L’Italia non è

La infinita tiritera “l’Italia non è la Grecia”, seguita da “l’Italia non è la Spagna” è una pratica piuttosto diffusa anche in Europa, come dimostra il lungo elenco messo insieme dalla Süddeutsche Zeitung.

“La Spagna non è l’Uganda”. (Mariano Rajoy, primo ministro spagnolo, giugno 2012)

“L’Uganda non ha alcuna voglia di essere la Spagna”. (Asuman Kiyingi, ministro degli esteri ugandese, giugno 2012)

I conti nel Partito Democratico

Non si può dire che i dirigenti nazionali del Partito Democratico siano degli sprovveduti o gente che non sa far di conto.

Lo statuto del PD dice che “non è ricandidabile per la carica di componente del Parlamento nazionale ed europeo chi ha ricoperto detta carica per la durata di tre mandati“. Ovviamente con “opportune” deroghe ben specifiche che però non possono essere superiori al 10% degli ultimi eletti.

Sabato all’Assemblea Nazionale del partito è stato approvato un ordine del giorno che trasforma i tre mandati in quindici anni.

In effetti una legislatura dura di norma 5 anni. Cinque per tre fa quindici. Sembrerebbe una modifica innocua, ma conti alla mano, non lo è.

Con la regola dei quindici anni nella lista degli incandidabili ci sono circa 32 tra deputati e senatori. Gente come Rosy Bindi, Anna Finocchiaro, Franco Marini, Walter Veltroni, Massimo D’Alema, Giuseppe Fioroni, Livia Turco, Enzo Bianco, Giovanna Melandri, Marco Follini.

Incandidabili (anche ad eventuali primarie di collegio) ma “derogabili” tutti. Infatti gli eletti nel 2008 tra Camera e Senato del Partito Democratico sono stati in totale 309. Con il 10% di deroghe, ipoteticamente si salvano tutti.

Con la regola dei “tre mandati” invece i conti cambiano. Visto che la legislatura del 2006 si è conclusa dopo soli due anni, sarebbero finiti nella lista degli incandidabili altri 53 tra deputati e senatori (per un totale di 85)

Qualche nome ? Pierluigi Bersani (segretario), Enrico Letta (vicesegretario) Dario Franceschini (capogruppo alla Camera), Marina Sereni (vicepresidente Pd), Luigi Zanda (vicepresidente Pd senato), Nicola La Torre.

Con i quindici anni insomma non tocca scegliere chi lasciare a casa dopo lustri di onorato servizio.

E i conti alla fine tornano.

Classe dirigente rimandata

Un sabato d’estate, l’assemblea del Partito Democratico, l’intervento di Giuseppe Fioroni ex ministro della pubblica istruzione inizia così:

Io credo che ha ragione Bersani“.

Nel seguito dell’intervento il massacro dei congiuntivi è continuato impunemente.

I soldi dei partiti e i terremoti

E’ probabile che questa notizia faccia un po’ di rumore.

In verità a me sembra una notizia farlocca.

Uso il “sembra”. Cerco di essere prudente perchè i meccanismi legislativi italiani sono più che bizantini.

Però.

Però a norma di legge (n.157 del 1999) il “termine di erogazione” delle rate del finanziamento pubblico ai partiti scade il 31 luglio e non il 30 giugno.

Bisogna fare in fretta, ma non così in fretta.

E comunque bisogna essere chiari: i risparmi che si otterranno nel 2012 e 2013 (valutati rispettivamente in 91 e 74 milioni di euro) non andranno solo al terremoto dell’Emilia ma a tutti gli eventi sismici e le calamità naturali avvenute in Italia dal 1 gennaio 2009.

Una lista di disastri bella lunga.

L’effetto che fa un Dalai Lama

Osservare i passi e i sorrisi di Tenzin Gyatso tra le macerie di Mirandola, un certo effetto lo fa.

Vedere tutti questi emiliani emozionarsi per uno che non ha costruito macchine veloci o che non si chiama Enrico Berlinguer, altrettanto.

E’ un quasi settantasettenne simpatico il 14° Dalai Lama.

Lo sanno bene anche quelli del marketing. Alla Fiat, ancor di più.

La questione tibetana in Italia è ormai ridotta ad esercizio sublime di paraculaggine.

Ultimo iscritto a parlare Giuliano Pisapia sindaco di Milano.

Pazienza.

Non sono buddista. Del resto può esserlo davvero uno tirato su a cappelletti e lambrusco ?

Ho conosciuto il buddismo nella sua reincarnazione più semplice e maestosa: esseri umani.

L’ho conosciuto un giorno in un posto minuscolo fuori dal mondo e un po’ più vicino al cielo.

