I cable di Babbo Natale

Tramesso dall’ambasciatore al Polo Nord. Assolutamente non confidenziale.

Elenco di cose per cui ringraziare Babbo Natale o chi per lui.Ringrazio Babbo Natale perchè siamo ancora vivi, vegeti non so.

Ringrazio Babbo Natale perchè il 25 dicembre finisce la promozione dei libri di Bruno Vespa.

Ringrazio Babbo Natale perchè c’ero nell’82 e per fortuna c’erano Pertini e Bearzot.

Ringrazio Babbo Natale perchè se Gasparri è ancora lì, allora c’è speranza per tutti. Perchè se il PD prende ancora dei voti, c’è davvero speranza per tutti. Perchè se Calderoli è ministro, beh no, allora non c’è rimasta nemmeno la speranza.

Ringrazio Babbo Natale perchè i miti erediteranno la terra, se nel frattempo cominciano ad incazzarsi un po’.

Ringrazio Babbo Natale perchè se non c’era Wikileaks con cavolo che sapevo che Berlusconi tirava tardi ai festini, faceva leggi ad personam e trafficava con Putin. Col cavolo che lo sapevo.

Ringrazio Babbo Natale perchè il mondo è un mezzo schifo, ma non è che poi su Plutone si stia tanto meglio.

Ringrazio Babbo Natale perchè le centrali nucleari sono il futuro e sono sicure, come del resto diceva quella pubblicità dell’Eternit.

Ringrazio Babbo Natale perchè il Papa non cambia idea sul preservativo. Prima c’è da sistemare quella cosa del Sole che gira intorno alla Terra.

Ringrazio Babbo Natale perchè non sono stato miracolato all’Aquila e liberato in Iraq.

Ringrazio Babbo Natale perchè se D’Alema ancora parla, con gli Amatori posso perdere tipo una quindicina di campionati da qui alla pensione.

Ringrazio Babbo Natale perchè le madonnine non piangono più, e in effetti non si capisce perchè.

Ringrazio Babbo Natale perchè non vivo in un paese che mortifica ogni giorno la scuola pubblica e ne approffitto per ricordare a Babbo Natale che mi sono trasferito in Germania.

Ringrazio Babbo Natale per quel giorno che ho stretto la mano a Mario Monicelli, perchè lui era lui e noi non eravamo un cazzo.

Ringrazio Babbo Natale perchè la risposta è comunque 42.
Perchè tortelli e vino non sono ancora fuorilegge. Perchè il tempo sistema le cose, o mal che vada si crepa prima. Perchè sorridi ancora nelle foto in bianco e nero. Perchè ci sono ancora cose per cui vale la pena.

Ringrazio infine Babbo Natale perchè, per fortuna, era la nipote di Mubarak. E non la mia.

Telemarketing: codice autoregolamentazione

Oggi a Roma Stefano Parisi in qualità di presidente Assotelecomunicazioni ha presentato un nuovo codice di autocondotta per gli operatori di telemarketing.

La promessa è che d’ora in poi, con la nuova legge che liberalizza le telefonate pubblicitarie, gli operatori cercheranno di comportarsi bene e quindi non chiameranno la mattina troppo presto o la sera troppo tardi.

E’ abbastanza curioso perchè Stefano Parisi fino a poco tempo fa (prima di essere indagato) era amministratore di Fastweb, azienda più volte sanzionata dal Garante della Privacy per violazioni della vecchia normativa sul telemarketing.

Lo stesso Stefano Parisi che è stato il principale lobbista in Parlamento per la liberalizzazione del telemarketing.

Semplificando: Parisi vi rompeva le scatole a pranzo e cena, poi visto che la vecchia normativa stava per essere davvero applicata, ha mosso mari e monti per farla cambiare. C’è riuscito e adesso vi dice che non vi disturberà più di tanto.

Se avete la sensazione di una minima presa per i fondelli, credetemi, forse non siete solissimi.

(ps: da queste parti sta covando una piccola idea, giusto così per provare a contrastare “l’usato passo, fatto dai soliti che ci marciavano per poi rimetterlo sempre là, in basso“)

Stay Tuned.

Derby della banda larga

Confortanti gli ultimi dati Eurostat sulla diffusione della banda larga: sui 27 paesi Ue siamo ventiquattresimi.

Ce la giochiamo con la Slovacchia. I precedenti sono a nostro sfavore.

L’Italia di Scilipoti e i figli del porcellum

La giornata politica di oggi trova degno riassunto nella manifestazione a favore di Domenico Scilipoti, deputato eletto con Di Pietro il cui voto sarà decisivo per la fiducia a Berlusconi.

