L’ultimo giorno infelice del mondo

E’ il 25 maggio. Niente di memorabile in effetti.

Però questo 25 maggio qualcosa di speciale ce l’ha.

E’ l’ultimo giorno in cui è lecito rompervi le scatole a pranzo, a cena, durante la pennichella o espletando altre funzioni vitali. Almeno via telefono. Almeno con numeri presi dai vecchi elenchi del telefono.

Sono stato troppo perentorio.

Diciamo che non dovrebbero più rompervi le scatole stando alla lettera del decreto Ronchi varato il novembre scorso che fissava in sei mesi dalla approvazione del decreto il limite massimo (già prorogato più volte su pressione di lobbies varie) dell’uso dei vecchi elenchi.

Entro il 25 maggio doveva anche essere istituito il nuovo “registro pubblico delle opposizioni” dove iscriversi per non essere più disturbati dal marketing telefonico, ma se ne sono perse le tracce dopo l’approvazione da parte Consiglio dei Ministri il 16 aprile scorso. Sarà che toccava a Scajola occuparsene e Scajola non c’è più.

In Rete non troverete uno straccio di testo da nessuna parte. Niente sui siti di governo, ministero, Camera, Senato, Autorità, Consiglio di Stato. La nota trasparenza della pubblica amministrazione made in Brunetta.

Forse per una volta la fannullaggine legislativa torna a favore dei consumatori che potranno godere di questo limbo per qualche settimana o qualche mese di pax telefonica.

O forse no. Comunque sperare costa meno di una interurbana.

Il peggior articolo del giorno

Non so quanto sarebbe utile all’ecosistema informativo avere un accrocchio di social news che funzioni al contrario segnalando gli articoli peggiori della giornata.

Non so insomma a quanto possa servire a tutti noi una specie di Digg alla rovescia (probabilmente esista già), ma di certo questo pezzo di Valeria Braghieri su Elio Germano ci finirebbe dentro di diritto e a pieni voti.

Il governo del fare

La scorsa settimana il Governo Italiano ha pubblicato sul proprio sito ufficiale un dossier sull’attività di questi due anni. Nelle intenzioni una summa delle cose fatte.

Non bisogna addentrarsi troppo nella lettura per capire che il concetto di “cose fatte” è abbastanza aleatorio (per usare un eufemismo).

Basta fermarsi al capitolo 1, punto 4: banda larga.

Disposto un finanziamento di 800 milioni di euro per il periodo 2007-2013 per adeguare nelle aree sottoutilizzate le reti di comunicazione elettronica pubbliche e private all’evoluzione tecnologica della banda larga.

Che poi quei soldi non li abbia visti ancora nessuno, è un semplice dettaglio.

La guerra a colpi di fertilizzante ?

Raccontano con nell’ Helmand, regione da dove viene buona parte dell’oppio afgano (che è il primo produttore al mondo), molti coltivatori siano disperati.

Una misteriosa malattia sta attaccando i raccolti di oppio.

Secondo alcune fonti ufficiali si va dal 25% al 50% delle piante.

Gli stessi coltivatori nutrono forti sospetti sul governo e gli alleati che hanno imposto quest’anno l’uso di un nuovo fertilizzante per evitare quelli al nitrato di ammonio, troppo utili al confezionamento di bombe.

Una guerra ai Talebani a colpi di fertilizzante ?

JoinItaly.com: social network ad personam

<%image(joinitaly.jpg|800|482|joinitaly)%>Lanciato 5 mesi fa con il solito entusiasmo del ministro Brambilla, Joinitaly.com ha collezionato i seguenti numeri:

Utenti registrati : 435. In gran parte non attivi. Tanto per dire: è la seconda volta che accedo, sono il settantesimo utente più visitato.

Di quelle poche decine di utenti attivi il più visto è Edoardo Colombo (aka il Giulivo), già antesignano di Circoli della Libertà e oggi collaboratore di diversi ministeri.

Il quinto utente più commentato è invece “Saleccia” alias Luca Moschini, collaboratore del ministro Brambilla. La società di cui è titolare Moschini si è occupata tra le altre cose della realizzazione di “Italia a 4 zampe”.