E mi è piaciuto. Forse per quel senso di leggerezza e gentilezza negli sguardi.

O forse perchè le preghiere di uno yakmen sembrano avere la stessa sostanza spirituale di quelle di un Dalai Lama.

Domini .qualcosa

Con il Reveal Day l’ICANN ha reso nota la lista dei soggetti che hanno fatto richiesta per i nuovi domini .qualcosa.

I richiedenti sono stati 1.930 per circa 1.500 parole diverse.

L’estensione più richiesta è .app (13) seguono .home (11) .art (10) .shop e .blog (9).

Un passo sotto design, music, movie. Vanno forte anche le richieste per le sigle di società come INC, LLC, GMBH.

Per quanto riguarda l’Italia la parte da leone la fa Fiat che ha “prenotato” i maggiori marchi: alfaromeo, ferrari, lancia e così via.

In totale i richiedenti italiani sono meno di dieci, quasi tutti impegnati a tutelare il brand di appartenenza come Ferrero, Gucci, Lamborghini, Bnl e Cipriani (l’hotel)

Aruba invece è in corsa per .cloud.

Tra le curiosità i tre richiedenti per la creazione del dominio .rip, a riprova che il business del caro estinto si evolve e non si estingue mai (giudizio universale permettendo).

Domini : r-day per l’ICANN

Oggi l’ICANN rende pubblica la lista delle richieste per i nuovi nomi di dominio di primo livello, i “.qualcosa” per intenderci. (l’hanno chiamato Reveal Day)

Lista che parzialmente già si conosce, almeno per le richieste dei big-player come Google.

Lista che comunque sarà chilometrica e sarà interessante vedere gli aspetti italiani della faccenda. Se ci saranno.

Aggiornamento delle 14: le richieste di nuove estensioni sono 1930 (66 di tipo geografico).

Ai Posteraro l’ardua sentenza

E’ una storia interessante quella della nomina di Francesco Posteraro all’Agcom.

Una storia che ci racconta, al netto del giudizio sul valore o sulle capacità delle persone coinvolte, un Paese con una mobilità sociale ottocentesca.

Un storia che inizia 213 anni fa (no, non è un refuso).Francesco Posteraro classe 1799 è originario di Cavallerizzo frazione di Cerzeto, Regno delle Due Sicilie. Viene ricordato nei libri di storia locale come un patriota risorgimentale o, se avete simpatie borboniche, come un brigante.

I Posteraro erano una famiglia ricca e nobile. Il Comune di Cerzeto celebra ancora tra i suoi personaggi illustri Paolo Posteraro (classe 1844), filantropo, intellettuale e massone votato alla causa repubblicana.

Francesco Posteraro è nato nel 1950 a Cosenza. Ha studiato giurisprudenza e ha fatto l’avvocato. Nel 1979 è entrato alla Camera dei Deputati come consigliere parlamentare. E’ sposato con la figlia di Luigi Gullo stimato giurista cosentino e deputato del Partito Comunista Italiano dal 1963 al 1968.

Luigi Gullo è figlio di Fausto Gullo storico politico antifascista calabrese, ministro dell’Agricoltura e della Giustizia, eletto all’Assemblea Costituente e poi deputato alla Camera ininterrottamente dal 1948 al 1972.

Paolo Posteraro è figlio di Francesco Posteraro (quello del 1950). Ha 29 anni e di professione è giornalista. A fine 2011 è diventato membro del Corecom della Calabria . Le cronache giornalistiche raccontano di una nomina (in quota UDC) segnata dalle polemiche per un curriculum “fantasma”.

Francesco Posteraro è stato nominato oggi consigliere dell’Agcom in quota UDC. Il suo curriculum è stato depositato in zona Cesarini.

I Posteraro possiedono ancora a Cavallerizzo lo storico palazzo di famiglia.

Purtroppo però a Cavallerizzo non vive più nessuno.

Nel marzo del 2005 una frana si portò via un pezzo di paese.

La Protezione Civile di Guido Bertolaso decretò come irrecuperabile la situazione e fece sgomberare forzatamente tutti (circa 300 persone) per ricostruire una “new town” (modello replicato all’Aquila nel 2009) a qualche chilometro dalla vecchia frazione. Oggi sulla costruzione della “new town” pesa un’inchiesta giudiziaria.

Sei anni dopo la frana, nel gennaio 2011, Silvio Berlusconi come Presidente del Consiglio firma un’ordinanza con disposizioni urgenti di Protezione Civile che riguardano diverse calamità naturali: dalla Toscana, alla Puglia, dalla Liguria alla Sardegna.