Pochi minuti di un video ci raccontano molto della selezione della classe politica italiana e del grande consenso popolare di questi figli del Porcellum.

L’insostenibile leggerezza di Franco Frattini

Domanda da 1 euro: qual’è l’unico ministro degli esteri al mondo ad avere commentato con la velocità della luce la presunta liberazione di Sakineh Mohammadi Ashtiani mentre le altre diplomazie ripetevano di non poter confermare la notizia ?

Un aiuto.

E’ lo stesso ministro degli esteri che ha minimizzato le rivelazioni di Wikileaks con il sobrio: “Assange vuole distruggere il mondo” e che ha esultato per la cattura dello stesso Assange per un reato che nulla ha a che fare con quelle rivelazioni.

E’ lo stesso ministro degli esteri che ci mise un paio d’ore a scaricare e abbandonare degli onesti cittadini italiani in mani straniere e parecchio marce.

E’ lo stesso ministro degli esteri che durante una delle crisi internazionali più pericolose degli ultimi anni (Georgia 2008) rimase in vacanza alle Maldive.

E’ lo stesso ministro degli esteri che nei rapporti riservati svelati da Wikileaks fa la figura di quello che non conta un fico secco.

In effetti non un gran segreto.

Berlusconi non ruba

La vicenda di Michelle Bonev a veder bene rompe (ancora una volta) un mito berlusconiano antico.

E’ ricco e quindi non ruba.

Non ruberà, ma per dar soddisfazione ad una amica, il Presidente del Consiglio che è uomo ricchissimo e proprietario di Mediaset, non trova di meglio che far pagare alla Rai, società pubblica a carico del contribuente, un milione di euro per coprodurre il misterioso “Goodbye Mama”.

Che come taccagnata non è male a pensarci.

Svoltare vita con Virgilio Degiovanni

Mister millionaire Virgilio Degiovanni dopo il botto di Freedomland si è ri-lanciato nella nuova avventura sul web 5 anni fa con alcune società e siti (Movytel, Dymmy Movyda) promossi anche in Rai con il titolo di professore all’università di Cassino, titolo acquistato pagando di tasca propria 40 ore di lezione ad ignari studenti (sarà contenta la Gelmini di questa sinergia pubblico-privato)

Nel febbraio 2010 era come sempre entusiasta a mille.

Oggi, passato qualche mese, Degiovanni è rincorso da parecchie persone piuttosto arrabbiate.

Le società sono andate a ramengo, i siti non sono più raggiungibili, i dipendenti a casa e in tribunale, i collaboratori e la struttura del multilivello rimasti con il solito pugno di mosche.

Lui però non ha perso l’ottimismo e oggi vende online corsi per svoltare davvero nella vita. (video sopra).

Una robetta che forse racconta ancora molto di questo paese.

La verità di questi tempi

Nel giorno in cui perde la propria libertà per una controversa accusa di strupro, Julian Assange scrive a “The Australian“.

Dentro quel testo ci sono molte cose giuste e corrette.

E per tutto quello che l’informazione deve a Wikileaks si può sorvolare su un’affermazione piuttosto ardita:

WikiLeaks coined a new type of journalism: scientific journalism. Scientific journalism allows you to read a news story, then to click online to see the original document it is based on.

Come raggiungere Wikileaks (#SaveWikileaks)

E’ in corso contro Wikileaks una “guerriglia tecnica” fatta di hosting sospesi (Amazon), dns spenti e attacchi informatici ddos.

Roba che per i meno tecnici risulta forse astrusa, ma che si traduce in una parola semplice: censura.

Da che parte stare in questa guerra dell’informazione un cittadino medio lo intuisce abbastanza velocemente.

Se Wikileaks.org non è momentaneamente raggiungibile qui c’è la lista di alternative dove si può trovare.

Al momento (venerdì 03 ore 12) è visibile qui anche senza una cinquantina di cable che erano stati pubblicati in mattinata.

Colonna sonora di Silvio Berlusconi

Goodbye Mama“, per quelli che se lo fossero perso (cioè tutti) è un film italo-bulgaro, opera prima di Dragomira Boneva Ianeva, in arte Michelle Bonev.

Stando alle inchieste di alcuni quotidiani sarebbe un film iper raccomandato, non dalla critica, ma direttamente da Silvio Berlusconi.

Acclamato a Venezia (si fa per dire) con un premio su misura voluto dal ministro Bondi a carico del contribuente. Così dice Il Fatto.

