vera trasparenza sarebbe indicare nel rendiconto voce per voce tutte le spese e allegare in un fascicolo elettronico pure le ricevute e fatture. Tutto pubblicato sul sito della Camera.

A quel punto i cittadini-elettori potrebbero certificare anche da soli la bontà e congruità delle spese dei gruppi parlamentari senza dover scomodare (e pagare) Pricewaterhouse e compagnia.

Google e Snapseed

Notizie di nicchia : Google ha fatto shopping e ha comprato oggi la Nik Software ovvero dei piccoli geniacci del software fotografico. Fare concorrenza ad Instagram con Snapseed è realistico ?

C’era da scommetterci

Nel giro di qualche anno abbiamo disseminato, in tutti luoghi e in tutti i laghi, migliaia di newslot.

Crescono al ritmo di 1.600 al mese. Siamo a quota 380.000 circa. Una ogni 160 abitanti.

Abbiamo creato un mercato, una filiera, un ingombrante giro d’affari, associazioni di categoria, cospicue entrate erariali.

Le newslot e roba simile raccoglieranno nel 2012 suppergiù 50 miliardi di euro (il 50% di tutto il reparto dell’azzardo)

L’80% viene restituito in vincite. Il restante (10 miliardi) se lo dividono, non in parti uguali, concessionari-tabacchini-baristi-Stato.

Vai a domandare ad un barista di levare “le macchinette” e vedi l’effetto che fa. In tre nanosecondi finisci diritto al Tar e anche un po’ affanculo.

Poi qualcuno ha cominciato a pensare che forse si stava esagerando, che aprire la porta del cesso del pizzicagnolo dell’ultima minuscola sperduta frazione e trovarci un videopoker era qualcosa di non propriamente normale per un paese moderno.Ad accorgersene per primi sono stati i sindaci, che sempre più spesso si trovano davanti alla porta dei servizi sociali gente con le bollette da pagare e una fortuna investita in slot machine.

Lo Stato Centrale si prende il grano, i sindaci le grane. Ai sindaci non andava bene.

Nascono così diverse ordinanze e regolamenti comunali che si inventano il giochetto della distanza minima dai luoghi sensibili (scuole, chiese, ospedali) con il pretesto della protezione della categoria mitologica dei “giovani“.

Dal punto di vista logico è una colossale minchiata: i giovani non sono il target delle slot, non hanno un gran budget da spendere, usano molto di più la Rete e le chiese, beh le chiese, di questi tempi non sono proprio un ritrovo abituale di gioventù più o meno bruciata.

Dal punto di vista pratico invece è tutta un’altra faccenda.

In Italia provate a mettervi a 500 metri di distanza da una chiesa o una scuola.

Se ci riuscite avete fatto bingo oppure vi ritrovate in aperta campagna o in una grigia zona industriale.

Le associazioni di settore hanno stimato che il divieto dei 500 metri avrebbe ridotto il numero delle slot esistenti del 60%.

Con queste premesse il decreto Balduzzi di questi giorni ha raggiunto vette di comicità ragguardevoli.

Prima è stato annunciato il divieto dei 500 metri. Poi la retromarcia ai 200 metri, ma solo per le nuove installazioni. Infine sul tavolo del Presidente della Repubblica per la firma di rito è arrivato un testo dove sono spariti i metri, sostituiti da un generico futuro piano di localizzazione dei Monopoli che prima di tutto tenga conto di un fattore: i soldi.

C’era da scommetterci no ?

Titoli a caldo

Brucia mezza Italia” e visto che l’altra metà è bruciata l’anno scorso, la vedo dura nel 2013 per quelli del TG5.