All’articolo 13 dell’ordinanza c’è quello che potremmo definire il “Comma Posteraro“. Il comma quattro infatti riconosce per Cavallerizzo un “equo indennizzo” ai proprietari degli immobili classificati come “beni culturali” (a norma dell’articolo 10 comma 3 del codice dei beni culturali).

A Cavallerizzo l’unico edificio che rientra in questa casistica è appunto Palazzo Posteraro. La Direzione Regionale l’ha riconosciuto ufficialmente come “bene culturale” con il provvedimento n.48 del 14 giugno 2007. Due anni dopo la grande frana.

Palazzo Posteraro è ad oggi intatto, a fianco della chiesa dedicata al patrono San Giorgio.

Rimane lì, nel silenzio di un paese fantasma, a custodire la lunga storia di una famiglia italiana passata dalle imprese di Giuseppe Garibaldi a quelle di Pierferdinando Casini.

Terremoti e ambizioni

Non cerchiamo la gloria, ma la nostra ambizione è invecchiar bene, anzi, direi… benone.

Quindi terremoto, facciamo che questa di stasera era l’ultima.

Google e i domini .lol

Nell’imminente grande infornata di nuove estensioni di domini internet gestita dall’ICANN, Google ha intenzione di portarsi a casa i domini .google e .youtube, per poi scommettere su quelli .docs e, rullo di tamburi, sui .lol.

Rotfl !

colinna tramonto

Domani chissà

Vorrei vivere in un Paese dove dopo un terremoto lo Stato fa lo Stato e non c’è bisogno di sms.

Vorrei vivere in un Paese dove neanche un comico si può permettere di dire che i terremoti si possono prevedere.

Vorrei vivere in un Paese dove le cose si fanno e poi si annunciano.

Vorrei vivere in un Paese dove la classe politica è selezionata in modo democratico.

Vorrei vivere in un Paese dove la classe politica è preparata ed efficiente.

Vorrei vivere in un Paese dove prima ci si informa, poi si discute.

Vorrei vivere in un Paese dove la gente non va a letto fascista e la mattina dopo si sveglia improvvisamente democratica e progressista.

Vorrei vivere in un Paese dove la gente non va a letto la sera berlusconiana-rutelliana-dalemiana-casinista e la mattina dopo si sveglia improvvisamente grillina.

Vorrei vivere in un Paese dove ognuno si assume le proprie responsabilità.

Vorrei vivere in un Paese dove diciamo “noi” anche quando non ci crolla il mondo addosso.

Vorrei vivere in un Paese dove si coltiva la cultura della memoria e non la retorica della memoria (c’è la sua differenza).

Vorrei vivere in un Paese dove i partiti si finanziano (anche pubblicamente) in maniera trasparente ed onesta.

Vorrei vivere in un Paese dove i rimborsi sono rimborsi e non prese per il culo.

Vorrei vivere in un Paese dove ogni giorno il calendario non mi ricorda che mafia-stragi-terrorismo hanno ammazzato i migliori di noi.

Vorrei vivere in un Paese in cui le grandi parate sono roba da Zoff e basta.

Vorrei vivere in un Paese dove almeno il Papa non ha una banca.

Vorrei vivere in un Paese che ama la verità quanto la libertà.

Vorrei vivere in un Paese che oggi non c’è.

Domani chissà.

Farsi un’idea

Il dipartimento di Scienze della Terra dell’università di Modena e Reggio ha pubblicato oggi alcune immagini del terremoto.

<%image(terremoto emilia crepa.jpg|960|640|terremoto emilia crepa)%> <%image(terremoto emilia.jpg|960|640|terremoto emilia ponte)%>

Capaci di sciatteria

<%image(corriere capaci.jpg|798|414|corriere capaci)%>Cose piccole, dettagli.

Cose da paese affezionato ai decennali, ai ventennali e che negli anniversari sghembi come i diciannove o i tredici ha altro a cui pensare.

Paese in un cui a volte si preferisce la retorica della memoria alla cultura della memoria, che c’è la sua bella differenza.

Cose piccole, dettagli.

Oggi il Corriere.it mette in home page come pezzo d’apertura l’anniversario della strage di Capaci:

vent’anni da quel 23 maggio 1992, quando alle 16.58, l’esplosione innescata da oltre mezza tonnellata di tritolo sotto l’autostrada Palermo-Mazara del Vallo, all’altezza del piccolo comune di Capaci, provocò un tuono il cui eco continua ancora oggi ad attraversare le memorie di un Paese che da quel giorno non è più lo stesso

Alle 16.58 a Capaci non ci fu nessun tuono. Quella è l’ora dell’esplosione della strage di via D’Amelio.