Coprodotto dalla Rai con un milione di euro su esplicita richiesta di Mauro Masi. Così dice Repubblica.

Molto probabilmente banali coincidenze dettate dalla passione crescente e ormai dilagante degli italiani per il cinema bulgaro. Niente insomma a che vedere con amiche e favorite.

Attendiamo comunque “Goodbye Mama” sugli schermi con una certa trepidazione anche per la colonna sonora.

Dieci brani tra cui svetta, tra gli otto di atmosfera bulgara e The Miracle of Love degli Eurythmics, il pezzo “La donna senza amore” di Filomena Cacciapuoti.

Che poi sarebbe lei.

Un’altra banale coincidenza.

Nerd Sauditi

Il re saudita Abdullah ha proposto agli americani di controllare i detenuti liberati da Guantanamo impiantandogli dei chip e poi tracciandoli via bluetooth come fatto con cavalli e falchi.

“I’ve just thought of something,” the King added, and proposed implanting detainees with an electronic chip containing information about them and allowing their movements to be tracked with Bluetooth. This was done with horses and falcons, the King said. Brennan replied, “horses don,t have good lawyers..”

Un nerd di 86 anni.

L’hanno chiamato Cablegate e sarà a rate

E’ online anche il sito di Wikileaks con i documenti originali.

L’hanno chiamato Cablegate.

Al momento (alle 23) i documenti pubblicati sono 219 su 251.287.

Sarà una pubblicazione a rate. Wikileaks parla di mesi.

The embassy cables will be released in stages over the next few months. The subject matter of these cables is of such importance, and the geographical spread so broad, that to do otherwise would not do this material justice.

Come a dire: niente deve andare sprecato.

Copertina Spiegel: è vera

<%image(Titelblatt.jpg|500|688|spiegel copertina)%>La copertina dello Spiegel è vera.

Un altro “spoiler” del settimanale tedesco.

La conferma che al chiosco della stazione di Basilea era già disponibile questa mattina il nuovo numero di Spiegel, viene dalla foto qui sotto.

Ritrae un pacco del settimanale dietro il bancone dell’edicola. Analizzando la foto ingrandita, i dettagli anche se sfocati confermano che la copertina messa online su twitter è vera.

Sì, Berlusconi è “taggato” effettivamente con “Party selvaggi” . Ma immagino che questa non sia gran sorpresa.

<%image(spiegel copertina vera particolare.jpg|1272|654|spiegel copertina conferma)%> <%image(stazione di basilea wikileaks 1.jpg|1200|900|spiegel basilea)%>

Qui la fonte della foto.

Wikileaks: ecco i file cancellati da Spiegel

Aggiornamento domenica ore 23: E’ online il sito di Wikileaks CableGate.

Aggiornamento di domenica 28: La copertina di Spiegel è vera.

<%image(wikileaks spiegel screenshot.jpg|906|2995|wikileaks spiegel screenshot)%>Aggiornamento di sabato 27 ore 19: Spiegel ha cancellato l’articolo. Ma anche se per pochi minuti le tracce ormai sono rimaste online. Sotto l’immagine della guida di Spiegel ai file di Wikileaks.

Allego <%media(wikileaks spiegel.pdf|il testo)%> dell’articolo originale. Sul sito dello Spiegel si trova ormai solo un piccolo riferimento (terza immagine). Aggiornamento: a fianco lo screenshot dell’articolo originale di Der Spiegel.

La pubblicazione ufficiale dovrebbe avvenire domenica sera verso le 22.

<%image(wikileaks spiegel grande.jpg|600|514|wikileaks spiegel)%> <%image(wikileaks statelogs embassy file.jpg|327|219|wikileaks statelogs embassy files)%> <%image(wikileaks articolo spiegel.jpg|800|395|wikileaks spiegel)%>

Guida e mappa dei file Wikileaks

Articolo aggiornato: Aggiornamento delle 19

—————————-

Der Spiegel pubblica una specie di guida alla lettura dei file di Wikileaks.

E pubblica anche la mappa dei documenti per nazione che trovate qui a fianco.

Incrociando la mappa con altre informazioni, il numero dei documenti che riguardano l’Italia non dovrebbero superare i 500.

Saviano, Il Giornale e l’Everest

Oggi il Giornale arricchisce la sua campagna contro Roberto Saviano con un articolo di Stefano Zurlo: “Ma quale Everest, Saviano dà i numeri“.