Il totale dei consigli di viaggio raccolti è 13.
Gli itinerari proposti dagli utenti sono la cifra astronomica di 3.

Le foto totali caricate sul social network sono 347.

La più vista è stata caricata, manco a dirlo, da Luca Moschini.

La più commentata è invece quella che trovate qui a fianco.

Direi sufficientemente emblematica dell’utilità di Joinitaly.com.

L’iPhone, il battito di ali, il Vietnam

Oggi molte attenzioni tecnologiche dei media sono puntate sul Vietnam per via di un video che mostra un presunto prototipo del nuovo modello di iPhone.

Il video non dice molto di nuovo rispetto ad altri iPhone sbucati nelle settimane precedenti.

Eppure stiamo lì a guardare un incomprensibile video vietnamita.

Non c’è niente di male nel farlo.

Non dobbiamo però dimenticare che questa morbosa attenzione verso i prodotti tecnologici di Steve Jobs (morbosità coltivata con cura dalla stessa Apple) non è neutra.

Non è neutra perchè si porta dietro alcune conseguenze.

A volte tragiche come il suicidio del venticinquenne Sun Danyong nel luglio del 2009.

Era un dipendente della Foxconn, grande multinazionale asiatica che lavora anche per Apple.

Volò giù dal suo terrazzo dopo essere stato accusato del furto di un prototipo di iPhone e dopo che la sua casa era stata perquisita dalla sicurezza aziendale.

Dicono che l’iPhone nel video vietnamita venga da lontano, dagli Stati Uniti. E’ possibile.

Se venisse da più vicino invece, Foxconn avrebbe qualche imbarazzo nel mantenere il piano di investimenti in Vietnam annunciato qualche settimana fa.

Un’altra possibile conseguenza della nostra innocente morbosità tecnologica.

Cominciare da Falun Gong

La battaglia dell’amministrazione Obama contro la censura cinese comincia con uno stanziamento del Dipartimento di Stato al Global Internet Freedom Consortium, organizzazione vicina al movimento Falun Gong.

Totale 1,5 milioni di dollari.

Più che un vero stanziamento, sembra un segnale, quasi un avvertimento.

La prima deputata verde

Si chiama Caroline Lucas è la leader del Green Party. E’ il primo deputato verde mai eletto al Parlamento inglese.

Ha vinto nel colleggio iper-progressista di Brighton, dove lo swing-vote a sfavore dei laburisti l’ha portata al 31%.

La fila all’inglese

Una legge elettorale orrenda, ma un buon “processo” elettorale.

Costoso forse, ma funzionante anche con picchi di votanti del 90%.

E’ quello che ho sempre pensato in questi dieci anni e più di frequentazione dei seggi elettorali italiani.

Al netto dei piccoli casini di ogni elezione in qualche seggio, il sistema che sta dietro al voto italiano è una macchina che funziona bene.

E se pensate ai voti americani con le schede perforate o alle file degli elettori inglesi di queste ore (con affluenza inferiore al 70%), beh ne usciamo decisamente bene.

Gabriella Carlucci dagli occhi a mandorla

Wang Chen, direttore dell’Information Office of the State Council cinese, ha rivelato l’intenzione di restringere ancor di più gli spazi di libertà in Rete:

Earlier efforts to adopt a real-name registration system for website moderators at major news portals and big commercial sites, as well as a ban on “anonymous” comments following news stories, have achieved substantial results, Wang told the country’s top legislature last Thursday.

We’re also exploring an identity authentication system for users of online bulletin board systems,” he said.

Il minimo etico di Scajola

La linea difensiva di Claudio Scajola si attesta oggi sulla linea del Piave rappresentata dal codice penale: non sono indagato quindi cosa volete da me ? Perchè mi dovrei dimettere ?

E’ come se un ministro andasse in tv e ruttasse in faccia ad un avversario.

Non ha infranto nessun articolo del codice penale, ma nessuno si stupirebbe delle sue dimissioni.

Del resto se un ministro chiama “rompicoglioni” una vittima di terrorismo non commette nessun reato, ma tende ad dimettersi un minuto dopo.