Un’ora più tardi, alle 17 e 56 e 48 secondi del 23 maggio 1992 l’Istituto nazionale di geofisica di Monte Cammarata, in provincia di Agrigento, registra una scossa, localizzata a Capaci.

Cose piccole, dettagli.

Il sindaco smanettone

Federico Pizzarotti va matto per la torta fritta, almeno così dice ai giornali.

Di qua dal torrente Enza la torta fritta si chiamerebbe gnocco fritto, ma va bene lo stesso.

Passione autodichiarata per il computer dall’età di otto anni. Possiamo definirlo il primo sindaco smanettone ?

Lavora ai sistemi informatici del Credem, banca di testequadre reggiane, eppure lo hanno eletto. Eccolo il vero miracolo.

Al primo turno ha preso 17.000 voti, al ballottaggio 51.000 e rotti. La rivoluzione tranquilla del meno peggio.

Bernazzoli invece è rimasto inchiodato intorno ai 34.000 in tutti e due i turni. A Parma il Pd e il centrosinistra non riescono a vincere nemmeno dopo il disastro di Vignali & Co. Non governano dal 1998 e anche lì non erano gran ricordi.

Al prossimo giro si corre il rischio che arrivi Topo Gigio a fregarli di nuovo.

Bersani intanto fa tenerezza, sincera tenerezza. Il centrodestra è disintegrato, Casini disorientato, la Lega liquefatta e vanno tutti a rompere le balle a lui.

In fondo il Partito Democratico è sopravvissuto. Di questi tempi pare grasso che cola. O no ?

Cominciare bene

Alla conferenza stampa sulla rimozione della Costa Concordia un classico: si litiga con Powerpoint e con il proiettore.

Foia per tutti, tutti per il Foia

Essendo da queste parti un pallino fisso da molti molti anni.

Avendone scritto in diverse occasioni, ribadisco :

il problema centrale rimane la finta trasparenza delle istituzioni e della pubblica amministrazione, trasparenza taroccata e figlia di una normativa scadente. Cambiare quella normativa e renderla simile al Foia americano sarebbe davvero un atto rivoluzionario per questo paese.

Quindi di conseguenza ben venga questa iniziativa.

Defacing Brambilla

Mi accorgo che in questo momento i siti di Michela Vittoria Brambilla (compreso il nuovo www.vacanzea4zampe.info) sono stati defacciati“. (per ingrandire l’immagine cliccare).

<%image(vacanze4zampe defacciato.jpg|800|480|defacing brambilla 4 zampe)%> <%image(defacing brambilla.jpg|800|480|defacciato sito brambilla)%>

Un paese a zampe all’aria

Una vicenda piccola e marginale. Ma allo stesso tempo una vicenda esemplare, da riassumere in pochi passi, per intuire i meccanismi della gestione della cosa pubblica adottati da una classe politica cialtrona, inefficiente e predatoria.

Luglio 2009 : il “Ministro” per il Turismo Michela Brambilla presenta il sito “www.turistia4zampe.it” e relativi spot.

Il sito viene realizzato dalla Viamatica srl, azienda di proprietà di un collaboratore politico della Brambilla, candidato “trombato” alle elezioni del 2008 e diventato poi consulente della Brambilla al dipartimento del turismo. L’importo per la realizzazione del sito non è noto.

Gli spot istituzionali legati al progetto “Turisti a 4 Zampe” invece, secondo quanto riportato da “Il Fatto Quotidiano”, vengono realizzati dagli amici degli amici per un importo di 180.000 euro.

Nel maggio del 2012 l’ex ministro Brambilla, ora semplice Onorevole, presenta insieme al Sottosegretario alla Salute Cardinale un “nuovo” sito: www.vacanzea4zampe.info.

E’ in sostanza il clone del “vecchio” www.turistia4zampe.it (stesso codice e database) che però è tuttora attivo e patrocinato dal Ministero della Salute.

La differenza sostanziale è che il nuovo “Vacanze a 4 zampe” è intestato direttamente a Michela Brambilla e alla sua associazione, mentre “Turisti a 4 zampe” è in mano pubblica.

Per usare una metafora: un sindaco apre un ufficio di informazioni turistiche e affida i lavori ad una ditta che in precedenza ha costruito casa sua. Dentro all’ufficio ci mette a lavorare gli amici. Quando termina il mandato apre un suo ufficio informazioni con tutto il materiale preso dal vecchio ufficio (che rimane attivo) e convince pure il nuovo sindaco ad inaugurarlo magari prendendo anche qualche contributo.

Così stiamo messi in questo benedetto paese che rischia di andare a zampe all’aria.