Premessa d’obbligo dello scrivente prima di procedere: Roberto Saviano, fortunatamente, può sbagliare. Appartenendo al genere umano succede così di norma. E si può anche criticare. Lo dice uno che lo criticò 6 anni fa per un suo articolo, quando Roberto non era ancora “Saviano”.

Detto questo l’attacco di Zurlo di oggi riguarda i numeri, che come si sa il giornalismo italiano non ama molto. Figuriamoci al Giornale.

Nell’ultima puntata di “Vieni via con me” Saviano ha parlato della montagna di rifiuti illegali mettendola a confronto con una montagna vera, quella più alta del mondo: l’Everest.La montagna di rifiuti gestiti dalle organizzazioni criminali se fosse impilata con una base di 3 ettari raggiungerebbe quota 15.600 metri, quasi il doppio dell’Everest. Questa stima cerca di rendere più comprensibili cifre che possono risultare troppo grandi per le nostre teste abituate a misurare il mondo concretamente.

A Zurlo l’immagine della montagna di monnezza però non è piaciuta :

“Saviano fa poggiare il suo super Everest su una base di 3 ettari. L’equivalente di sei campi da calcio. Perché tre ettari ? Risposta: perché gli viene comodo. Saviano disegna un gigante che poggia sulle zampine di una formica. Impossibile quasi da immaginare. Insomma, a furia di contare e mettere in fila ecoballe, lo scrittore compone il suo ecomostro. Perché a voler essere realisti, e dare all’Everest la base dell’Everest, almeno 1.200 chilometri quadrati, la montagna di Saviano si fermerebbe a quota 25 centimetri. Venticinque centimetri. La vetta più bassa del mondo. E soprattutto la meno televisiva dell’universo”

Sarebbe bene comunicare tempestivamente a Zurlo che l’intero Sagarmatha National Park è 1200 kmq. A prenderla molto larga si può arrivare a dire che l’area del monte Everest è circa 40 chilometri quadrati. Non serve andare a controllare di persona (che comunque merita) basta controllare una cartina.

E per la precisione, 3 ettari di terreno non corrispondo a 6 campi da calcio. A meno che non si parli del campetto dietro casa, perchè se si tengono conto delle misure ufficiali arriviamo al massimo a 4.

<%image(dati saviano.jpg|632|315|dati saviano)%>L’altra parte sottoposta a critica del lungo intervento di Saviano è quella riassunta nell’immagine qui a fianco.

Sono i dati riferiti ai rifiuti tossici dell’Acna di Cengio seppelliti nella discarica di Pianura a Napoli.

Sono in effetti dati sbagliati.

Senza andare dietro ai tir di Zurlo, si ricostruisce che quelle cifre vengono da un articolo di Carlo Bonini su Repubblica del gennaio 2008. L’equivoco è però che si riferiscono al totale dei rifiuti bonificati nel caso Acna e non a quelli portati a Pianura.

Comunque a Napoli i rifiuti tossici dell’Acna di Cengio ci finirono per davvero. Più difficile stabilire quanti.

Il 15 gennaio del 2008 in aula, l’assessore regionale piemontese Nicola De Ruggiero disse che “la commissione parlamentare d’inchiesta sui rifiuti nei suoi verbali dichiara l’individuazione nella discarica di Pianura di almeno 800mila tonnellate di rifiuti tossico-nocivi provenienti dall’Acna di Cengio.

Ma in verità nelle relazioni della commissione le cifre sono altre: 1.000 tonnellate di fanghi tossico nocivi (pag.13). Non 800.000.

In due rapporti di Legambiente del 1994 “Rifiuti Spa” invece si parla in primo momento di 500 tonnellate e poi di altre 20.000.

Nel 2010 nelle dichiarazioni dell’imprenditore pentito Gaetano Vassallo si trovano conferme:

Ricordo i rifiuti dell’Acna di Cengio, che furono smaltiti nella mia discarica per 6.000 quintali. Ma carichi ben superiori dall’Acna furono gestiti dall’avvocato Chianese: trattava 70 o 80 autotreni al giorno. La fila di autotreni era tale che formava una fila di circa un chilometro e mezzo”.

<%image(acna pianura.jpg|302|232|acna rifiuti pianura)%>Infine una prova documentale del quantitativo di tonnellate di fanghi tossici finiti dall’Acna di Cengio a Pianura è quella fornita dal centro di documentazione “Patrizio Fadda” e che trovate nell’immagine qui a fianco. Si parla di 10.000 tonnellate.

In sostanza se al Giornale ci tengono tanto al fact checking (cosa di cui dubito) almeno la prossima volta ci mettano un po’ più d’impegno.