Montagna: singolare, femminile

<%image(Elizabeth Hawley.jpg|400|400|miss Elizabeth Hawley)%> Nonostante la fame facevo una fatica maledetta a buttare giù le cucchiaiate. Avevo (ed ho) uno stomaco di vedute piuttosto ampie ma quella volta no, era solo il dovere di ospite a spingere quel non-saprei-cosa verso la mia bocca.

Anche lassù a 5.700 metri la grande tenda della spedizione coreana era drammaticamente ordinata, quasi marziale, ipertecnologica e sponsorizzata. O almeno così pareva a noi, minuscola combriccola di provincia emiliana con una tendina per dormire, una tendaccia per mangiare e una beh, una per quello che rimane.

Nel circo alpinistico himalayano i coreani sono una specie di corazzata. Li battezzeresti in genere un po’ stronzi, ma diciamo che molto giocano le distanze culturali e quel non capacitarsi fino in fondo di come un paese che ha più colline che montagne (la vetta più alta è un vulcano di 2.700 metri piazzato su un’isola) investa così tante energie, persone (e soldi) nell’alpinismo moderno.

Oggi quelle energie e quei soldi hanno portato la coreana Oh Eun-Sun ad essere la prima donna al mondo a salire tutti i 14 ottomila del pianeta Terra. Un orgoglio per la sua nazione e per i milioni di appassionati di montagna coreani (pare che gli iscritti ai “Club Alpini” siano più di un milione).

La corsa femminile al tetto del mondo però non è finita. E a scrivere il finale toccherà molto probabilmente ad un’altra donna. Una donna che ha dedicato tutta la sua vita alle montagne senza averne mai salita una.

Questa donna si chiama Elizabeth Hawley. E’ un minuscola signora di 87 anni. Nel 1960 il suo mestiere di giornalista la porta in Nepal. Non ripartirà più.

Oltre a possedere uno straordinario Maggiolone azzurro con targa nepalese con cui gira per Kathmandu (foto a fianco), è anche la custode di uno sterminato database di interviste a coloro che hanno salito (o hanno affermato di aver salito) le montagne himalayane.

E’ lei che ha strumenti ed esperienza riconosciuti dall’alpinismo mondiale per “certificare” le vette. Più di una volta le è toccato smascherare bugie, imbrogli e finti record. E da lei dovrà passare Miss Oh a raccontare non tanto la sua ultima salita all’Annapurna ripresa in diretta tv, quanto quella molto discussa (sopratutto dalla rivale spagnola Edurne Pasaban) al Kangchenjunga.

Ma in questo intreccio di donne e montagne, un posto d’onore spetta a Nives Meroi. In lei, che ha rinunciato a questa rincorsa al cielo per rimanere fedele al suo ideale di alpinismo e ai suoi affetti, si riconosce chi ama la montagna con la emme minuscola.

Montagna. Sostantivo femminile e singolare.

Addormentarsi con l’Ipad aperto

C’è qualcuno che si preoccupa del rapporto letto-ipad-dormire.

Sarà, ma il pericolo più grande forse è quello di addormentarsi con l’Ipad aperto.

Perchè in effetti uno dei vantaggi del libro e della carta è di fregarsene dei pavimenti.

Toglieteli le news ma non l’Ipod (ma anche no)

Sono abbastanza stupito.

Il New York Times ha scritto due giorni fa di un nuovo studio sulla dipendenza da internet e nessun quotidiano italiano ci si è ancora fiondato. Sarà il week end.

Di solito, in occasioni come queste, si tende a cucinare prontamente qualche articolo strampalato in cui i titolisti possono dare ampio sfogo alla propria verve.

Tra l’altro nel piccolo studio dell’università del Maryland (200 ragazzi coinvolti per un’astinenza mediatica di 24 ore) ci sono anche cose interessanti.

Una delle migliori è il capitolo dedicato ai vantaggi della “disconnesione”.

“I usually see a lot of my friends or people I know on my way to class and not having my iPod on with my earbuds in my ear gave me the excuse to actually have a conversation on my way to class.”

Qui il blog dello studio.

Chi di numeri ferisce

Noto, senza stupore, che il PDL anche al proprio interno (e non solo con l’Abruzzo, la social card, gli alberi da piantare etc..) gioca in libertà con i numeri.

Pensate che se ne accorto anche Bocchino.

Son cose.